“Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere”, la 60ª Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia si terrà dal 20 aprile al 24 novembre 2024
“La Giornata Mondiale dell’Arte ci ricorda che l’arte può unire e connetterci anche nei momenti più difficili. Il potere dell’arte di avvicinare le persone, di fornire ispirazione e di curare e condividere è diventato sempre più chiaro durante i recenti conflitti e in crisi come la pandemia da COVID-19”.
Audrey Azoulay, direttrice generale dell’Unesco, che proprio nel 2019 ha istituito questa ricorrenza che si celebra ogni anno il 15 aprile per promuovere lo sviluppo, la diffusione e la fruizione dell’arte, sottolinea soprattutto l‘effetto “connessione” che l’arte può avere in un mondo dove le cose per certi versi sembrano andare a rotoli e i conflitti fra le popolazioni farsi più forti.
Il potere di avvicinare le persone appartiene invece a una visione aperta e inclusiva, la stessa che ispira quest’anno la 60° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia oramai alle porte.
Un appuntamento che, da sabato 20 aprile, accoglierà le opere di ben 332 artisti provenienti da tutto il mondo fino al 24 novembre 2024.
Manca poco all’inaugurazione e a Venezia tutto è quasi pronto.
Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere
Il tema scelto per questa edizione è “Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere”.
Un titolo che invita a riflettere sulla complessità delle identità, delle migrazioni e delle culture in un mondo sempre più interconnesso, dove le frontiere si sfumano e le persone si spostano a volte sentendosi, appunto, “stranieri ovunque”.
Si concentreranno dunque su questo concetto le opere dei tanti artisti scelti dal curatore Adriano Pedrosa, che ha assunto per la prima volta questo incarico (è anche il primo curatore latino-americano della Biennale d’Arte di Venezia) con un approccio innovativo.
Originario del Brasile, direttore artistico del Museu de Arte de São Paulo Assis Chateaubriand (MASP) dal 2014 curatore di numerose mostre di successo, tra cui “Histories of Dance” nel 2020 e “Brazilian Histories” nel 2022, è noto nel mondo dell’arte per la sua visione aperta e inclusiva.
Accanto alle opere (che spaziano dalla pittura alla fotografia, dalla videoarte alla performance)dei 60 Padiglioni nazionali (tra i paesi rappresentati ci sono Angola, Canada/Libano, Cina, Colombia/Venezuela, Danimarca, Egitto, India, Italia, Tajikistan/Kazakistan, Portogallo e Nigeria), Pedrosa ha aggiunto quest’anno cinque esposizioni tematiche, dislocate in diversi luoghi di Venezia, concepite come “capsule del tempo” in quanto approfondiscono le relazioni tra metodologie e pratiche artistiche simili anche a distanza di generazioni.
Il Padiglione Italia
Innovativo è anche il progetto presentato in questa Biennale 2024 dal Padiglione Italia.
Curato da Luca Cerizza con l’assistenza di Francesca Verga, “Due qui / To Hear” offre infatti un’esperienza sonora e ambientale creata dall’artista Massimo Bartolini e dialoga con il tema generale della Biennale, “Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere” proponendo un’ulteriore declinazione del tema: il non essere stranieri a se stessi.
In un mondo in cui le frontiere si sfumano, l’arte contemporanea ci invita a tendere l’orecchio e a esplorare nuove prospettive di relazione con l’altro.
L’installazione sonora di Massimo Bartolini attraversa tutti gli spazi del Padiglione Italia, incluso il giardino di pertinenza e il percorso conduce a incontri inaspettati con opere e installazioni di natura sonora e performativa.
Due figure, gli alberi del Giardino delle Vergini e un Bodhisattva Pensieroso, fungono da ideali introduzioni al progetto.
Il Padiglione Venezia
Il Padiglione Venezia, curato da Giovanna Zabotti con Maurizio Carlin come commissario, porta invece il titolo di “Sestante Domestico”.
“Un titolo molto veneziano – sottolinea Giovanna Zabotti – perché c’è uno strumento del mare, il sestante, affiancato dal termine domestico che dà l’idea di qualcosa rivolto all’interno di casa, di noi stessi. Abbiamo voluto dare una diversa angolazione rispetto al tema della Mostra d’Arte “Stranieri Ovunque” pensando che siamo tutti stranieri finché non ci sentiamo a casa e andando quindi a indagare su quale sia la dimensione di casa.
L’idea è quella che gli artisti ci possano aiutare a vedere una dimensione diversa da quella geografica, politica, sociale”.
Tra le opere presenti, troveremo le poesie di Franco Arminio, le opere di Pietro Ruffo, di Safet Zec, di Vittorio Marella, e di due giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti di Venezia.
Inoltre, forniranno un osservatorio particolare gli “artisti in partenza” del concorso Artefici del Nostro Tempo.
L’Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia non si terrà solo negli storici Giardini della Biennale e all’Arsenale ma anche in altre suggestive location come la Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian, l’isola virtuale Venezia Immersive Island, l’Archivio Storico delle Arti Contemporanee ASAC, la Biennale Library e lo spazio Vega di Marghera.
Il Padiglione Vaticano
Un padiglione particolare, soprattutto per la location, sarà il Padiglione Vaticano, allestito all’interno del Carcere femminile della Giudecca.
Intitolato “Con i miei occhi”, realizzato in collaborazione con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia e a cura di Chiara Parisi e Bruno Racine, il Padiglione vaticano, che vanta la partecipazione speciale di Hans Ulrich Obrist, ospiterà opere di artisti di fama internazionale: Maurizio Cattelan, Bintou Dembélé, Simone Fattal, Claire Fontaine, Sonia Gomes, Corita Kent, Marco Perego & Zoe Saldana e Claire Tabouret.
Non è un caso che il Padiglione della Santa Sede sia quest’anno alla Giudecca.
Il tema affrontato è infatti quello dei diritti umani. Centrato sulla figura “degli ultimi”, attraverso l’arte “si cerca di favorire – ha spiegato il curatore- la costruzione di una cultura dell’incontro, perno centrale del Magistero di Papa Francesco”.
Che per l’occasione giungerà a Venezia il 28 aprile.