Molte agevolazioni e contributi saranno cancellati, modificati o sostituiti dopo fine 2023: ecco quali
La strategia dei Governi che si sono succeduti negli ultimi anni ha puntato soprattutto sui bonus per fornire aiuti alle famiglie in difficoltà e per provare a contribuire al rilancio dell’economia. Una stagione che, a poco a poco, sembra adesso destinata a esaurirsi.
Con l’arrivo dell’ormai imminente 31 dicembre 2023, così, finirà definitivamente la possibilità di usufruire di molte queste opportunità, sostituite da altre simili o addirittura cancellate del tutto. Ma anche per alcune misure che rimarranno in piedi sono in arrivo significative modifiche.
Reddito di cittadinanza addio
Tra i principali interventi che hanno nel prossimo 31 dicembre la “data di scadenza” ci sono 2 delle misure più discusse lasciate in eredità dagli Esecutivi che hanno preceduto quello attualmente in carica: il reddito di cittadinanza e il Superbonus 110%.
Il progressivo superamento del sistema di assistenza pubblica per chi non ha un’occupazione che gli consenta di garantire il sostentamento a se stesso e alla propria famiglia è già partito. È infatti già in vigore la prima misura, ovvero il nuovo Supporto per la formazione e il lavoro.
Ma, finito il 2023, spariranno definitivamente reddito e pensione di cittadinanza, rimpiazzati dall’Assegno di inclusione. Il nuovo contributo sarà erogato dal 2024, anche se va ricordato che gli aventi diritto possono presentare la relativa domanda già dal 18 dicembre.
Superbonus non più “super”
Pensato per facilitare la riqualificazione del patrimonio edilizio, il Superbonus 110%, che prevede la possibilità di usufruire di una detrazione superiore all’importo speso, si è tradotto soprattutto in un onere eccessivo (sono state ipotizzate cifre attorno ai 100 miliardi di euro) per le casse pubbliche.
Lo stop all’aliquota piena inizialmente prevista, a onor del vero, è già in vigore da un anno, perché le scadenze indicate per le relative delibere e documenti autorizzativi fanno riferimento al 2022. Dal 1° gennaio 2024, però, l’aliquota per chi ne usufruirà sarà ulteriormente ridotta, passando dal 90% al 70%.
Riguardo alle case, poi, va ricordato che il 31 dicembre 2023 scadrà definitivamente l’agevolazione, consistente in un credito d’imposta Irpef pari al 50% dell’Iva, per l’acquisto di case “green” di classe energetica “A” o “B”. La misura, introdotta con la scorsa Legge di Bilancio, non sarà infatti rinnovata.
I bonus che scompaiono
Dagli occhiali all’acqua, dai decoder alle auto, sono quindi numerosi i settori che vedranno venir meno con fine anno i bonus oggi attivi. Per esempio, sono gli ultimi giorni, per chi ha un Isee sotto i 10 mila euro, per usufruire di un voucher da 50 euro per l’acquisto di occhiali da vista o lenti a contatto.
È agli sgoccioli anche il triennio del “bonus veicoli sicuri”, conosciuto anche come “bonus revisione auto”, consistente in un contributo (da 9,95 euro), introdotto nel 2021, per effettuare la revisione della propria macchina in un centro autorizzato. Gli incentivi per l’acquisto di auto “green” saranno invece prorogati.
Tra i bonus non confermati vanno poi ricordati quello “acqua potabile”, che consente un credito d’imposta del 50% della spesa per l’acquisto di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e addizione di anidride carbonica per il consumo domestico di acqua, e il bonus per l’acquisto di un nuovo decoder televisivo riservato agli over 70 con reddito fino a 20 mila euro.
Bonus che cambiano o si depotenziano
Vi sono infine bonus per cui, con il nuovo anno, pur senza assistere a una cancellazione arriveranno modifiche sostanziali. Per esempio, il tetto massimo di spesa a cui applicare la detrazione del 50% prevista dal “bonus mobili” scende da 8 mila a 5 mila euro.
Quanto al bonus “App 18”, che assegnava 500 euro a tutti i nuovi maggiorenni, sparirà. Ma, sia pure per una platea ridotta di potenziali fruitori, le nuove soluzioni potrebbero essere addirittura più vantaggiose. Saranno infatti cumulabili tra loro le 2 nuove “carte”, entrambe da 500 euro: la “Carta cultura“, che prevede un Isee massimo di 35 mila euro, e la “Carta del merito“, riservata a chi consegue la maturità con 100/100.
Si traduce infine sostanzialmente in un abbassamento della soglia Isee, da 20 mila a 15 mila euro, il passaggio dal “bonus trasporti” da 60 euro (destinato a sparire) alla gestione dell’agevolazione per l’acquisto di abbonamenti ai mezzi pubblici tramite la social card “Dedicata a te”.
Alberto Minazzi