Un gruppo di ricercatori dell’università degli Studi di Milano, dell’università di Siena e del Gruppo Flora Alpina Bergamasca ha identificato la nuova specie di pianta che cresce in un territorio ristretto
E’ delicata, di un bel colore azzurro, ha un’infiorescenza a racemo con 2 – 4 fiori sostenuti da lunghi peduncoli in cui si schiudono prima quelli più in basso e più esterni e contemporaneamente se ne formano di nuovi al centro o all’apice, la corolla è emisferica campanulata non ristretta nella parte superiore e la superficie pollinica giallo biancastra con numerose spinule.
Sono le caratteristiche della nuova Campanula bergomensis, mai scoperta prima, che è stata identificata nelle Prealpi Bergamasche.
A trovarla è stato un gruppo di ricercatori coordinato dall’Università degli studi di Milano assieme all’Università di Siena e il Gruppo Flora Alpina Bergamasca – FAB, che ha pubblicato lo studio sul nuovo fiore sulla rivista internazionale Phitotaxa. Le specie floreali si arricchiscono dunque di un nuovo esemplare dalle specifiche caratteristiche.
Per la prima volta nelle Prealpi Bergamasche
Gli studiosi hanno trovato delle affinità tra questo fiore e la Campanula cespitosa che si trova sulle Alpi orientali in Italia, Austria e Slovenia.
Tuttavia, attraverso analisi genetiche, morfologiche e palinologiche (la palinologia è la scienza che studia il polline e altri elementi biologici microscopici, attuali e fossili ndr) hanno dimostrato che le due specie sono ben distinte e che la nuova Campanula rappresenta un’entità autonoma rispetto alle campanule conosciute.
Una sua particolare caratteristica è che cresce in ambienti molto particolari: nei conoidi detritici carbonatici, le zone convesse tipiche che si aprono a ventaglio allo sbocco dei corsi d’acqua nella pianura o nei fondovalle in bassa quota; nelle sporgenze di pascoli accidentati, generalmente su terreni poco sviluppati e ben drenati.
La Campanula bergomensis è visibile solo in poche valli nelle vicinanze della città di Clusone, in provincia di Bergamo. Alcune popolazioni di Campanula bergomensis crescono all’interno di un’area protetta delle Rete natura 2000 Habitat Direttiva, in particolare in val Bielone Romentareck, Val dei Mulini Colle di Passeraia, Monte Simer compreso nella Zona Speciale di Conservazione, “Val Sedornia, Valzurio e Pizzo della Presolana” e Val Nossana.
Una specie da proteggere
Dopo la scoperta sulle Prealpi, alcuni esemplari della nuova specie sono stati cresciuti da seme e ora sono in coltivazione all’Orto Botanico Città Studi della Statale di Milano.
Secondo i ricercatori, poiché si tratta di una specie localizzata unicamente in una specifica area e solo in parte all’interno di aree protette, sono necessarie iniziative di tutela che la preservino.
Lo studio vede come prima firmataria Barbara valle, ricercatrice dell’Università di Siena secondo la quale il nuovo fiore è gravemente minacciato dalle attività umane e per questo è urgente adottare misure di protezione e conservazione. La principale minaccia, viene chiarito, è l’alta presenza di motocicli dentro e fuori pista in tutte le valli dove si trovano le maggiori popolazioni della specie. Il passaggio di mountain bike e motocicli compromette infatti gravemente la stabilità dei conoidi detritici in cui si trova. Meno critico per la sua sopravvivenza è invece l’aspetto idrogeologico a causa delle piene improvvise causate da forti precipitazioni perché avvengono di rado.
Questa scoperta, come spiega il docente Marco Caccianiga del Dipartimento di Bioscienze dell’Università Statale di Milano, coordinatore dello studio, dimostra come la biodiversità italiana riservi ancora molte sorprese e che le conoscenze sulla nostra flora e fauna sono tutt’altro che complete. Oltre a confermare la straordinaria ricchezza delle zone prealpine. Per affrontare la perdita di biodiversità attualmente in corso è necessario innanzitutto conoscerla a fondo, anche indagando territori apparentemente ben conosciuti.
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