L’ha rilevato il telescopio spaziale Integral dell’Agenzia Spaziale Europea. Perturbata la ionosfera superiore: c’è una variazione del suo campo elettrico
Può accadere una volta ogni 10 mila anni.
Ed è successo il 9 ottobre 2022 : un enorme lampo di raggi gamma (GRB) generato da un’esplosione stellare ha colpito la Terra dopo aver viaggiato per due miliardi di anni nello spazio profondo.
Il lampo, estremamente luminoso e di lunga durata, è stato rilevato dal telescopio spaziale Integral di ESA (Agenzia Spaziale Europea) e molti dei satelliti ad alta energia in orbita vicino alla Terra.
Un tempo i lampi di raggi gamma erano eventi misteriosi ma ora sono riconosciuti come l’effusione di energia proveniente dall’effusione di stelle chiamate supernovae o dalla collisione di due stelle di neutroni super dense.
Il lampo più forte mai misurato dagli anni ‘60
Il potentissimo lampo di raggi gamma o GRB, che è l’acronimo di Gamma-Ray Bursts, come spiega il ricercatore principale dello strumento IBIS di Integral (la missione che aiuterà a scoprire di più sul processo di creazione degli elementi da stelle morenti, ndr) Pietro Ubertini, dell’Istituto nazionale di Astrofisica di Roma, è fenomeno più forte mai misurato dagli anni ’60. Così forte che il suo rivale più vicino è dieci volte più debole.
Statisticamente un GRB potente come questo chiamato GRB 221009A arriva sulla Terra solo una volta ogni 10 mila anni.
Basti pensare che in un intervallo di tempo brevissimo (la durata varia da millisecondi a diverse ore), i raggi gamma sono in grado di sprigionare un quantitativo di energia 10 mila volte superiore a quella prodotta dal Sole nell’arco di tutta la sua vita, di miliardi di anni.
Il lampo di raggi gamma ha colpito la Terra e ne ha perturbato la ionosfera superiore determinando una significativa variazione del suo campo elettrico.
Durante gli 800 secondi in cui i raggi hanno avuto impatto, l’esplosione ha fornito energia sufficiente da far attivare i rilevatori di fulmini in India e determinare un’alterazione ionosferica che gli strumenti in Germania hanno registrato per diverse ore.
Il fenomeno è stato rilevato anche dal China Seismo-Electromagnetic Satellite (CSES), uno strumento scientifico gestito da scienziati italiani e cinesi lanciato nel 2018.
I GRB possibile causa delle estinzioni di massa del passato
I raggi gamma sono più potenti e penetranti dei raggi X utilizzati negli esami medici.
Fortunatamente, spiegano gli esperti, l’atmosfera terrestre fa da scudo per proteggerci da queste pericolose radiazioni cosmiche.
A portare avanti il nuovo studio che ha rilevato l’influenza GRB sulla ionosfera (lo strato dell’atmosfera superiore terrestre che contiene gas elettricamente carichi, chiamati plasma ndr) è stato un team di ricerca internazionale guidato da ricercatori italiani del dipartimento di Scienze Fisiche e Chimiche dell’Università degli Studi dell’Aquila che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell’Istituto nazionale di Astrofisica (INAF) di Roma, dell’Università di Trento, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, dell’Università Tor Vergata di Roma e di altri istituti.
I ricercatori spiegano che l’aspetto più inquietante di questi fenomeni di esplosione di stelle nella nostra galassia, la via Lattea, potrebbe avere effetti catastrofici per la vita sulla Terra. Non a caso si ipotizza che alcune estinzioni di massa del passato possano essere state causate proprio da eventi del genere, come quella dell’Ordoviciano, verificatasi circa 440 milioni di anni fa.
Lo studio dei raggi gamma
In passato i GRB sono stati avvistati colpire la ionosfera inferiore durante la notte quando l’influenza solare viene rimossa, ma mai nella parte superiore.
Questo aveva portato a credere che, nel momento in cui avrebbe raggiunto la Terra, l’esplosione di un GRB non sarebbe stata abbastanza potente da produrre una variazione nella conduttività ionosferica che portava a una variazione del campo elettrico.
Invece, l’ultimo evento ha dimostrato una forte variazione del campo elettrico nella ionosfera superiore.
Questo GRB particolarmente potente ha avuto luogo in una galassia distante quasi due miliardi di anni luce, eppure aveva ancora abbastanza energia per influenzare la Terra. Sebbene il Sole sia la primaria fonte di radiazione in grado di influenzare la ionosfera, questo fenomeno ha attivato strumenti generalmente riservati allo studio delle immense esplosioni nell’atmosfera solare note come brillamenti solari, con un impatto sugli strati più bassi della ionosfera terrestre situati a sole decine di km sopra la superficie del nostro Pianeta.
Silvia Bolognini