Salute +

Celiachia, problema in crescita: arrivano le linee guida

Celiachia, problema in crescita: arrivano le linee guida

La Società italiana di gastroscopia ed endoscopia digestiva presenta le indicazioni per aiutare i medici nella diagnosi e nella cura dei pazienti

Una delle cause ipotizzate dalla scienza è il cambiamento dell’alimentazione e, in particolare, alla selezione attraverso l’agricoltura intensiva di un particolare tipo di grano. Quali che ne siano le ragioni effettive, il dato concreto è che la sensibilità al glutine, nella società odierna, non sembra invertire il trend di aumento.
Gli ultimi dati ufficiali disponibili sulla celiachia in Italia sono quelli relativi al 2021 contenuti nella relazione annuale al Parlamento della Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione, pubblicata ad aprile 2023. E parlano di 241.729 celiaci diagnosticati, di cui il 70% donne. Ma si stima che, comprendendo i casi asintomatici, si superino le 600 mila persone coinvolte.
E anche se, come sottolinea l’Istituto Superiore di Sanità, solo il 3% della popolazione mondiale portatrice della predisposizione genetica alla base della celiachia sviluppa questa malattia multifattoriale a rischio di complicanze che si collega all’ingestione di cibi contenenti glutine, è chiaro che bisogna cercare di ottimizzare la risposta dal punto di vista sanitario.
“La prevenzione – ricorda nella prefazione alla relazione il ministro della Salute, Orazio Schillaci – è sempre più efficace della cura e l’Italia crede fortemente nei programmi e nei protocolli diagnostici e di follow-up come forma primaria di salvaguardia”.

Celiachia: le linee guida per la risposta sanitaria

È proprio per questi motivi che la Società italiana di gastroenterologia ed endoscopia digestiva Sige, in collaborazione con altre società scientifiche, ha realizzato ora un documento contenente le linee guida nazionali sulle malattie gastroenterologiche più frequenti che mirano a facilitare diagnosi, terapia e follow up della malattia e della dermatite erpetiforme, disturbo autoimmune che si può sviluppare nelle persone celiache.

celiachia
All’interno delle linee guida, gli esperti forniscono una serie di consigli. Tra questi, l’effettuazione di un prelievo di sangue per la ricerca degli anticorpi anti-transglutaminasi IgA, associato al dosaggio delle Immunoglobuline IgA totali, o il completamento dell’iter diagnostico prima di iniziare la dieta priva di glutine.
Ancora, è suggerito di rivolgersi a un centro di riferimento regionale per la corretta interpretazione degli esiti e, successivamente, va continuato il follow-up per valutare la progressiva remissione dei sintomi e la corretta aderenza alla dieta senza glutine.
E se sembrano incoraggianti i primi risultati dei test sui farmaci recentemente sviluppati per provare a bloccare la cascata patogenetica che porta alla celiachia, c’è anche da tenere in conto un’importante sottolineatura di buon senso: va evitata, chiariscono i medici, quella che rischia di essere una vera e propria “fobia delle contaminazioni”, in quanto va escluso che un paziente ben informato possa ingerire involontariamente una dose di glutine tale da risultare tossica.

La celiachia: cosa c’è da sapere

La già citata relazione al Parlamento ricorda che “la celiachia è una patologia autoimmune cronica che colpisce circa l’1% della popolazione generale e si sviluppa in soggetti geneticamente predisposti. In media, in Italia ogni anno vengono effettuate circa 9 mila diagnosi con una prevalenza della malattia del 0,41%”.
È primariamente localizzata nell’intestino tenue e vede come cause necessarie l’ingestione del glutine con la dieta e la presenza di specifici geni predisponenti.
A oggi, continua la relazione, “restano ancora sconosciuti gli eventi e il momento in cui essi si scatenano per avere la manifestazione clinica della malattia”, che oltretutto si presenta in 4 forme molto variabili: “classica” (che compare tipicamente durante i primi 3 anni di vita); “atipica” (spesso osservata in bambini in età superiore ai 3 anni); “silente” (priva di una chiara sintomatologia); “potenziale” (in cui il quadro istologico intestinale è normale o solo lievemente alterato).

celiachia

Dal punto di vista delle decisioni terapeutiche, i pazienti sintomatici vengono generalmente posti a dieta priva di glutine, mentre la dieta di quelli asintomatici resta libera, ma vengono sottoposti a uno stretto programma di follow-up. Quanto infine alla strategia diagnostica, in Italia si pratica attualmente il “case-finding”, ovvero “la scelta degli individui da sottoporre al test diagnostico di celiachia attraverso la valutazione dei segni e dei sintomi, della familiarità e delle comorbidità”.

Le risposte pubbliche e le richieste

“Per supportare la dieta senza glutine di chi quotidianamente vive questa condizione – sottolinea il ministro – il Servizio Sanitario Nazionale contribuisce all’acquisto dei prodotti senza glutine, garantisce la possibilità di usufruire di pasti senza glutine nelle mense e finanzia la formazione degli operatori del settore alimentare”.
È dunque previsto lo stanziamento di fondi specifici a tal fine, ripartiti ogni anno dal Ministero sulla base di criteri formalizzati in sede di Accordo Stato-Regioni.
Nel 2022, il totale delle risorse è stato di 890.384,02 euro.
Lo scorso luglio, in audizione alla Commissione Salute del Senato per l’esame di 3 disegni di legge relativi alla modifica della legge 123/05 e allo screening in età pediatrica di celiachia, l’Associazione italiana celiachia ha presentato una serie di richieste. In sintesi, è stato tra l’altro chiesto di completare in tutte le regioni il processo di digitalizzazione per l’assistenza alla dieta e di introdurre percorsi di formazione nella ristorazione per garantire adeguata competenza sulla dieta senza glutine.
Ancora, si richiede l’inserimento della formazione su celiachia e dieta senza glutine anche nei programmi degli istituti alberghieri e nelle scuole enogastronomiche italiane, di ampliare l’offerta di alimenti senza glutine nei luoghi pubblici di particolare aggregazione come stazioni, aeroporti o ospedali, ma anche sulle tratte nazionali ed estere delle compagnie ferroviarie e aeree operanti in Italia. Infine, si ritiene necessaria una campagna di sensibilizzazione e comunicazione a scuola e sui media, anche relativamente allo screening pediatrico previsto dalla Legge di Bilancio 2023.

Alberto Minazzi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il campo nome è richiesto.
Il campo email è richiesto o non è corretto.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.