L’Unesco stima una necessità di oltre 69 milioni di nuovi insegnanti entro il 2030
Il 5 ottobre si celebra nel mondo la Giornata degli insegnanti. Persone che per l’Unesco meritano di essere ricordate per il ruolo importante che svolgono in ogni Paese.
Il tema dell’edizione 2023 è “Gli insegnanti di cui abbiamo bisogno per l’educazione che vogliamo: l’imperativo globale per invertire la carenza di insegnanti”.
Una crisi che colpisce l’Italia come il resto del mondo. Basti pensare a quanto rileva lo stesso Unesco: 44 milioni di insegnanti devono ancora essere reclutati a livello globale per raggiungere gli obbiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle nazioni Unite per l’educazione di primo e di secondo grado.
La storia della Giornata mondiale degli insegnanti ha origine il 5 ottobre 1966, quando vi fu la firma, a Parigi, della “Raccomandazione concernente lo Status dei Docenti”.
L’istituzione della giornata dedicata però è arrivata 28 anni dopo, nel 1994 e successivamente, anno dopo anno, è stato scelto un tema di attualità per affrontare i tanti problemi legati all’educazione e all’insegnamento.
Quest’anno Unesco e Organizzazione internazionale del lavoro hanno voluto celebrare il loro ruolo cruciale e l’importanza di invertire la carenza globale lanciando un invito a tutti i Paesi del mondo affinchè diventi una professione più attraente e valorizzata anche dal punto di vista economico.
“La Giornata mondiale degli insegnanti ci ricorda quanto la professione docente sia la più bella e la più importante del mondo – sottolinea il segretario generale Uil Scuola Rua D’Aprile -. L’insegnante prepara gli studenti alla scoperta del mondo, sviluppando in loro il pensiero libero e nello stesso tempo critico. Il tutto in un ambiente ricco di emozioni e anche disagi vissuti dagli alunni nei contesti sociali e familiari. Se così è, al riconoscimento sociale è necessario affiancare anche quello economico”.
Secondo lo studio Education Price Index, infatti, lo stipendio degli insegnanti italiani resta tra i più bassi in Europa collocandoli al 31esimo posto in Unione europea.