Messaggi di cordoglio da tutto il mondo per l’incidente che ha causato 21 morti e 15 feriti, 5 gravi
“Una scena apocalittica, non ci sono parole”.
Ma bastano veramente queste sole, con le quali il sindaco di Venezia ha annunciato di aver da subito disposto il lutto cittadino in memoria delle vittime, per riassumere lo sgomento di fronte all’“immane tragedia” accaduta a Mestre, dove un autobus è volato per 15 metri dal cavalcavia Rizzardi causando la morte di 21 persone, tra le quali due bambini (un neonato e un dodicenne) e 15 feriti, di cui 5 in gravi condizioni.
La tragedia a fine giornata
L’apocalisse è iniziata verso le 19.39 di martedì 3 ottobre 2023.
Il pullman della società “La Linea”, noleggiato con l’autista (il 40enne Alberto Rizzotto, trevigiano, unica vittima italiana della tragedia), stava riportando al campeggio Hu di Marghera i turisti, in gran parte ucraini e per lo più di giovane età, che l’avevano utilizzato per trasferirsi in centro storico ed effettuare la classica gita a Venezia.
Mancava davvero poco per arrivare a destinazione: una decina di minuti e il viaggio in autobus per raggiungere Venezia sarebbe rimasto solo nei loro ricordi.
Invece è accaduto l’inimmaginabile. Dopo le urla disperate udite dai primi automobilisti che si sono fermati sul cavalcavia cercando di capire come poter aiutare, dopo l’immagine di speranza di un uomo che è riuscito a uscire dal pullman capovolto portando con sé una bambina vestita di rosa, solo il fumo, le fiamme. E un silenzio da brividi interrotto solo dall’imminente arrivo di polizia, vigili del fuoco, ambulanze, un elicottero dell’ospedale di Treviso.
La scena apocalittica prendeva sempre più forma.
Le ore di tensione
Tra i testimoni del fatto, un automobilista che transitava a poca distanza dal punto di impatto del bus col suolo è rimasto colpito al punto da non riuscire a rimettersi alla guida per lo choc, motivo per il quale è dovuto arrivare a prenderlo il fratello.
Un vigile del fuoco tra i primi arrivati sul posto ha avuto bisogno di allontanarsi per qualche secondo dal luogo mentre diceva: sono tanti morti, sono troppi i morti.
Ma anche le autorità intervenute, tra cui il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, che ha benedetto le salme, si sono trovati di fronte a scene drammatiche.
Cause al vaglio, probabile un malore
Per cercare di capire cosa abbia causato la fuoriuscita di strada del mezzo, abbattendo il guard rail e prendendo fuoco al contatto col terreno nei pressi dei binari della ferrovia dopo un volo di circa 15 metri, si stanno vagliando le immagini delle telecamere di sorveglianza e quelle delle videocamere interne al bus.
L’ipotesi principale, al momento, è quella di un malore del conducente anche per l’assenza di segni di frenata.
Il tragico bilancio di Mestre
Per ora, resta il tragico bilancio che, al momento, ha portato all’identificazione tra le vittime, secondo quanto riporta il presidente della Regione, Luca Zaia, di 5 ucraini, un tedesco, un francese e un croato. Anche riguardo ad alcuni feriti, molti dei quali sarebbero in rianimazione, sono in corso le procedure di identificazione. Così come restano da chiarire le ragioni che hanno provocato l’incendio dell’autobus elettrico.
Si scava per recuperare i documenti di alcune persone non identificate
La macchina dei soccorsi ha lavorato in maniera incessante fino all’alba per soccorrere i feriti ed estrarre le vittime prima e per ripristinare la normalità poi.
Sono stati impegnati oltre 100 vigili del fuoco, più di 40 mezzi del Suem, tra cui un elicottero, e sono stati coinvolti tutti i principali ospedali del Veneto.
Le operazioni di rimozione dell’autobus, utilizzando anche due gru, si sono concluse poco dopo le 5 di mattina, visto che è stato necessario attendere il raffreddamento delle batterie al litio che hanno preso fuoco. Verso le 6.30 è stato possibile riaprire il cavalcavia al traffico. Sotto, invece, sono iniziate le ricerche dei documenti di alcune vittime che non sono ancora state identificate.
Al campeggio veneziano e all’Ospedale dell’Angelo di Mestre, nel frattempo, sono già arrivati i parenti, per i quali è stata allestita una sala di accoglienza e messa a disposizione un’équipe di psicologi.
Bandiere a mezz’asta e messaggi di cordoglio
Oltre al lutto cittadino disposto dal sindaco Brugnaro, il presidente Zaia ha dato indicazione di porre a mezz’asta tutte le bandiere delle sedi della Regione, annullando nel contempo tutti gli appuntamenti odierni.
Così come è stata rinviata per lutto anche la seduta del Consiglio regionale fissata per oggi a Longarone, in memoria della strage del Vajont.
Il cordoglio dell’Italia e di tutta Europa
Tra i primi a esprimere il cordoglio, attraverso una telefonata al primo cittadino di Venezia, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, mentre la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha subito espresso un pensiero per le vittime e i loro familiari e amici. Ma non sono mancati i messaggi, su “X” (ex Twitter) anche della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, della presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola e il presidente del Consiglio europeo Louis Michel.
A esprimere solidarietà e vicinanza alla Città di Venezia sono stati anche numerosi ministri e politici italiani al di là degli schieramenti, così come, dall’estero, hanno postato un messaggio di cordoglio sui social tra gli altri il presidente francese Macron, il premier polacco Morawiecki e quello francese Borne e il ministro degli Esteri tedesco Baerbock.
Alberto Minazzi