Alla scoperta della Casa di Cura “Giovanni XXIII” di Monastier, vera e propria eccellenza del nostro territorio in ambito sanitario, dove la qualità e la quantità di interventi di ortopedia ha raggiunto livelli da record nazionale
La Casa di Cura “Giovanni XXIII” è un’Istituzione Privata e Accreditata di diagnosi, cura e riabilitazione. Opera sia in ambito di ricovero tradizionale che di Day Surgery, sia per attività di tipo convenzionato che privato. La clinica è situata a Monastier di Treviso ed è facilmente raggiungibile dalle province del Veneto e del Friuli Venezia Giulia; ospita nel suo interno il Dipartimento Medico (Medicina Generale, Lungodegenza Riabilitativa e Medicina Fisica e Riabilitazione), il Dipartimento Chirurgico (Chirurgia Generale, Chirurgia Vascolare, Urologia e Oculistica), l’Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia, la Day Surgery la e Terapia sub intensiva e attività ambulatoriali multidisciplinari. All’interno della struttura operano medici specialisti di valenza e fama a livello nazionale ed Europea.
«La Casa di Cura “Giovanni XXIII” opera nel contesto e per conto del Servizio Sanitario Nazionale – spiega il Direttore Sanitario dottor Ugo Coli – la missione aziendale è quella di fornire prestazioni sanitarie qualificate, nel rispetto degli obiettivi previsti nella programmazione Regionale e Nazionale di concerto con la Ulss competente per territorio. La clinica rappresenta quanto di meglio oggi ci sia nella Diagnostica per Immagini e in particolare nell’area Cardiovascolare Radiologica dove annoveriamo una TAC 128 strati di ultima generazione, due apparecchiature di Risonanza Magnetica Nucleare 1.5 tesla e una Risonanza Magnetica Nucleare 0.4 tesla aperta. Tra le varie specialità sia chirurgiche che internistiche annoverate dalla Casa di Cura riveste un ruolo assolutamente importante l’Unità Operativa di Ortopedia diretta dal dr. Carlo Callea il cui approccio alle problematiche legate alle protesi d’anca e di ginocchio è all’avanguardia e di rilevanza sia per la nostra Regione che a livello nazionale».
«Nella nostra struttura abbiamo sviluppato una chirurgia ortopedica a grandi numeri – entra nel dettaglio il dottor Carlo Callea, Responsabile del Reparto di Ortopedia della Casa di Cura Giovanni XXIII – stiamo parlando di circa 1500 interventi annui di chirurgia protesica di anca e ginocchio, oltre a caviglia e spalla. Sono cifre importanti che presuppongono preparazione, conoscenza e sviluppo delle caratterizzazioni: dalla diagnostica, all’intervento chirurgico al trattamento riabilitativo. Come struttura unica, nessuno a parte noi in Veneto fa registrare numeri del genere. Personalmente ho sempre sognato di operare in una struttura in grado di far registrare tali numeri, poiché credo che questo risulti vantaggioso per la qualità del risultato e per l’arricchimento del patrimonio scientifico. Un numero così elevato di interventi presuppone poi l’eccellenza nella scelta dei materiali, le tecniche operatorie più aggiornate e i trattamenti riabilitativi più adeguati. Non è quindi un caso se i pazienti che vengono ad operarsi qui provengono non solo da tutto il Veneto ma anche da altre regioni: soprattutto Friuli Venezia Giulia e Emilia Romagna ma anche addirittura da Puglia e Calabria».
Qual è l’importanza di questo tipo di chirurgia? «La chirurgia ortopedica ha carattere ricostruttivo. Questo significa che è indirizzata al miglioramento della qualità della vita. L’ortopedia ha quindi una grande rilevanza dal punto di vista sociale, per il singolo e per la collettività, poiché offre alle persone la possibilità di continuare ad essere attive o, nel caso dei più anziani, di conservare la propria autonomia. La parte prevalente dell’ortopedia di cui si occupa la Clinica Giovanni XXIII è orientata verso la chirurgia sostitutiva delle grandi articolazioni, in particolare quella protesica dell’anca e del ginocchio. In seconda battuta della caviglia e della spalla. L’altro settore di notevole interesse è quello della chirurgia artroscopia di ginocchio, spalla e caviglia. Si tratta di interventi che la clinica svolge in convenzione, come una struttura pubblica, per quanto riguarda i costi per il paziente».
Al miglioramento delle tecniche operatorie si è associato un miglioramento dei materiali? «Assolutamente sì e questo ha comportato un abbassamento del rischio di complicanze. Inoltre la i tempi di recupero si sono ulteriormente ridotti. I materiali che oggi si utilizzando in particolare nella chirurgia di anca sono materiali di eccellenza. L’organismo non ha quindi più la reattività problematica che in passato c’era in conseguenza dell’utilizzo di materiale che avevano una certa usurabilità».
In questo ambito sono cambiate le caratteristiche dei pazienti? «In passato i candidati per esempio a interventi di protesi d’anca erano persone molto attempate. Oggi invece le condizioni di vita mutate fanno sì che molta di questa patologia si riscontri anche su soggetti molto giovani. Questo, sommato al fatto che l’età media della popolazione si è alzata, comporta che il numero di candidati a questo tipo di interventi sia cresciuto notevolmente».
Cosa offre la vostra struttura per quanto riguarda il percorso riabilitativo postoperatorio? «La Casa di Cura Giovanni XXIII ha il grosso vantaggio di disporre di un apposito reparto di fisioterapia per offrire, soprattutto per gli interventi al ginocchio, di intraprendere il trattamento riabilitativo in ambiente di ricovero. Le sedute di fisioterapia si svolgono nell’immediato ottimizzando quindi i tempi di recupero. Secondo i canoni più moderni viene realizzato un programma personalizzato che migliora la qualità del lavoro e accorcia i tempi di recupero. Oltre a questo svolgiamo una sorta di formazione per chi seguirà il paziente una volta rientrato a casa, in modo che i parenti o chi lo accudisce possa aiutarlo nell’ottimizzare l’efficacia dell’intervento».