L’allarme di Coldiretti: tra pesticidi, metalli pesanti e inquinanti microbiologici, nell’ultimo anno 422 allerte in Italia
In Italia e in Europa l’utilizzo di alcune sostanze per la produzione dei cibi è vietato da decenni.
Nel resto del mondo, la situazione è ben diversa. A partire dagli Stati Uniti, che per esempio utilizzano pesticidi un quarto dei quali è vietato nell’Unione Europea.
Ma nemmeno alcuni prodotti provenienti da altri Paesi europei sono sempre sicuri, tra inquinanti microbiologici e metalli pesanti.
Così, sottolinea Coldiretti in un’analisi su dati Rasff (il sistema di allerta rapido dell’Ue per alimenti e mangimi), nel nostro Paese, nell’ultimo anno, gli allarmi alimentari riguardanti prodotti stranieri (in 6 casi su 10 provenienti da Stati al di fuori dell’Unione) sono stati ben 422, più di uno al giorno, con un aumento del +42% su base annua. Ed è possibile fare anche una graduatoria degli alimenti più a rischio.
Frutta e verdura: i pericoli pubblici numero 1
Alimenti sani per definizione, frutta e verdura sono però anche quelli riguardo ai quali è arrivato il maggior numero di segnalazioni, su prodotti agricoli di ogni angolo del mondo.
Ed è estremamente variegato l’elenco dei casi riportati da Coldiretti. Da Germania e Serbia, per esempio, l’Italia ha importato frutti di bosco congelati contenenti norovirus, l’agente patogeno causa più comune di gastroenterite.
Dalla Turchia, invece, sono arrivati fichi secchi e pistacchi (questi anche dall’Iran) con alti livelli di aflatossine, sostanze tossiche prodotte da microfunghi.
Diversi poi i pesticidi vietati riscontrati, come nei peperoncini del Kenya: linuron nelle carote egiziane; chlorpirifos (sospettato di danneggiare il cervello dei bambini) nei fagioli di Madagascar e Bangladesh. Nel succo d’arancia congelato iraniano, invece, è stato trovato il fungicida propiconazolo.
Pesce, carni e le altre categorie di alimenti a rischio
Al secondo posto, tra le categorie di prodotti alimentari che hanno ricevuto il maggior numero di allerte (107) è il pesce.
Anche in questo caso, segnalato il norovirus (nelle ostriche francesi e olandesi), ma anche la salmonella (nei filetti di merluzzo cinesi e nelle cozze cilene).
In questo settore, i problemi riguardano però soprattutto i metalli pesanti, come il cadmio nelle seppie congelate albanesi o il mercurio in pesce spada e tonni spagnoli.
Di nuovo la salmonella è invece la contaminazione più riscontrata nelle carni, al terzo posto per segnalazioni.
Ne è stata scoperta in polli e tacchini polacchi, olandesi e spagnoli, ma anche in cosce di rana turche e cinesi.
Vengono poi i cereali, con la quasi totalità delle segnalazioni per i pesticidi contenuti nel riso del Pakistan.
Infine, le spezie, con allerte di diverso tipo: dai pesticidi (cumino indiano) alla salmonella (peperoncino cinese), dalle aflatossine (peperoncino dello Sri Lanka) ad altre tossine naturali (origano turco).
Alberto Minazzi