In arrivo il testo definitivo, ma la premier Meloni “consiglia” di aspettare i documenti ufficiali ed esclude espressamente solo il pignoramento telematico
La copertura finanziaria della Legge di bilancio è ridotta all’osso e, in vista della presentazione del testo definitivo in Parlamento, previsto tra la serata di venerdì 27 e sabato 28 ottobre, il Governo sta provando a modificarla e limarla il più possibile.
Nel frattempo, si moltiplicano le ipotetiche bozze in circolazione, spesso veicolate dai mezzi di informazione.
Pignoramento telematico: il presidente del Consiglio lo esclude
La premier Giorgia Meloni ha così deciso di tagliare la testa al toro, scrivendo testualmente su Facebook: “Consiglio di non inseguire i sentito dire o i documenti non ufficiali”.
Un post in cui, riguardo alle singole misure, la presidente del Consiglio si è soffermata espressamente solo sulla ventilata ipotesi dell’introduzione del pignoramento telematico. Escludendola.
“Avviso ai naviganti: nella Legge di bilancio non c’è la norma che consentirebbe all’Agenzia delle Entrate di accedere direttamente ai conti correnti degli italiani”, scrive Meloni. Una ferma presa di posizione dopo che sembrava essere passato l’orientamento di far scattare il pignoramento solo oltre i 1.000 euro di debito col fisco.
In realtà, chiarisce Palazzo Chigi, si tratterà solo dell’informatizzazione di strumenti già esistenti, per renderli più efficienti.
Pensioni: Quota 104 e Opzione donna mobile
Di sicuro, una parte importante della manovra riguarderà le pensioni. La principale novità, insieme all’accorpamento di Ape sociale e Opzione donna nella nuova “Opzione donna mobile 2024”, sarà il passaggio a “quota 104” con la possibilità di uscita dal lavoro con 4 anni di anticipo rispetto ai 67 previsti per chi avrà entro il 31 dicembre 2024 almeno 63 anni di età e 41 di contributi.
Un anno in più, insomma, rispetto all’attuale “quota 103”, con anche finestre d’uscita che potrebbero passare a 3 a 6 mesi per il settore privato e da 6 a 9 per il pubblico, con un aumento anche della pensione maturata necessaria, anche se non si dovrebbe passare da 2,8 a 3,3 volte l’assegno sociale, bensì “solo” a 3 volte (ovvero 1.500 euro).
Non dovrebbe invece essere anticipato dal 2027 al 2024 l’adeguamento dell’importo dell’assegno pensionistico alla speranza di vita.
L’anticipo pensionistico resta comunque una scelta volontaria, con penalizzazioni sulla parte contributiva.
Pensioni: in arrivo tagli per i dipendenti pubblici?
La penalizzazione, secondo le ultime voci circolate, sarebbe invece automatica per circa i 700 mila dipendenti pubblici (tra maestri, infermieri, dipendenti comunali, medici pubblici e ufficiali giudiziari), che hanno iniziato a lavorare tra il 1981 e il 1995, prima del passaggio al sistema retributivo pieno.
La Legge di bilancio potrebbe infatti modificare la tabella delle aliquote utilizzate per i calcoli dei contributi versati, con riduzioni delle pensioni che, secondo le stime del sindacato Confsal-Unsa, potranno superare anche i 7 mila euro annui per una base pensionabile ipotetica da 30 mila euro, riducendosi quanti più sono gli anni lavorati nel periodo. E aumenterà, sulla base delle stesse aliquote, anche il costo dei riscatti degli anni di università.
In tal modo, il risparmio a regime per le casse pubbliche si aggirerà tra 7 e 8 miliardi.
Le altre ipotesi non ufficiali
Nonostante gli inviti del capo di Governo, continuano intanto a circolare possibili anticipazioni sulla Legge di bilancio.
Sul fronte culturale, per esempio, c’è l’ipotesi dell’introduzione di un potere in capo al ministro di prelevare, a propria discrezione, parte degli introiti di mostre, spettacoli musicali ed eventi nei principali musei e teatri d’Italia. E si parla anche dell’esclusione dalle agevolazioni del tax credit per il cinema delle imprese non indipendenti o non europee.
Tra spese autorizzate per il ponte sullo stretto di Messina e possibili interventi nel turnover nella Pubblica Amministrazione, si è parlato anche dell’introduzione di un tetto di 50 mila euro per i titoli di Stato escludibili dal calcolo dell’Isee e resta caldo, all’interno della stessa maggioranza, il tema dell’aumento della cedolare secca per gli affitti brevi, che potrebbe passare dal 21 al 26%.
Chi, invece, boccia già la manovra sono i sindacati Cgil e Uil, che hanno preannunciato scioperi di 8 ore secondo un calendario diversificato che, dal 17 novembre al 1° dicembre, riguarderà le diverse zone del Paese.
Alberto Minazzi