Torna sull’Italia l’anticiclone africano, che bloccherà l’inverno almeno per un paio di settimane
Per chi soffre particolarmente il freddo, è sicuramente una buona notizia. Ma, come tutte le anomalie, qualche preoccupata domanda ce la dobbiamo porre.
Perché se si avvicinano i cosiddetti “giorni della merla” di fine gennaio, tradizionalmente considerati i più freddi dell’anno (anche se, in realtà, è attorno alla metà del primo mese dell’anno che si presentano le condizioni per far precipitare ai minimi la colonnina del termometro), i meteorologi hanno annunciato per i prossimi giorni il ritorno dell’anticiclone africano, che si tradurrà sostanzialmente in uno stop temporaneo all’inverno.
Una condizione meteo che porterà a un del tutto insolito innalzamento della quota del cosiddetto “zero termico”. Un valore, spiega Antonio Sanò, fondatore del sito iLMeteo.it, che raggiungerà il picco tra giovedì 25 e venerdì 26 gennaio, attestandosi fino a 3900 metri: “una quota tipica di fine giugno-inizio luglio”.
Zero termico estivo a gennaio
Lo zero termico è il concetto meteorologico che indica l’altitudine sul livello del mare alla quale la temperatura dell’aria passa da valori positivi a valori negativi nell’atmosfera libera, cioè in un contesto in cui il terreno non gioca alcun influsso. Una quota invernale così elevata, dunque, produce effetti anomali, come la tendenza a fondersi dei depositi di neve caduti nel periodo invernali e conservatisi finora sui monti.
Il fenomeno del principio di scioglimento, prevede sempre Sanò, si verificherà tanto sulle Alpi che sugli Appennini e l’acqua rilasciata andrà a ingrossare i torrenti e poi i fiumi a valle.
Ovviamente il caldo anomalo determinerà la fusione degli eventuali depositi anche a quote più basse, dove, nelle ultime ore, sono mancate le gelate notturne, con temperature in molti casi superiori ai 10 gradi anche a soli 1500 metri di altitudine.
E se continuerà la tendenza, non è da escludere un nuovo record dello zero termico in estate, dopo quota 5200 metri toccata nell’ultimo biennio. È una delle conferme delle conseguenze del riscaldamento globale, con le temperature di dicembre 2023 e gennaio 2024 che si stanno confermando decisamente sopra le medie, indipendentemente dalla parentesi calda in corso. Parentesi che, oltretutto, a sentire le previsioni, è destinata a durare.
Il caldo del Sahara nell’inverno italiano
Per un possibile ritorno dell’inverno, dicono gli ultimi aggiornamenti dei centri di calcolo, bisognerà infatti attendere la fine della prima settimana o addirittura decade di febbraio, non essendo in vista ritorni della bassa pressione nel medio-breve termine.
Ci attendono dunque, dicono le previsioni di iLMeteo.it, giornate sempre più miti, specie al Sud (con possibili punte oltre i 20 gradi) con valori termici fuori dal normale, per quanto l’Italia sia interessata solo marginalmente dal flusso di aria calda proveniente dal Sahara, il cui nucleo più caldo si è posizionato nei pressi della Penisola Iberica.
Sarà un periodo caratterizzato inoltre da una pressoché totale stabilità atmosferica, con solo qualche infiltrazione d’aria fredda in arrivo durante il fine settimana sulle regioni orientali, ma senza effetti davvero significativi, esclusa una timida diminuzione delle temperature al Nordest e lungo l’Adriatico. Solo nelle pianure settentrionali e sulle aree costiere, in particolare quelle tirreniche settentrionali, la persistenza di aria fredda nei bassi strati favorirà la formazione notturna di nebbie e foschie anche dense, oltre che, durante il giorno, di nubi che conterranno la crescita delle temperature.
Alberto Minazzi