Alle 12, il caso di nuovo alla Court of Appeal inglese dopo l’attivazione dall’Italia delle procedure della Convenzione dell’Aja
C’è ancora un filo di speranza per Indi Gregory, la bambina inglese di 8 mesi ricoverata al Queen Medical Center di Nottingham per una gravissima patologia mitocondriale ritenuta inguaribile dalla scienza medica. La sospensione dei trattamenti vitali mediante distacco dai sostegni esterni, prevista dalla legge inglese in questi casi e inizialmente programmata per le ore 15 di ieri, è stata prima rinviata di 2 ore e poi almeno fino alla giornata odierna.
Come ha annunciato, sul social network “X” il legale della famiglia Gregory, Simone Pillon, è stata infatti fissata, per le ore 12 di oggi, 10 novembre, una nuova udienza davanti alla Court of Appeal.
Determinante per rendere possibile il rinvio è risultato l’intervento dell’Italia, che, sempre attraverso l’avvocato Pillon, i genitori di Indi hanno “ancora ringraziato di cuore per quello che sta facendo”. Il Governo italiano, dopo aver concesso lunedì scorso alla piccola la cittadinanza italiana con un provvedimento “umanitario” d’urgenza, ha infatti attivato le procedure previste dagli articoli 9 e 32 della Convenzione dell’Aja sulla protezione dei minori.
In altri termini, come sottolineato dalla onlus Pro Vita & Famiglia, il giudice italiano ha contattato il competente pariruolo anglosassone, trasmettendo gli atti alla Corte d’Appello inglese. In parallelo, la Presidenza del nostro Consiglio dei ministri ha scritto al Ministero della Giustizia britannico.
L’Italia, in sostanza, chiede il nulla osta alla richiesta dei genitori di Indi per trasferire la bambina all’ospedale Bambino Gesù di Roma, che si è offerto di continuare l’assistenza, sia pure fatta di sole cure palliative, in quanto la sindrome di deplezione mitocondriale, di cui soffre la paziente, attualmente è incurabile.
Il necessario provvedimento per procedere al trasferimento fin qui non è arrivato, nonostante la richiesta avanzata anche dal console italiano a Manchester, nella sua funzione di giudice tutelare. Adesso, in attesa del nuovo pronunciamento dei giudici inglesi, come ha concluso il post di Pillon, “la speranza divampa”.