I controlli del Comando Carabinieri per la Tutela della salute hanno portato alla luce oltre 585 irregolarità su tutto il territorio nazionale
Che i dolci natalizi costituiscano un “attentato” alla linea è risaputo. E, in fondo, saranno ben pochi coloro che, nei prossimi giorni, non si concederanno qualche sgarro a tavola.
Che, però, una fetta di panettone possa risultare potenzialmente nociva anche per la nostra salute è tutt’altro che accettabile. Ed è per questo che i Carabinieri del Nas hanno messo in campo, negli ultimi giorni, una fitta rete di controlli e ispezioni in circa 1.000 imprese di tutta Italia.
Tra frutta secca contaminata, pistacchi pieni di parassiti e montagne di panettoni, pandori e altre specialità tipiche del periodo spacciati per artigianali, sono state così sequestrate 39 tonnellate di dolci natalizi e materie prime “detenute in cattivo stato di conservazione o in locali interessati da gravi carenze igienico strutturali, invase da parassiti, prive di tracciabilità e oggetto di frode in commercio“.
L’azione dei Nas
Il Comando per la Tutela della salute ha effettuato accertamenti in stabilimenti appartenenti a tutte le fasi di produzione, distribuzione e vendita al dettaglio della filiera, sia a livello artigianale che industriale.
Le strutture in cui sono risultate irregolarità sono state 382 e oltre 585 le violazioni penali e amministrative, con sanzioni che hanno superato i 423 mila euro. Emessi anche 27 provvedimenti di chiusura o sospensione delle attività di produzione e vendita.
L’attività ispettiva ha portato al deferimento all’Autorità giudiziaria di 18 gestori e titolari di attività, con l’ipotesi di frode in commercio e detenzione di prodotti dolciari in cattivo stato di conservazione.
Altre 342 persone sono state sanzionate per carenze dei laboratori di pasticceria e mancata applicazione della tracciabilità e delle procedure preventive di sicurezza alimentare.
Micotossine, aflatossine, parassiti e prodotti finti artigianali
Entrando nel dettaglio, i Nas di Bologna hanno sequestrato 24 tonnellate di frutta secca contaminata da micotossine, sostanze di origine fungina pericolose per la salute. In provincia di Ravenna, sono stati invece rinvenuti 24 mila kg di armelline sgusciate non conformi per la presenza di aflatossine superiori ai limiti di legge.
In provincia di Catania, sono state invece sequestrate oltre 2 tonnellate di semilavorati di origine e pistacchio in guscio invasi da parassiti.
Sempre i Carabinieri bolognesi hanno sequestrato oltre 500 tra panettoni, pandori e altri dolci natalizi tipici. Una parte, commercializzata come artigianale, è infatti risultata di produzione industriale, così come avvenuto, con deferimento per frode, anche per la titolare di un panificio in provincia di Viterbo. In altri casi sono emersi ingredienti diversi per qualità e origine rispetto a quanto dichiarato in etichetta. In provincia di Bergamo, invece, una pasticceria esponeva 36 pandori, poi sequestrati, come “di produzione propria”, ma acquistati da un altro produttore.
Sequestri di Natale
La finta artigianalità, insieme alla provenienza non locale delle materie prime diversamente da quanto indicato, ha riguardato anche altri prodotti. Nel primo caso, per esempio, per i semifreddi natalizi di un bar-pasticceria in provincia di Roma. Tra Agrigento, Palermo e Trapani i sequestri hanno coinvolto 4 pasticcerie e 2 aziende dolciarie, con il sequestro di 260 panettoni e 400 vasetti di crema di pistacchio o mandorle privi di tracciabilità e con riferimento a ingredienti non siciliani, ma provenienti da altre regioni o dall’estero.
Sempre nell’isola, è stato denunciato anche il titolare di un laboratorio dolciario che ha impiegato materie prime e semilavorati congelati e in cattivo stato di conservazione, tenuti in ambienti con gravi carenze igienico-sanitarie, con presenza di carcasse di insetti ed esalazioni nocive dovute al cattivo funzionamento dell’impianto fognario. Ben 1.700 i kg di prodotti finiti ritenuti non idonei al consumo. A Latina è stato invece chiuso un laboratorio di produzione dolciaria sito in uno stabile apparentemente in stato di abbandono con gravissime carenze igienico strutturali.
Alberto Minazzi