Le previsioni meteo prevedono ancora temperature oltre i 30 gradi e non vedono ancora la fine dell’anomalo impatto degli anticicloni africani
Il 2023 continua a far segnare un record dopo l’altro sul fronte del caldo.
Settembre è stato ufficialmente il più caldo della storia a livello globale, con +0,93 gradi in più rispetto al periodo dal 1991 al 2020 e addirittura uno scarto di +2,51 se si guarda alla sola Europa.
E anche ottobre è cominciato con un trend tutt’altro che diverso, con temperature mai viste in questo mese in gran parte dell’Europa centro-occidentale.
Un caldo ancora a 30 gradi su tutta Italia che, prevedono i meteorologi, ci accompagnerà ancora a lungo.
Anzi, con possibili ulteriori aumenti termici già a partire da questo weekend.
Con l’arrivo del vero autunno spostato decisamente in avanti, visto che l’anticiclone africano Apollo dominerà la scena almeno fino a metà mese, senza al momento previsioni sulla fine dell’ondata di caldo anomalo.
Un weekend di luglio in autunno
Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, conferma che, entro lunedì 9 ottobre, è atteso sul nostro Paese un aumento delle temperature massime tra 3 e 4 gradi e una tendenza, specie al Centro-Nord, di valori tra gli 8 e i 10 gradi sopra le medie del periodo.
Dopo un inizio di weekend soleggiato, con isolati possibili piovaschi tra Potentino, Calabria e Sicilia, anche su queste zone da domenica le precipitazioni si faranno più rare.
Sono previsti, per esempio, tra 32 e 33 gradi a Roma (con la possibilità di battere lunedì il record di caldo mensile assoluto, così come domenica a Milano), Terni, Benevento e Agrigento. Oltre la soglia di 30 gradi, ben oltre il range autunnale, si dovrebbe andare anche a Firenze, con Padova, Vicenza, Rovigo, Ferrara, Ravenna e Siracusa attorno ai 31°.
Le conseguenze del caldo
Se, nelle località costiere, sarà possibile qualche bagno fuori stagione, al caldo anomalo si legano però anche altre conseguenze decisamente meno positive.
A risentire del ritardato inizio dell’autunno sono per esempio le piante, in molti casi in crisi per il clima caldo e secco, e gli animali, con i ritmi del letargo sfasati.
Una condizione che comunque riguarda anche altri Paesi, con l’influsso dell’anticiclone, spiega sempre iLMeteo.it, che arriverà fino a Inghilterra e Olanda.
La tendenza a inverni più miti non esclude però ondate di freddo ed eventi estremi. Del resto, è già successo, per esempio nel 1985, con le gelate di gennaio dopo mesi miti, mentre, al contrario, nel 2003 prima dell’estate record le nevicate proseguirono fino ad aprile, anche a Bari. E se domenica è attesa la prima nevicata a Mosca, anche se è prematuro dirlo con certezza, viste le caratteristiche dei modelli previsionali, il calo termico e l’aumento delle precipitazioni potrebbero verificarsi in Italia dalla seconda metà di ottobre.
Alberto Minazzi