Il prezzo del gas scende. Ma la bolletta sale. E a luglio potrebbe accadere anche con l’elettricità. Ecco cosa sta succedendo
A tutto gas. Non un invito a correre di più anche nelle controverse aree Km30, è piuttosto il paradosso di una guerra che ormai si prolunga da quasi due anni e di cui non si vede la fine. E ora più di una.
Infatti, il prezzo del gas naturale continua il suo ribasso e ormai è ampiamente sotto i 30 dollari al Megawatt/ora.
Come noto, il mercato di riferimento è il Ttf di Amsterdam.
Per mesi si è guardato a quella piazza per capire se le nostre bollette si sarebbero infiammate (ed era ancora in vigore il mercato tutelato, finito per il gas il 1. gennaio) causa la guerra Russia-Ucraina e conseguenti sanzioni a Putin e ai suoi oligarchi, temperature rigide e l’immancabile speculazione.
Bene, nell’asta di ieri il supporto dei 30 dollari è stato nuovamente e ampiamente sfondato con un minimo di 26,63 euro.
Senza considerare, appunto, che rispetto a un anno fa il quadro geopolitico si è ulteriormente aggravato con la guerra Israele-Hamas (per ora), la crisi di Suez e lo stop quasi totale dei transiti navali attraverso il Canale comprese le gasiere che dal Qatar portano anche in Italia il gas naturale liquefatto mediorientale che doveva essere il Piano B (assieme a quello algerino) dopo la chiusura dei rubinetti con la Russia. Ma è proprio così?
Oltre alla situazione internazionale, anche il Meteo
Si mettano il cuore in pace i puristi del no agli idrocarburi targati Putin. Lo zar continua a vendere allegramente agli europei oltre che naturalmente agli amici-alleati asiatici (vecchi e più recenti), sia gas che petrolio.
Tubi pieni, riserve europee molto consistenti (ufficialmente oltre il 50%) e bollette leggere.
Senza considerare anche la variabile meteo che ora ci riserva l’arrivo dell’ennesima ondata di caldo anomalo dopo i -22°C registrati solo la settimana scorsa per esempio sulle Dolomiti.
Allora, il nuovo sport dei consumatori sta diventando quello di avere un occhio alla bolletta energetica e uno alle previsioni meteo.
Temperature meno rigide si traduce conseguentemente in fatture meno pesanti per famiglie e imprese.
Non solo, proprio l’Europa sta accelerando su programmi e sistemi alternativi al fossile secondo il Green Deal dei 27, per cui entro il 2050 si dovrà raggiungere il traguardo Net Zero proprio per le fonti energetiche fossili.
Paradossi
Nel 1974, il film “Finché c’è guerra c’è speranza” diretto e interpretato da Alberto Sordi, raccontava una storia per certi versi riproposta da un’altra pellicola, più recente (2005) con Nicolas Cage: “Lord of War“: allora le guerre fanno bene (chiaro, non per le vittime) non solo a chi ci specula sopra, ma anche perché i mercati ormai assorbono e annullano gli aspetti negativi, soprattutto se le si considera a bassa intensità?
Ragionamenti di questo tipo sono veri e propri campi minati (e scusate la metafora) ma sembra proprio quanto stia avvenendo con i prezzi energetici, tra l’altro nel momento in cui in Italia è finito il mercato a maggior tutela.
Quindi il paradosso continua in quanto chi ha scelto l’opzione “tariffa fissa” in questo momento rischia un aggravio rispetto alla modalità “variabile” per effetto dei prezzi reali della materia prima. Questo per il gas.
Il mondo che cambia. A marce diverse
Da luglio il discorso potrà replicarsi per l’elettricità, considerando l’incremento (anche in Italia) dei parchi fotovoltaici e, soprattutto in Nord Europa, di quelli eolici.
Questi addirittura hanno contribuito a una caduta verticale del prezzo “della luce” in Germania. Paese nel quale le proteste degli agricoltori (ma non solo) di queste settimane sono contro lo sfruttamento di grandi fette di territorio per il fotovoltaico e contro le enormi pale eoliche di ultima generazione che punteggiano per esempio la regione di Berlino, il Meclemburgo-Pomerania occidentale e lo Schleswig-Holstein, per limitarci all’area baltica.
Non solo i nordici.
Anche l’Italia sta facendo la sua parte, informa Terna, con il 36,8% dei 306,1 miliardi di kW/h di domanda elettrica prodotto da fonti ecologiche, in particolare l’idroelettrico, a fronte di un calo nei consumi del 2,8% l’anno scorso rispetto al 2022. Balzo in avanti anche per fotovoltaico ed eolico, con nuove attivazioni nel 2023 per quasi 5,8 gigawatt (erano stati 2,7 GW nel 2022).
E poi c’è il capitolo nucleare. Forse il nucleare tascabile 4.0 di cui ha parlato a Venezia il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Frattin.
Qui però i tempi sono a media scadenza 7-8 anni, ha detto il ministro “verde”, laddove i francesi, molto avanzati su questo fronte, sono tornati a produrre energia a ritmo sostenuto con significativi contributi ecocompatibili sulla bolletta energetica transalpina.
Tutto questo mentre in sordina crescono studi e ricerche sull’idrogeno, la vera fonte a impatto zero, che vede muoversi molti protagonisti (l’Hydrogen Park e il Green Propulsion Laboratory di Veritas, per limitarci ad esempi dell’area veneziana) sulla scacchiera dell’Impatto Zero.
E la bolletta ringrazia.
Agostino Buda