In Italia si producono meno rifiuti e si fa più differenziata. Verso gli obiettivi europei. Ecco gli ultimi dati raccolti dall’Ispra nel suo rapporto presentato oggi
All’inizio era una mappa con una macchia verde scuro circondata da tanto verde pallido. Poi si è via via colorata in modo più deciso, fino a diventare tutta dello stesso verde. Con alcune aree in cui la tonalità è ancora meno forte che in altre, ma di ottimo auspicio verso il futuro.
L’Italia fotografata dall’ultimo rapporto Ispra in materia di rifiuti, sta progressivamente raggiungendo i suoi obiettivi.
E nel 2022, per la prima volta, segna un segno meno davanti alla produzione di rifiuti urbani con 29,1 milioni di tonnellate: in calo dell’1,8% rispetto all’anno precedente.
Nello specifico, la media di produzione di rifiuti è di 506 chilogrammi l’anno per abitante, con il Centro Italia che arriva a 532 e il Sud a 454.
“In particolare – si legge nel rapporto Ispra -tra le regioni settentrionali, le maggiori contrazioni si osservano per il Trentino-Alto Adige (-3,7%), la Lombardia (-3,3%) e il Veneto (-2,5%); al Centro, per le Marche (-2,7%) e la Toscana (-2,1%) e al Sud per il Molise (-3,2%), la Calabria e la Sardegna (-2,5% per entrambe) e la Puglia (-1,9%)”.
La differenziata aumenta in tutto lo stivale
Aumentata è invece la raccolta pro capite, soprattutto nelle regioni del Nord (eccetto la Liguria), che si collocano al di sopra della media nazionale con 322 chilogrammi all’anno per abitante. Bene anche al Centro-Sud, con la Toscana in testa con i suoi 387 chilogrammi, seguita da Marche (371 chilogrammi), Umbria (352 chilogrammi) e Sardegna (351 chilogrammi).
“Il più alto valore di raccolta differenziata pro capite si registra, analogamente ai precedenti anni – precisa il rapporto – per l’Emilia Romagna, con 469 chilogrammi per abitante, seguita dalla Valle d’Aosta con 407 chilogrammi e dalla Toscana con 387 chilogrammi. I valori più bassi si rilevano, invece, per la Sicilia (236 chilogrammi), la Basilicata (228 chilogrammi), la Calabria (219 chilogrammi) e il Molise (219 chilogrammi).
Le maggiori crescite, rispetto al 2021, si osservano per la Valle d’Aosta (+21 chilogrammi), la Sicilia (+17 chilogrammi) e la Liguria (+10 chilogrammi)”.
La sorpresa di Cagliari, la riconferma di Venezia
Tra le città metropolitane, quanto a raccolta differenziata, ha aumentato le sue quote addirittura del 74,4%, aggiudicandosi il primo posto, Cagliari, arrivata al 76,4%.
Subito dopo, però, si riconferma Venezia (72,1%), seguita da Bologna (69,3%), Firenze (68,5%) e Milano (68,3%).
“Il valore più basso, 34,9% – scrive l’Ispra – si registra per Palermo che fa, comunque, rilevare una crescita di 1,6 punti rispetto al 2021”.
Anche l’analisi a livello comunale rispecchia l’andamento generale.
Tra i Comuni con più di 200 mila abitanti, infatti, i “maggiori livelli di raccolta pro capite si rilevano per il comune di Venezia, con 395 chilogrammi, e quello di Padova (384 chilogrammi) mentre i minori per Catania (162 chilogrammi) e Palermo (85 chilogrammi)”.
Non stupisce così che le percentuali più alte della raccolta differenziata, che a livello nazionale riguarda il 65,2% della produzione, si registrino in Veneto, dove si arriva al 76,2%.
E un dato positivo viene sottolineato anche per l’ultima regione della classifica, la Sicilia, che per la prima volta nel 2022 ha superato la quota del 50%, portandosi al 51,5% , e negli ultimi cinque anni ha guadagnato 22 punti percentuali.
Riciclo verso l’obiettivo 203o
In aumento generale è anche il dato sul riciclo dei rifiuti urbani in Italia, arrivato al 49,2%: l’obiettivo per il 2030, però, sembra ancora lontano, attestandosi sul 65%.
“La frazione organica rappresenta il 41% dei rifiuti riciclati, la carta e cartone il 24,9%, il vetro il 14,4%, il legno il 6,4% e la plastica il 5,4% (5,5% nel 2021 e 4,6% nel 2020”, evidenzia il rapporto 2023 che aggiunge: “La raccolta differenziata del vetro supera i 2,3 milioni di tonnellate, in aumento rispetto al 2021 (+3,4%). Per questa frazione, si stima che gli imballaggi rappresentino la tipologia prevalente di rifiuto (il 92% della raccolta totale)”.
Dei rifiuti restanti, il 18% viene smaltito in discarica e nella stessa percentuale dagli inceneritori.
In generale, dunque, gli obiettivi europei fissati al 2025 per le frazioni merceologiche sono già stati raggiunti. Eccezion fatta per la plastica, che dal 48,8% dovrà raggiungere il 50%.
In tutto questo, monitorati speciali sono gli imballaggi, soprattutto in carta e legno, per i quali gli obiettivi della normativa europea sono ancora lontani e per il cui miglioramento, in termini di riciclo, sono state inserite nel PNRR interventi di rafforzamento delle infrastrutture per la raccolta differenziata e nuovi impianti di trattamento.
Rifiuti urbani: inizia il risparmio
Tra le notizie positive del rapporto Ispra, anche l’esito del monitoraggio dei costi pro capite per la gestione dei rifiuti urbani, che risultano diminuiti di 2,2 euro per abitante e che si sono attestati nel 2022 a 192,3 euro l’anno a fronte dei 194,5 del 2021.
I costi variano a seconda della raccolta e degli impianti a disposizione. Sono così superiori al Sud e al Centro (202,3 e 228,3 euro) e minori al Nord (170,3 euro).
Consuelo Terrin