La Commissione Giustizia del Senato approva l’articolo del ddl Nordio che elimina l’articolo 323 del Codice penale
L’abuso d’ufficio, reato commesso da un pubblico ufficiale abusando del proprio potere o della propria posizione per ottenere un vantaggio per sé o arrecare un danno ad altri, sta per uscire dal Codice penale.
La Commissione Giustizia del Senato ha infatti approvato l’articolo 1 del disegno di legge del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che elimina l’articolo 323.
La definitiva cancellazione, che, secondo i suoi sostenitori, porterà a una accelerazione delle procedure e avrà di conseguenza un impatto positivo sull’economia, avverrà a completamento dell’iter parlamentare, ma il passaggio odierno è ritenuto decisivo a tal fine, anche perché la maggioranza di governo ha ottenuto il sostegno attraverso il voto favorevole anche da parte di Ivan Scalfarotto di Italia Viva.
Tra gli effetti pratici che conseguiranno alla modifica, il venir meno della necessità che gli amministratori condannati in primo grado siano costretti, come avvenuto finora, a rassegnare le proprie dimissioni, in attesa del pronunciamento della Cassazione.
Si apre però nel contempo, come hanno sottolineato le opposizioni, contrarie alla cancellazione, la partita a livello europeo, visto che l’Unione Europea sta perfezionando la direttiva in materia e l’Italia potrebbe rischiare sanzioni.
Traffico di influenze illecite
In Commissione Giustizia di Palazzo Madama è stato inoltre attenuato il reato di traffico di influenze illecite, anch’esso oggetto di raccomandazioni Ue, che si configura nel caso in cui uno o più soggetti sfruttino le proprie conoscenze nell’ambito della Pubblica Amministrazione per ottenere favori e agevolazioni all’interno di un iter burocratico, pagando in molti casi anche una somma di denaro.
La presidente della Commissione, Giulia Bongiorno, ha poi reso noto di aver ottenuto dagli alleati l’impegno a “rivedere tutti i reati contro la Pubblica Amministrazione” all’interno di un tavolo appositamente costituito. Con il venir meno dell’abuso d’ufficio, infatti, l’amministratore pubblico rischierebbe di dover rispondere di reati molto più gravi, come la corruzione.