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Basilica di San Marco: sistema adeguato. Ora del tutto all'asciutto

Basilica di San Marco: sistema adeguato. Ora del tutto all'asciutto

Con l’aggiunta delle barriere antigalleggiamento automatiche, nartece all’asciutto al 100%

Acqua alta dopo acqua alta, il Mose sta confermando la sua efficacia per proteggere l’intera città di Venezia dalle maree più elevate. Ma, per le aree del centro storico lagunare in cui il suolo è più basso, a partire da quella in cui sorge un capolavoro come la Basilica di San Marco, c’è una “zona grigia” che richiede soluzioni diverse.
Ogni movimentazione delle paratoie alle bocche di porto ha infatti un costo significativo e dunque viene garantita solo a partire da un certo livello toccato dal mare: 120 cm.

Una nuova soluzione per proteggere i mosaici del nartece di San Marco

Per evitare che l’acqua salata, a quote intermedie di marea in cui la città lagunare non è protetta dal Mose, possa infiltrarsi in contesti delicatissimi, provocando gravi danni a patrimoni artistici come per esempio i mosaici del nartece di San Marco, si è dunque continuato a lavorare su soluzioni diverse che integrino la protezione. Anche perché l’acqua, in un contesto come quello veneziano, sferra il suo attacco da tutti i fronti, dalla pioggia, alla superficie, al sottosuolo, permeando gli strati di pietre e sabbia su cui poggia Venezia.

Il nartece della Basilica di San Marco - Venezia
Il nartece della Basilica di San Marco – Venezia

Basilica all’asciutto con “tappi” ai gatoli e barriere

Guardando a quel che c’è sotto la parte emersa della città, va ricordato che Venezia, e Piazza San Marco in particolare, poggia su un sistema di cunicoli in muratura, chiamati “gatoli”, attraverso i quali vengono gestite insieme le acque portate dalle maree, quelle piovane e quelle reflue degli edifici. E, proprio nei gatoli che convergono verso la Basilica, dal 2019 è stato montato un sistema di 4 “tappi”, ideato da Hydro Air Bank, che, evidenzia il proprietario, Ferdinando Ferraro, “evita l’80% degli allagamenti del nartece”.

Allagamento di Piazza San Marco attraverso i cunicoli

Ora la Basilica resta sempre all’asciutto

Per arrivare al 100% fondamentale per proteggere le murature e le opere d’arte di San Marco, da circa un anno è stata realizzata dalla Procuratoria una cintura di barriere trasparenti che circondano la Basilica, proteggendola dagli allagamenti operati dall’acqua che corre sopra la Piazza fino ai 120 cm di marea, che fanno scattare il Mose. Di conseguenza, anche il sistema di protezione dall’acqua dei gatoli, che è attivo dal livello del calpestio stradale fino a 2 metri nel sottosuolo, è stato in contemporanea adeguato.
Ora è in grado di resistere a una pressione equivalente a una colonna di 3,5 metri d’acqua. E i risultati, afferma Ferraro, sono stati quelli attesi: “Anche quando il Mose non interviene e la Piazza si allaga, almeno la Basilica ora resta sempre all’asciutto”.

Il titolare di Hydro Air Bank Ferdinando Ferraro

Alla scoperta del sistema anti-allagamento nei gatoli

“La nostra soluzione del problema – spiega il proprietario di Hydro Air Bank – si basa sull’utilizzo di dispositivi anti allagamento normalmente utilizzati per fabbriche, ospedali o parcheggi”.
Si tratta in sostanza di due barriere di difesa che si azionano automaticamente. Non sono uguali tra loro perché diversi sono i gatoli di San Marco, alcuni a sezione rettangolare e altri a sezione cilindrica.


“Nei gatoli  – continua Ferraro – sono installati dei sensori che rilevano la presenza dell’acqua e, quando questa supera un certo livello, attivano automaticamente la chiusura del gatolo utilizzando una paratoia d’acciaio, sollevata da un pallone”.
Nel caso in cui, durante l’allagamento, dalle forine o attraverso la naturale permeazione del terreno un minimo flusso di acqua all’interno del gatolo, pari a circa il 5% del totale, rimane, questa è perfettamente gestibile con un gruppo di pompe di rilancio posizionate sul loro fondo.

Il sistema di controllo dal campanile

I diversi quadri relativi alla parte impiantistica del sistema, da quelli relativi ai compressori a quelli basati su computer elettronici che regolano l’impianto, recependo i segnali dei sensori e mandando i comandi a valvole e compressori, sono stati installati al primo piano del campanile di San Marco. Il sistema, spiega ancora Ferraro, consente un monitoraggio e una gestione anche da remoto, ricordando che “quando il livello dell’acqua torna alla normalità, bisogna abbassare le paratoie e attivare le valvole pneumatiche per lo scarico”.

La gestione del sistema e le prospettive

Il sistema utilizzato nei gatoli di San Marco non richiede particolari mautenzioni, se non un’ispezione periodica annuale, paragonabile al “tagliando” delle caldaie, in cui in genere viene simulato un allagamento. Il sistema è infatti completamente “green”, funzionando esclusivamente ad aria e acqua, senza l’impiego di alcun olio, grasso o lubrificante, facendo venir meno la necessità di integrazioni di questi materiali e risultando così compatibile con un ambiente acquoso. Potenzialmente, può andare avanti negli anni senza particolari modifiche. Trattandosi in ogni caso di un intervento sperimentale, il proprietario di Hydro Air Bank individua comunque una possibile evoluzione.

Nessuno – sottolinea – sa esattamente cosa transiti in questi gatoli secolari. Noi abbiamo messo dei tappi e una protezione di filtri, davanti e dietro, per impedire che si ostruiscano. Ma il tutto va monitorato. Bisogna alzare il coperchio, per vedere per esempio se vi finiscano pesci morti o se si attacchino ai filtri dei peoci. L’intervento di pulizia è già possibile, ma riteniamo che si possano contenerne i costi. In tal senso, sarebbe secondo noi utile prevedere un sistema di tombinatura per agevolare questo tipo di operazioni”.

Da Piazza San Marco all’Osellino (per il cuneo salino)

La tecnologia sviluppata per proteggere la Basilica di San Marco deriva da quella ideata da Pirelli, che per prima ha creato i palloni per le dighe. Hydro Air Bank l’ha evoluta, aggiungendo lo scudo metallico che la adegua per impieghi potenzialmente molto più estesi. E non si tratta solo di teoria. Come ricorda Ferraro, proprio nel Veneziano un sistema basato sulla stessa filosofia, ma in scala molto maggiore (i tappi dei gatoli misurano tra 70 e 80 cm, qui si parla di paratoie da 3 metri), è stato realizzato sull’Osellino, con la prima diga antisale per fronteggiare il cuneo salino.

Alberto Minazzi

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