La circolare della Direzione Sanità della Regione raccomanda il ritorno all’uso del dispositivo di protezione per operatori e visitatori di ospedali e Rsa
Formalmente non c’è nessun obbligo, ma una raccomandazione contenuta in una circolare firmata dal direttore generale della Sanità della Regione e sottoscritta anche dal direttore regionale della Prevenzione ha sufficiente autorità per tradursi in misure concrete.
Il Veneto, dunque, si prepara ufficialmente a reintrodurre l’uso delle mascherine Ffp2 nelle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali al fine di contenere la diffusione del Covid-19. Una decisione che è stata comunicata ai direttori delle Ulss il 21 settembre e che si spiega con i più recenti dati sul contagio.
Le indicazioni della circolare veneta
Parlando di mascherine, bisogna ricordare che, fino al 31 dicembre, è previsto dall’ordinanza firmata dal ministro della Salute Orazio Schillaci lo scorso 28 aprile l’obbligo di “indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie” per i lavoratori, gli utenti e i visitatori delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali.
Nell’ordinanza ministeriale non vi è dunque nessun riferimento al tipo di mascherina da usare.
La circolare della regione Veneto, invece, lega la raccomandazione all’uso della Ffp2, dispositivo che garantisce una miglior protezione.
Ed è rivolta tanto agli operatori, quanto a visitatori, accompagnatori e familiari che accedono alle strutture.
La circolare, insieme al richiamo alle ben note misure igienico-comportamentali, come igiene delle mani e respiratoria, suggerisce inoltre la previsione di un periodo di auto-sorveglianza di 5 giorni, con test su base giornaliera, per gli operatori venuti a contatto con un paziente affetto da Covid-19.
I dati Covid
La data della circolare veneta suggerisce come riferimento i dati del bollettino settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità relativi al periodo dal 14 al 20 settembre.
In quell’occasione, il Veneto risultava sceso al terzo posto nazionale per nuovi casi (4.573, erano stati 4.032 la settimana precedente), alle spalle della Lombardia (7.747), superato nei 7 giorni in considerazione anche dalla Campania (5.015). Proprio oggi, 29 settembre, è stato intanto pubblicato dall’Iss il nuovo aggiornamento della situazione. La crescita dell’incidenza resta fortunatamente bassa: si è passati da 61 a 66 casi ogni 100 mila abitanti. Così come è ancora limitato l’impatto sugli ospedali: l’occupazione in area medica è cresciuta dal 4,1% al 4,4%, mentre in terapia intensiva si è leggermente scesi, dall’1% allo 0,9%.
Verso la vaccinazione
In tutta Italia, intanto, si stanno definendo gli ultimi dettagli verso l’avvio della campagna vaccinale.
Al riguardo, la Regione Veneto ha comunicato l’arrivo delle prime 37.480 dosi di vaccino, con altrettante annunciate per la prossima settimana.
Queste saranno usate con priorità, “già nei prossimi giorni”, per soggetti e operatori residenti nelle Rsa.
La consegna delle dosi che consentirà la distribuzione a tutti i medici di medicina generale e alle farmacie che ne faranno richiesta è invece prevista per la settimana del 25 ottobre. Non a caso, se è stata annunciata una data, il 16 ottobre, per l’avvio della campagna di vaccinazione antinfluenzale, riguardo a quella contro il Covid è stata invece prevista una partenza graduale, “tra l’inizio e la fine di ottobre”.
Ferma restando la possibilità di vaccinarsi contemporaneamente per l’influenza e il Covid, ogni Regione sta in ogni caso definendo un proprio calendario vaccinale.
La Lombardia, per esempio, darà il via alle due campagne già domenica 1 ottobre, con una giornata dedicata in 80 centri a over 60, bambini da 2 a 6 anni, donne in gravidanza, operatori sanitari e appartenenti alle forze dell’ordine. L’apertura a tutti coloro per i quali la vaccinazione è raccomandata avverrà invece il 16 ottobre.
Alberto Minazzi