Il progetto-pilota del Comune padovano ottiene un finanziamento da oltre 4,3 milioni nell’ambito del Pnrr
Potrebbe essere definita, con un gioco di parole, “la scoperta dell’acqua calda“. In realtà, fa di Montegrotto Terme il primo comune italiano a sperimentare una novità assoluta: il teleriscaldamento con il riutilizzo delle acque reflue provenienti dagli impianti termali.
Nonostante l’ Italia di energia geotermica ne abbia a volontà, i territori che sfruttano questa potenzialità sotterranea sono ancora pochi.
Il teleriscaldamento geotermico è realtà da anni per esempio in alcuni comuni della Toscana e anche a Ferrara gli utenti di questo servizio “green” sono migliaia.
Dal Veneto, adesso, arriva però la novità del Comune di Montegrotto, nel Padovano, che per il suo progetto pilota ha ottenuto infatti un finanziamento a fondo perduto da 4,345 milioni di euro da risorse Pnrr vincendo il bando per lo “Sviluppo di sistemi di teleriscaldamento”.
Acque reflue termali: da rifiuto a risorsa
L’idea, nella zona delle Terme Euganee, non è a dire il vero nuovissima. Abano, per esempio, già nel 2015 aveva previsto la possibilità per il riscaldamento del Palasport nel Piano d’azione per l’energia sostenibile.
A Montegrotto, un gruppo di lavoro è attivo già dal 2017 e il primo progetto è stato realizzato con l’Università di Padova nel 2019.
A frenarne fin qui la realizzazione sono stati però principalmente 2 problemi.
Il primo è quello economico, che ha tenuto lontani i potenziali investitori a causa dei tempi lunghi per arrivare a un equilibrio tra costi e ricavi. Superato ora grazie al riconoscimento che il progetto aderisce alle linee guida europee sulla produzione di energia da fonti rinnovabili e senza arrecare danni significativi all’ambiente.
Vi era però anche una questione normativa. La legge vieta infatti l’utilizzo delle acque termali per scopi diversi da quello sanitario. Lo scoglio è stato così oltrepassato puntando sul riutilizzo dei milioni di metri cubi di acque termali scaricati nelle fogne dagli stabilimenti dopo l’utilizzo. Una soluzione che, tra l’altro, solleverà le stesse strutture dal dover pagare la relativa tassa per lo smaltimento dei rifiuti.
Il progetto-pilota e i possibili sviluppi
L’originario progetto del 2019 è stato nel frattempo rivisto, a fine 2021, in conformità alla definizione di “Rete di teleriscaldamento e teleraffrescamento di quinta generazione”.
Il finanziamento ottenuto consentirà di realizzarne il primo stralcio per il riscaldamento pubblico di un’area centrale di 85 edifici, di cui 60 potenzialmente allacciabili, in cui ricadono anche uffici comunali, parrocchia, oratorio e scuola materna.
Il piano potrà essere esteso in seguito potenzialmente all’intero bacino termale, con la rete utilizzabile anche per rinfrescare gli edifici.
L’ottica è quella di trasformare Montegrotto in “Città carbon free” entro la data-obiettivo del 2030 fissata dall’Ue.
Non a caso, già da aprile 2023, il Comune ha realizzato una Comunità energetica rinnovabile e ha pianificato l’installazione di pannelli fotovoltaici su tutti gli edifici pubblici idonei.
La rete, che prevede un’estensione complessiva di 1,1 km, sarà operante in totale assenza di combustione e accoppiata all’utilizzo di elettricità da fotovoltaico.
I reflui di hotel e piscine alimenteranno la rete, con una temperatura di 45° in mandata e 25° di ritorno. Per le prime utenze, dotate di radiatori, le sottocentrali saranno sostituite da pompe di calore, successivamente si potrà usare direttamente uno scambiatore.
Montegrotto e le Terme Euganee nella storia
“Da 3000 anni – commenta il sindaco di Montegrotto, Riccardo Mortandello – la vita di questo territorio ruota attorno a questa risorsa: è giunto il momento di mettere a disposizione della collettività questo bene”.
L’acqua termale trae origine dalle rocce vulcaniche presenti sotto i Colli Euganei, a circa 1100 metri di profondità, che riscaldano le falde superficiali. Ogni anno vengono estratti 15 milioni di metri cubi di acqua.
Il primo sfruttamento dell’acqua termale documentato con certezza nella zona risale addirittura all’Età del Ferro.
Fu dopo il 49 a.C., con il decreto di Giulio Cesare che rese i Veneti cittadini romani a tutti gli effetti, che iniziò la creazione delle terme per usi curativi, che consentì una lunga e importante fase di sviluppo fino alla caduta dell’Impero d’Occidente nel 476 d.C.
Il bacino termale fu rilanciato con il passaggio di Padova sotto la Serenissima Repubblica di Venezia, all’inizio del secolo XV, rendendo l’area famosa in tutta Europa.
Nell’Ottocento, furono gli austriaci a sviluppare e sistemare la zona termale di Montegrotto, che aggiunse al proprio nome la dicitura “stazione di cura, soggiorno e turismo” nel 1950, in seguito all’importante periodo di sviluppo post bellico.
Alberto Minazzi