La psicologa e criminologa Antonella Ciccarelli: “Oggi gli uomini devono fare un lavoro sulla mascolinità. Ma anche noi donne dobbiamo fare un lavoro su noi stesse”
Ci sono uomini che hanno agito con violenza contro le rispettive compagne ed ex compagne, dalle quali sono stati allontanati con intervento delle Forze dell’Ordine.
E ci sono uomini che hanno consapevolezza e timore di poter agire con violenza verso le donne.
Quello della violenza di genere (fisica, psicologica, sessuale) è un fenomeno crescente che mette tutti con le spalle al muro.
Nelle Marche, accanto ai centri antiviolenza e alle case rifugio per le donne, si è aggiunto dal 2022 un centro regionale per uomini autori di violenze con sede a Macerata e relativi quattro sportelli territoriali, uno per provincia.
Il centro marchigiano per gli uomini violenti
Un progetto sperimentale, realizzato con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità, che vede la partecipazione di una rete di educatori professionali, psicologi, psicoterapeuti e assistenti sociali con formazione specifica in tema di contrasto alla violenza e in formazione permanente.
Finora vi si sono rivolti circa 200 uomini, 150 dalle province di Ancona e Pesaro Urbino.
Si tratta per la maggior parte di uomini per i quali è stato attivato il codice rosso.
Ma non mancano coloro che si sono rivolti al Cuav per timore di agire in maniera violenta rendendosi conto di essere entrati in un vortice mentale pericoloso.
Lavorare sui comportamenti disfunzionali
“Oggi gli uomini devono fare un lavoro sulla mascolinità”, sostiene la responsabile del Centro, la psicologa e criminologa Antonella Ciccarelli .
Nel centro si lavora attraverso colloqui individuali, percorsi che attivano sistemi di buone prassi per rimuovere condotte violente, soprattutto si punta sulla consapevolezza dei comportamenti disfunzionali, sul supporto di comportamenti trasformativi che portino a relazioni sane.
Anche nelle Marche la violenza di genere è in aumento. I dati del Report 2022 confermano che l’ambiente domestico è il luogo dove gli atti di violenza vengono maggiormente perpetrati da una figura maschile, quasi sempre il coniuge, molto spesso con lavoro stabile e senza apparenti problemi di natura psicologica.
L’attenzione ai segnali di pericolo
Ancora quelli che apparentemente sembrano dunque bravi ragazzi, persone perbene.
Ma se proprio loro sono chiamati a fare un percorso sulla mascolinità, “anche noi donne dobbiamo fare un lavoro su noi stesse“, aggiunge Ciccarelli.
“Non sempre le donne comprendono i segnali di pericolo oppure pensano di poter controllare la situazione. Nel caso di Giulia Cecchettin forse lei credeva di poter aiutare Filippo. Questo è il risultato di un’idea di cura che ha radici antichissime, la cura delle emozioni, delle relazioni è immaginata, delegata, concepita nel ruolo femminile. Noi ci siamo emancipate, ma gli uomini ancora si aspettano certe caratteristiche da noi”.
Bisogna quindi imparare a decifrare i segni di ossessione e, soprattutto, ad allontanarsi.