Tra il 5 e il 6 gennaio lo scenario diventerà tipicamente invernale
Se fino ad oggi abbiamo goduto di un clima che poco ha avuto a che fare con le rigide temperature invernali, sarà l’epifania a segnare la svolta.
Il nuovo anno è partito nel segno dell’anticiclone ma ormai i giorni sono contati e l’arrivo di temperature più basse è dietro l’angolo.
Fino a giovedì l’Italia sarà interessata da una rimonta dell’alta pressione e con venti miti di Libeccio.
Il tempo sarà in gran parte stabile su molte regioni, spiegano gli esperti di iLMeteo.it, con cielo molto nuvoloso o anche coperto sulle zone pianeggianti del Nord e lungo gli Appennini.
Le piogge saranno poche e più probabili tra Liguria di levante e Toscana settentrionale. Le temperature si alzeranno su molte regioni italiane, basti pensare che al Centro – Sud si registreranno 17 – 21 gradi durante il giorno.
Una situazione che cambierà decisamente a ridosso dell’Epifania. Già da venerdì 5 infatti un vortice ciclonico si tufferà nel Mar Mediterraneo facendo peggiorare il tempo sulle regioni del Nord e del Centro dove pioverà diffusamente, in particolare su Nordest e Toscana. Sabato 6 gennaio il ciclone si sposterà verso sud est liberando il Nord dalle piogge ma provocando un più intenso peggioramento al Centro-Sud, soprattutto sul lato Tirrenico. Nello stesso tempo l’anticiclone delle Azzorre innalzatosi fin verso l’Islanda, favorirà la discesa di aria artica verso l’Europa e quindi l’Italia.
L’afflusso di aria gelida dovrebbe concretizzarsi verso lunedì 8 gennaio quando sull’Italia sarà ancora in azione il vortice ciclonico.
Le temperature da quel momento subiranno un drastico crollo scendendo sotto la media del periodo anche di 7 – 8 gradi.
E a proposito di clima Coldiretti evidenzia che nel 2023 gli eventi estremi sono stati 368, vale a dire il 22% in più rispetto allo scorso anno. Questi hanno portato alla morte di 31 persone e 6 miliardi di danni per l’agricoltura. Secondo l’Osservatorio Città Clima di Legambiente e Unipol anche per l’Italia è stato un anno da bollino rosso. Sono cresciute soprattutto alluvioni ed esondazioni fluviali + 170%; le temperature record nelle aree urbane + 150%; le frane da piogge intense + 64%; le mareggiate + 44%; i danni da grandine +34,5% e gli allagamenti +12,4%.
Il Nord Italia con 210 eventi estremi si conferma l’area più colpita della penisola, seguita da Centro con 98 e Sud con 70.