Alle 22.19 di mercoledì 27 la scossa più forte (4.1 gradi), seguita da altre di assestamento, di cui 2 sopra i 2 gradi Richter
Un grande botto, tanta paura, qualche minuto senza luce e poi la conta dei danni.
Fortunatamente pochi e di lieve entità, come la caduta di alcune tegole dai tetti, senza segnalazioni di problemi alle persone e il ritorno alla normalità in tempi rapidi.
È questo, in estrema sintesi, il racconto della forte di scossa di terremoto (inizialmente valutata in 4.7 gradi della scala Richter, poi corretti dall’Ingv prima in 4.5 e poi in 4.1) di ieri sera, mercoledì 27 marzo, con epicentro a 5 km a Sud-Ovest di Socchieve, comune friulano in provincia di Udine.
Il sisma percepito in tutto il Nord-Est, in Austria e Slovenia
La scossa, registrata dai sismografi alle 22.19, si è generata a una profondità di appena 10 km ed è stata percepita chiaramente in tutto il Nord-Est, a partire dal Friuli Venezia Giulia, ma anche in gran parte del Veneto, il cui comune più vicino, San Pietro di Cadore, dista appena 29 km dall’epicentro, con telefonate ai vigili del fuoco da Treviso, Venezia, fino a Vicenza.
Il sisma è stato avvertito anche in Trentino Alto Adige, con segnalazioni anche da Bolzano, Austria e Slovenia.
Il ricordo dell’Orcolat
Alla principale scossa ne sono seguite almeno altre 6 di assestamento, le principali delle quali alle 22.45 (2.3 gradi) e alle 3.36 (2.7), entrambe con epicentro a 5 km a Nord-Est di Tramonti di Sopra, nel Pordenonese, a una profondità rispettivamente di 9 e 11 km.
La memoria dei residenti è corsa subito al terremoto che, nelle stesse zone (l’epicentro in quel caso fu leggermente più a Est, tra Gemona e Artegna), causò 990 vittime.
Il sisma, ribattezzato “Orcolat” (“orcaccio”) in friulano, si verificò alle ore 21 del 6 maggio 1976, con una scossa di intensità 6.5 gradi Richter, fu il quinto peggior evento sismico in Italia nel ventesimo secolo e diede un forte impulso alla formazione della Protezione civile nazionale
La ricostruzione, nonostante le scosse di assestamento siano proseguite fino a settembre, fu allora rapida e completa, adottando criteri antisismici che, ancor oggi, consentono di fronteggiare importanti eventi con limitate conseguenze.