Nel 2025 saranno lanciati programmi congiunti tra gli atenei e percorsi europei nell’ambito del programma Erasmus+
Promuovere la cooperazione tra le università delle varie nazioni e la mobilità degli studenti universitari migliorando l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.
Partendo da questa considerazione, la commissione europea Ue ha lanciato la proposta di creare la laurea europea su base volontaria, nata come obiettivo ultimo di tre iniziative distinte che guardano in questa direzione. Un progetto che, come sottolinea la stessa Ue, prepara la strada per un nuovo tipo di programma congiunto, basato su una serie comune di criteri, concordato a livello europeo. Già per il prossimo anno 2025, nell’ambito del programma Erasmus+, è previsto che prendano il via percorsi di laurea europei.
Verso il titolo europeo, due i percorsi individuati
“Un titolo di studio europeo volontario – spiega una nota da Bruxelles – andrebbe a vantaggio degli studenti e della comunità dell’istruzione superiore incentivando la mobilità per l’apprendimento all’interno dell’Ue e migliorando le competenze trasversali degli studenti. Aiuterebbe inoltre a soddisfare la domanda del mercato del lavoro”.
Sono due le tipologie di percorso individuate.
Il primo consiste in un bollino europeo da assegnare ai programmi di laurea congiunti che soddisfino i criteri europei proposti. In questo caso, il riconoscimento europeo verrebbe dato agli studenti oltre al titolo di laurea nazionale.
Nel secondo una vera e propria laurea europea basata su criteri comuni e recepita nelle legislazioni nazionali. Il titolo sarebbe rilasciato congiuntamente da più università di diversi Paesi membri, oppure da un’entità europea creata ad hoc.
Più opportunità di trovare occupazione
Il percorso per arrivare alla laurea europea si svilupperà in un arco di tre anni e avrà un approccio graduale per i ventisette Paesi Ue considerati i diversi sistemi di istruzione in tutta Europa. “Una laurea europea – sottolinea il vicepresidente della Commissione Ue Margaritis Schinas – consentirà alle nostre università di lavorare insieme a vantaggio degli studenti, degli insegnanti, dei datori di lavoro e della competitività dell’Europa. Da parte sua la Commissaria europea per l’istruzione, la Cultura, la Gioventù e lo Sport ha precisato che gli studenti avranno maggiori opportunità di studiare e lavorare in tutta Europa , le loro competenze saranno meglio riconosciute e saranno più competitivi sul mercato del lavoro.