L’Italia e altri 6 Stati membri potranno erogare fino a 6,9 miliardi per sostenere 33 progetti di infrastrutturazione
Sostenere l’infrastrutturazione relativa all’idrogeno rinnovabile è un elemento fondamentale nella strategia per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e conseguire così gli obiettivi perseguiti con iniziative politiche dell’Unione Europea come il Green Deal europeo, il piano REPowerEU e la strategia dell’Ue per l’idrogeno.
Per questi motivi, la Commissione Europea ha dato il via libera da Bruxelles all’autorizzazione, concessa a 7 Stati membri (Italia, Francia, Germania, Olanda, Polonia, Portogallo e Slovacchia), di erogare fino a 6,9 miliardi di euro in finanziamenti pubblici per sostenere 33 progetti mirati alla realizzazione di infrastrutture volte alla produzione, allo stoccaggio e alla distribuzione dell’idrogeno, che dovrebbero essere completati entro il 2029.
Il progetto “Ipcei Hy2Infra”: cosa realizzerà
Il progetto “Ipcei Hy2Infra” è il terzo sulla catena di valore dell’idrogeno approvato dalla Commissione dopo quelli, nel 2022, sullo sviluppo di tecnologie per gli utenti finali e sulle applicazioni dell’idrogeno nel settore industriale.
Il nuovo “Importante Progetto di Comune Interesse Europeo” riguarda nello specifico gli investimenti infrastrutturali che non rientrano nei primi due Ipcei, definendo tra l’altro l’interoperabilità dei singoli progetti e stabilendo norme comuni per facilitare la futura integrazione del mercato.
In concreto, con gli aiuti di Stato saranno sostenute quattro tipologie di intervento.
In primo luogo, la diffusione di elettrolizzatori su larga scala per 3,2 GW, per produrre idrogeno rinnovabile, operativi tra il 2026 e il 2028.
Poi, la realizzazione, tra il 2027 e il 2029, di 2.700 km, tra opere nuove e riconvertite, di condotte di trasporto e distribuzione dell’idrogeno.
Ancora, lo sviluppo di impianti di stoccaggio dell’idrogeno su larga scala con capacità di almeno 370 GWh.
Infine, la costruzione di terminali di movimentazione e delle relative infrastrutture portuali per vettori di idrogeno organico liquido, con l’obiettivo di gestire annualmente 6 mila tonnellate di idrogeno.
La strategia si inserisce in un più ampio progetto che, partendo da diversi poli regionali, mira a creare gradualmente, a livello di Ue, una rete infrastrutturale dedicata all’idrogeno.
Un “obiettivo comune”, ha riconosciuto la Commissione, approvando il progetto, che genererà “effetti di ricaduta positivi in tutta Europa”.
Gli aspetti economici e i vantaggi del progetto
La Commissione, ritenendo che l’Ipcei (inserito da Francia, Germania, Polonia e Portogallo nei Pnrr) possa rafforzare l’approvvigionamento di idrogeno rinnovabile, stima che gli aiuti pubblici libereranno ulteriori 5,4 miliardi di investimenti privati, da parte delle 32 imprese (tra cui 5 di piccole e medie dimensioni) che parteciperanno ai singoli progetti, cooperando strettamente, tra loro e con partner esterni come gestori dei sistemi di trasmissione, potenziali acquirenti, università, organizzazioni di ricerca e fornitori di attrezzature.
Tra i motivi che hanno spinto l’Ue a ritenere il progetto complessivo in linea con le norme sugli aiuti di Stato, la considerazione che i 33 progetti, ritenuti “molto ambiziosi”, mirano a sviluppare infrastrutture che vanno oltre quanto attualmente offerto dal mercato, in quanto primi elementi di una rete dell’idrogeno integrata, aperta e accessibile a condizioni non discriminatorie. Il sostegno pubblico è quindi necessario in considerazione dei considerevoli rischi finanziari connessi, ma, in quanto necessario e proporzionato, non falsa indebitamente la concorrenza.
“Sebbene la catena di approvvigionamento dell’idrogeno rinnovabile in Europa si trovi ancora in uno stadio embrionale – commenta Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva della Commisione – responsabile per la politica di concorrenza – questo Ipcei preparerà il terreno per future interconnessioni in tutta Europa, sosterrà l’espansione del mercato per l’approvvigionamento di idrogeno rinnovabile e ci avvicinerà all’obiettivo di rendere l’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050”.
Alberto Minazzi