Gli scavi in corso hanno portato alla luce un salone da banchetto dalle pareti nere decorate con soggetti mitologici
Un ambiente raffinato e ampio nel quale intrattenersi in momenti conviviali tra banchetti e conversazioni.
Alle pareti, mosaici e affreschi databili al III sec e con soggetti ispirati alla guerra di Troia.
E’ l’ultimo ritrovamento in ordine di tempo avvenuto durante gli scavi di Pompei nell’insula 10 della Regio IX.
Ancora una volta l’area conferma di essere un vero e proprio scrigno di tesori che affiorano con il proseguire dei lavori e mai finiscono di stupire.
Le immagini mitologiche nello spazio conviviale
Il tema dominante sembra essere quello dell’eroismo per le raffigurazioni di coppie di eroi e divinità della guerra di Troia che emergono sulle pareti dall’ampio spazio, ma anche del fato e al tempo stesso della possibilità che l’uomo ha di poter cambiare il proprio destino.
Sulle immagini alle pareti sono raffigurati Elena e Paride, quest’ultimo indicato in un’iscrizione greca tra le due figure con il suo altro nome Alexandros.
Si vedono anche Cassandra, la figlia di Priamo nota nella mitologia greca per il suo dono di preveggenza e per il terribile destino che le impedisce di modificare il futuro, e Apollo che, per vendicarsi del fatto che lei non gli si concede, la maledice facendo in modo che le sue parole non siano credute.
E’ per questo che non riuscirà a impedire i tragici eventi della guerra di Troia durante la quale sarà stuprata e diventerà schiava di Agamennone a Micene.
Il salone portato alla luce misura 15 metri di lunghezza per 6 di larghezza e si apre in un cortile che appare come un disimpegno di servizio, a cielo aperto, con una lunga scala priva di decorazione che porta al primo piano. Oltre gli archi della scala è stato trovato accantonato un cumulo di materie di cantiere.
Sull’intonaco grezzo delle arcate, a carboncino, sono disegnate due coppie di gladiatori e quello che sembra un enorme fallo stilizzato.
Spunti di conversazione e riflessione sull’esistenza
Come spiega il direttore del parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel, la presenza di figure mitologiche nelle pitture di ambienti di soggiorno e conviviali delle case romane, aveva proprio la funzione sociale di intrattenere gli ospiti e i commensali fornendo spunti di conversazione e riflessione sull’esistenza.
Le pareti erano nere per evitare che si vedesse il fumo delle lucerne sui muri.
“In questi luoghi – sottolinea Zuchtriegel – ci si riuniva per banchettare dopo il tramonto. La luce tremolante delle lucerne faceva sì che le immagini sembrassero muoversi, specie dopo qualche bicchiere di buon vino campano. Le coppie mitiche erano spunti per parlare del passato e della vita, solo apparentemente di carattere meramente amoroso. In realtà parlavano del rapporto tra individuo e destino: Cassandra che vede il futuro ma nessuno le crede; Apollo che si schiera contro gli invasori Greci ma pur essendo un dio non riesce ad assicurare la vittoria; Elena e Paride che con il loro amore politicamente scorretto sono la causa della guerra, o forse solo un pretesto. Oggi Elena e Paride siamo tutti noi che ogni giorno possiamo scegliere se curarci solo della nostra vita intima o di indagare come questa si intrecci con la grande storia”.