Secondo il Rapporto dell’associazione Antigone dedicato alla giustizia minorile, i detenuti mai sono stati così tanti
Il decreto Caivano contro il fenomeno delle baby gang e dell’abbandono scolastico, che mira a reprimere il disagio giovanile, la povertà educativa, la criminalità minorile e a tutelare la sicurezza dei giovanissimi in ambito digitale introducendo un inasprimento delle sanzioni nei casi di spaccio e l’arresto in flagranza, alla data del 15 gennaio 2024 ha già portato in carcere 496 minori e giovani adulti. E’ quanto emerge dal settimo Rapporto dell’associazione Antigone. Un numero che la stessa ha definito da record dell’ultimo decennio.
Gli ingressi negli Istituti Penali per i Minorenni, gli IPM, sono infatti in progressiva impennata: nel 2021 se ne contavano 835, 1.143 nel 2023 e nel primo mese del 2024 già 496.
I minorenni detenuti nei 17 Istituti Penali italiani
Dei 496 detenuti, come si evince dal rapporto, le ragazzine sono 13 che equivalgono al 2,6% dei presenti, 229 sono i ragazzi e più della metà 254 persone ovvero il 51,2% sono stranieri.
I condannati in via definitiva, sempre alla data del 15 gennaio scorso, erano 156 rispetto ai 142 dell’anno precedente, con un aumento delle presenze in misura cautelare che costituiscono dunque la quasi totalità degli aumenti di presenze negli ultimi 12 mesi.
La presenza negli Istituti Penali italiani riguardano soprattutto ragazzi e ragazze minorenni tra i 16 e 17 anni con una percentuale che arriva al 50,1%. In questi istituti ci possono anche essere giovani di età compresa tra 18 e 25 anni che comunque hanno commesso il reato da minorenni. A gennaio 2022 erano il 58,5% e il 57,6% nel 2020. Un’altra conseguenza di quanto previsto dal decreto, laddove prevede di disporre la custodia cautelare anche per i fatti di lieve entità legati alle sostanze stupefacenti, è la notevole crescita degli ingressi per reati legati alle droghe con un aumento del 37,4% in un solo anno.
La prevalenza di stranieri
L’Istituto che registra più presenze è il Beccaria di Milano con 69 ragazzi; quello con meno è il Quartucciu, in Sardegna con 8. Anche Pontremoli, in Toscana ne detiene 8 ed è l’unico interamente femminile d’Italia.
Le altre 5 ragazze sono distribuite tra Roma e Napoli.
Riguardo alla nazionalità dei giovani detenuti, vi è una netta prevalenza di stranieri che sono per età mediamente più giovani degli italiani: minorenni per il 64,2% contro il 50,8% di italiani. I ragazzi sono per il 12,3% originari dalla Tunisia, per il 10,6% dal Marocco e per il 10,4% dall’Egitto.
Le ragazze invece arrivano per il 23,3% dalla Bosnia Erzegovina, per il 10% dalla Serbia, per l’8,3% dalla Croazia. Il 75,6% degli stranieri è in custodia cautelare contro il 61,2% degli italiani e commettono generalmente reati meno gravi.
L’allarme lanciato dall’Associazione Antigone, come spiega il presidente Patrizio Gonnella, è che con il decreto Caivano possa essere messo a rischio il modello della giustizia minorile in Italia che, fin dal 1988, data in cui entrò in vigore un procedimento specifico per i minorenni, ha sempre messo al centro dell’attenzione il recupero dei ragazzi in un’età cruciale per il loro sviluppo preferendo educare piuttosto che punire e adottando misure alternative alla detenzione in carcere come ad esempio l’affidamento alle comunità.
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