La scoperta è stata fatta da un team di scienziati di Harvard studiando la connessione delle cellule nervose all’interno degli occhi dei calamari in crescita
I cefalopodi, classe di animali marini che comprende polpi, calamari, seppie e totani, hanno una marcia in più. A differenza della maggior parte degli invertebrati, presentano caratteristiche distintive. Sono infatti particolarmente bravi nel camuffarsi, ricordano, reagiscono a ciò che li circonda esprimendo curiosità, noia e addirittura atteggiamenti di ostilità. E sembra possano anche sognare. Un indizio di ciò è dato dalle increspature di colori che lampeggiano sulla loro pelle.
In altre parole, rappresentano la classe di molluschi più evoluta e complessa. Ora la nuova scoperta, pubblicata sulla rivista Current Biology, arriva dagli scienziati di Harvard. Il team focalizzandosi sullo studio sulle retine di embrioni di calamari pinna lunga (Doryteuthis pealeii) è arrivato a comprendere che il cervello dei cefalopodi si è evoluto per svilupparsi nello stesso modo del nostro.
Lo studio
I risultati della ricerca hanno permesso al team di studiosi di osservare che cefalopodi e vertebrati hanno un processo di evoluzione molto simile.
Hanno sviluppato indipendentemente sistemi nervosi molto grandi usando gli stessi meccanismi per costruirlo. Lo studio del cervello in via di sviluppo degli embrioni di calamari è stato fatto con l’utilizzo di coloranti fluorescenti per poter contrassegnare le cellule progenitrici neurali, un tipo speciale di cellule staminali e impiegando telecamere ad alta risoluzione focalizzate sulle retini, dove si trovano circa i due terzi del tessuto neurale di un calamaro.
L’attenta osservazione ha mostrato che le cellule progenitrici dei calamari si organizzavano in una struttura lunga e densamente compatta, l’epitelio pseudostratificato, per dimensioni, organizzazione e movimento del nucleo della struttura molto simile agli stessi epiteli neurali dei vertebrati. Una scoperta significativa se si considera che questa era considerata una caratteristica unica che consentiva agli animali dalla spina dorsale di sviluppare cervelli e occhi sofisticati.
Ulteriori studi sul polpo
Proprio come gli esseri umani poi, i calamari all’interno del loro tessuto neurale hanno una grande varietà di microRNA, piccole molecole che controllano il modo in cui i geni sono espressi. Ora gli esperti intendono esaminare come e quando emergono diversi tipi di cellule nel polpo durante la crescita del tessuto per confrontare successivamente questo processo con quello osservato negli embrioni di vertebrati. Altri due precedenti studi dell’Università della California – San Diego UCSD e di Harvard hanno scoperto che calamari e polpi esplorano l’ambiente sottomarino con tipi di rilevamento evolutivamente correlati ai recettori del cervello umano.
Osservando il modo in cui percepiscono i loro ambienti marini, il team per la prima volta ha descritto la struttura di un recettore del polpo che viene utilizzato nei tentacoli per l’esplorazione gusto-tocco. Questi recettori sono molto simili ai recettori del cervello umano ma si sono adattati attraverso l’evoluzione per aiutare a valutare possibili fonti di cibo nell’ambiente in cui vivono.