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Nella grotta più grande del Veneto, un importante progetto europeo

Nella grotta più grande del Veneto, un importante progetto europeo

Il sito naturalistico del Buso della Rana, tra i più importanti in Italia, scelto come sede del progetto europeo di ricerca HILL – Habitat in Living Landscape

Buso della Rana. Il nome desta curiosità, ma nulla ha a che fare con il simpatico anfibio.
Deriva dalla terminologia cimbra “roan” che significa “parete rocciosa”, quindi “buso (buco in dialetto veneto) dea roan” (parete rocciosa) poi diventato “della Rana.
E’ una grandiosa cavità naturale formatasi nel corso di alcuni milioni di anni a Monte di Malo, in provincia di Vicenza e rappresenta uno dei più importanti sistemi carsici d’Italia.

Un vero e proprio scrigno di biodiversità che dagli anni ’90 è stato inserito nell’elenco di Natura 2000, la rete di siti di interesse comunitario e zone di protezione speciale creata dall’Unione Europea. Attualmente è sede dell’importante progetto di ricerca HILL – Habitat in Living Landscape per studiare e acquisire nuove conoscenze sull’ambiente ipogeo e la varietà di fauna e flora che conserva.

Il progetto HILL e la biodiversità dei chirotteri

Nella realizzazione del progetto, che ha preso il via nel dicembre 2023 e continuerà fino alla fine del 2025, sono coinvolti diversi partner tra i quali Biosphaera quale coordinatore, la Federazione Speleologica del Veneto, l’ALDA – European Association for Local Democracy, il Comune di Malo, il Museo del Priaboniano oltre alle Università di Padova e di Barcellona.

“La grotta conserva un vero e proprio esempio di ecosistema ipogeo – spiega il presidente di Biosphaera Michele Ferretto – fatto di varie componenti, dalle rocce all’acqua, specie vegetali e animali. Tra questi, in particolare, diverse varietà di chirotteri (pipistrelli), mammiferi tutelati a livello europeo. Il progetto in essere vuole contribuire allo studio della specie e alla sua conservazione ma non solo. L’obiettivo principale è la tutela di due delle 18 aree di Natura 2000 che si trovano nel territorio vicentino, considerate “Zona Speciale di Conservazione” ZSC che sono il Buso della Rana e Le Poscole, una piccola valle ricca di acqua. Auspichiamo di collegare tra loro le due aree, che sono poco distanti l’una dall’altra, e di realizzare un Piano di gestione del sito unificato coinvolgendo le associazioni speleologiche e la Regione Veneto. L’intenzione è anche quella di arrivare a predisporre nel Museo del Priaboniano due sale dedicate alle risorse naturali e habitat del Buso della Rana e alla storia della speleologia in Veneto e in Italia”.

Un punto di riferimento per gli speleologi

La cavità Buso della Rana raggiunge circa 40 km di sviluppo totale ed è formata da molti rami attivi, laghetti, passaggi che convogliano l’acqua proveniente dal sovrastante altopiano carsico del Faedo-Casaron facendola defluire nel rio Rana che sgorga all’ingresso della grotta e alimenta la rete idrica comunale. Il progetto in corso di sviluppo prevede l’installazione di un vero e proprio sistema di monitoraggio della grotta, punto di riferimento per gli speleologi non solo del Veneto ma di tutta Italia. Come anche di chi desiderasse esplorarla partecipando a visite guidate (www.biosphaera.it).

Sono già stati posizionati dei microfoni. Uno di questi serve in particolare per raccogliere i dati sonori dell’ambiente quali i suoni dell’acqua, i rumori delle persone e la loro frequenza all’interno della grotta; gli altri sono dedicati a rilevare i dati dei chirotteri presenti. Ve ne sono 35 specie, soprattutto nel periodo invernale quando scelgono Il Buso della Rana per il letargo, mentre nel periodo estivo poiché si tratta di animali notturni, vi si riposano durante il giorno. I dati rilevati dai microfoni periodicamente sono inviati all’Università di Barcellona, che collabora al progetto HILL, dove un sofisticato sistema computerizzato provvede a immagazzinarli e catalogarli grazie alla collaborazione del professor Francesco Sauro, famoso docente di geologia e speleologia.

Il Museo del Priaboniano

Tra gli obiettivi del progetto HILL c’è anche quello che riguarda il Museo del Priaboniano che si trova in località Priabona, una frazione di Malo.

Stratotipo del Priaboniano nel Museo a Priabona

Qui infatti verranno convogliate le informazioni raccolte dal monitoraggio della grotta. Questo Museo ha rilevanza internazionale e attira studiosi e appassionati da tutto il mondo per la presenza dello Stratotipo del Priaboniano, uno strato roccioso identificato in questa località nel 1893.
La struttura è un significativo centro di raccolta delle scoperte effettuate sul territorio di Monte di Malo, che hanno rivelato interessanti aspetti geopaleontologici.

Silvia Bolognini

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