Massiccio dispiegamento di forze dell’ordine a Roma per garantire la sicurezza. 28 mila gli obiettivi sensibili in Italia. Piantedosi: “Ci aspettano mesi complicati”.
“80 anni fa come oggi. Atrocità infernali che la mente umana mai avrebbe potuto immaginare potersi compiere su questa terra”.
Le parole della presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, Noemi di Segni, in vista dell’anniversario del rastrellamento del ghetto di Roma del 16 ottobre 1943 riassumono perfettamente il momento che si sta vivendo 80 anni dopo.
Nessuna delle celebrazioni previste nella capitale è stata infatti cancellata, proprio per mandare un segnale nei confronti dei terroristi che hanno innescato il nuovo conflitto in Israele.
Al tempo stesso, però, si è reso necessario mettere in campo un imponente piano di sicurezza, in aggiunta al rafforzamento della vigilanza già in atto anche in Italia per evitare i rischi per i cittadini.
Tajani: “Non ci sono rischi imminenti ma nulla va sottovalutato”
Non è esagerato parlare di un ghetto blindato, così come le strade di Roma coinvolte nelle manifestazioni, in occasione delle iniziative per il giorno del ricordo del 16 ottobre 2023.
A deporre la corona d’alloro alla Sinagoga romana sarà, alle 19.00, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al termine della Marcia della Memoria, che partirà alle 17.30 dal Campidoglio.
Tutto il percorso sarà presidiato dalle forze dell’ordine, che hanno bonificato il ghetto e accompagnato nella mattinata anche la camminata silenziosa in ricordo dei 1022 ebrei deportati dai nazisti.
E mentre il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani rassicura, sostenendo che “non ci sono rischi imminenti ” e che “l’Italia sta facendo tutto ciò che si deve per garantire sicurezza ai cittadini, a cominciare da quelli di religione ebraica, dalle sinagoghe, dai quartieri a maggioranza di popolazione ebraica che saranno particolarmente protetti”, perché “nulla va sottovalutato”, il presidente dell’Unione Comunità Ebraiche Italiane , Noemi di Segni, rileva: “la coerenza che pretendiamo da chi intenda omaggiare con noi la memoria della Shoah implica oggi saper riconoscere il carnefice e i crimini perpetrati: 80 anni fa come oggi”.
16 Ottobre 1943
Il rastrellamento degli ebrei dal ghetto di Roma del 16 ottobre 1943 è una delle anticipazioni più dure della Shoah.
Nel giorno della celebrazione del Sukkot, furono costretti ad abbandonare le proprie case 1259 persone, tra le quali 207 bambini. Di tutti loro, solo 16 i sopravvissero.
Dapprima furono portati nel centro di smistamento di Palazzo Salviati e qui fu loro consegnato un foglio contenente tutte le istruzioni per la deportazione.
227 si salvarono perché di famiglia mista. Tutta gli altri, il 18 ottobre, furono caricati su un convoglio bestiame che, dalla stazione Tiburtina, era diretto ad Auschwitz.
La cerimonia, nei giorni in cui Israele combatte dopo l’attacco di Hamas, assume 80 anni dopo il senso di un vivo ricordo e il pensiero va così anche ai morti e alle persone sequestrate dai terroristi.
E se questa celebrazione, come gli appuntamenti istituzionali al milite Ignoto e la cerimonia di Cagliari sono state confermate, altre potrebbero non esserlo.
Tra queste, la manifestazione al Circo Massimo di Roma e alcuni eventi collaterali per la Festa delle Forze Armate del 4 novembre.
Crosetto: “Le conseguenze arriveranno e noi dobbiamo prepararci”
“Le conseguenze di guerre che sembrano lontane a noi – ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto – alla fine arriveranno in tutto il mondo e noi dobbiamo prepararci”. Nonostante non siano al momento pervenute minacce al nostro Paese, infatti, “resta una minaccia molto indefinita, molto fluida – ha rilevato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi – I fatti di Francia lo dimostrano: ci aspettano mesi complicati, non c’è dubbio”.
Ecco perché, nell’Italia che continua a vivere la propria quotidianità ma si blinda, le prime misure sono già state attivate.
Non solo il piano di sicurezza, con le forze di intelligence al lavoro notte e giorno sui 28 mila obiettivi sensibili individuati nel Paese e con il rafforzamento delle misure di prevenzione su tutto il territorio ma anche con il richiamo in patria di forze dell’ordine attualmente impegnate in missioni all’estero.