Torino, Venezia e Bologna le tre città metropolitane sul podio. Ecco come gli alberi influiscono non solo sulla salute ma anche sull’economia
Meno cemento, più alberi.
Potrebbe sembrare uno slogan. Ma è quanto si sta registrando in Italia, dove la superficie forestale complessiva è in costante aumento, tanto da occupare più del 40% della superficie nazionale tra foreste e aree boscate.
Una crescita avvenuta man mano nel tempo, con un sensibile aumento legato soprattutto agli ultimi decenni.
La prima Carta forestale del Regno d’Italia, datata 1936, forniva come dato indicativo di superficie forestale di 6.364.000 ettari. L’ultimo rapporto RaFITALIA sullo stato delle foreste, pubblicato nel 2019, sottolineava come la superficie forestale, pari allora a 10.982.013 ettari, superasse di ben 4.618.013 ettari quella degli anni ’30.
Atlante delle foreste: sul podio Torino, Venezia e Bologna
Ora, la terza edizione dell’Atlante delle Foreste, lo studio condotto da Legambiente in collaborazione con AzzeroCO2 e Compagnia delle Foreste per Il Sole 24 Ore, certifica che “sono quasi 2,9 milioni gli alberi piantati in Italia tra il 2022 e i primi mesi del 2023 su una superficie di 4.504 ettari, pari a circa 6.500 campi di calcio”.
Che sono andati a colorare di verde soprattutto le Città metropolitane di Torino, Venezia e Bologna, le prime ad aver colto al balzo la possibilità di beneficiare dei fondi prevenienti dal Decreto Clima e Pnrr.
“Si parla spesso di troppa cementificazione e di aree sature da investimenti immobiliari, in questo caso il territorio metropolitano dà una forte risposta green, dimostrando di poter e voler pensare all’ambiente e soprattutto al futuro delle giovani generazioni -ha commentato il sindaco della Città Metropolitana di Venezia, seconda in Italia per numero di alberi piantumati, Luigi Brugnaro -. Il risultato delle piantumazioni degli ultimi due anni lo vedremo crescere negli anni, come il beneficio di queste azioni. E’ un punto d’orgoglio per i comuni che hanno aderito ai due bandi in questi anni – ha continuato -. Il risultato ottenuto dalla Città metropolitana e certificato da Legambiente è infatti il frutto di una programmazione a lungo termine che risponde alle linee del Piano Strategico e dà risposte concrete sul piano del rispetto ambientale”.
Un beneficio di 23,5 milioni di euro
I dati censiti dall’Atlante delle Foreste provengono da 3.783 articoli scientifici pubblicati sulle principali riviste di settore tra il 1996 e il 2020 sul patrimonio arboreo del territorio nazionale. Ed evidenziano non solo un trend in costante crescita delle piantumazioni messe a dimora ma anche come le nuove aree verdi determinino un “beneficio complessivo del valore di oltre 23,5 milioni di euro per ciascuno degli anni di vita dei nuovi impianti arborei ed arbustivi”.
Insomma, gli alberi non solo sono fondamentali per l’assorbimento della CO2 ma hanno anche “un ruolo cruciale nel sistema economico e sociale del Paese”.
La Città Metropolitana di Venezia, per esempio, in 10 dei suoi comuni e in una superficie di 81,86 ettari, ha piantumato nel periodo preso in considerazione 92.037 alberi, per un investimento complessivo di 4.225.320,82.
Che ritorneranno tutti in valenza ambientale e sociale, in riqualificazione e fruibilità delle aree, in qualità dell’aria, in mitigazione degli eventi climatici estremi. L’Atlante delle Foreste quantifica questi benefici con un’incidenza economica positiva di 2.202,9 € per ettaro all’anno. Ai quali si aggiungono 639,2 € per ettaro anno in termini di turismo sostenibile e attività culturali e 2342,5 € per ettaro anno legati alla biodiversità e al funzionamento degli ecosistemi forestali.
6,6 milioni di alberi entro il 2024
Se le tre Città Metropolitane sul podio delle piantumazioni sono Torino, Venezia e Bologna, le regioni con il più alto numero di alberi messi a dimora tra 2022 e 2023 sono Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto.
Ma entro il 2024 i dati aumenteranno ancora, perché secondo quanto previsto dal Pnrr ci sarà in Italia la messa a dimora di complessivi 6,6 milioni di alberi.
Un po’ di storia
A livello europeo, la minima estensione della superficie forestale si registrò a metà del Settecento.
Tanto che fu a un certo punto necessario promulgare leggi a tutela dei boschi.
Ancora una volta, si distinse Venezia.
La Serenissima, infatti, affrontò i problemi legati all’approvvigionamento del legname – indispensabile per il suo Arsenale – e alla tutela idraulica della laguna con un approccio scientifico, gettando di fatto le basi della moderna selvicoltura e di quella che oggi viene definita sostenibilità ambientale.
La nuova fase di crescita dei boschi prese il via con il passaggio dall’uso massiccio di combustibile fresco e carbone ai combustibli fossili. Ora, con l’avvio ai combustibili ecosostenibili, è iniziata una nuova fase.
Consuelo Terrin