Gelichi: “Il ritrovamento è uno dei più significativi esempi altomedievale. La storia di Venezia passa anche attraverso Sant’Ilario”
Brilla una nuova luce sulla Venezia delle origini e arriva dagli scavi in corso a Dogaletto di Mira.
Le ricerche archeologiche sono riprese nell’agosto di quest’anno, grazie a un cofinanziamento tra Università e Comune, da parte del Dipartimento di Studi Umanistici-Insegnamento di Archeologia Medievale di Ca’ Foscari in collaborazione con il Comune di Mira e la Fondazione Università ca’ Foscari su concessione del Ministero della Cultura.
Le nuove indagini sul campo hanno in buona parte confermato i dati precedentemente emersi che avevano svelato le fondazioni di alcuni dei pilastri della Basilica triabsidata medievale scavata a fine Ottocento e della quale fino ad ora non vi erano tracce tangibili.
Ma la vera novità riguarda la scoperta di un’altra chiesa più antica, a tre navate, di dimensioni più piccole con perimetrali perfettamente conservati.
La nuova chiesa altomedievale
Le ricerche in corso, condotte con sofisticati strumenti non invasivi come i georadar, hanno portato alla luce una nuova chiesa di cui si conservano le fondazioni piuttosto massicce e realizzate in grandi blocchi di pietra.
Proprio dalle fondazioni è emerso un frammento di stele funeraria di età romana, raffigurante una donna con il capo velato, utilizzato come materiale da costruzione per la creazione delle stesse strutture di fondazione.
“Scavare nell’area del Monastero di Sant’Ilario e Benedetto significa toccare con mano uno dei punti cardine della Venezia delle origini – spiega il Professor Sauro Gelichi, docente di Archeologia dell’Università Ca’ Foscari Venezia Dip. Studi Umanistici -. E’ un luogo fondamentale che ha rivelato quelle che sono tra le poche testimonianze del passato della città. Come lo è il sito archeologico di Jesolo, dove si stanno facendo ricerche”.
L’abbazia dei Santi Ilario e Benedetto
L’abbazia dei Santi Ilario e Benedetto fu infatti un importante monastero benedettino situato ai margini occidentali della laguna di Venezia, tra le attuali Malcontenta e Gambarare in località Dogaletto di Mira (Ve).
La storia del monastero si intreccia con quella del ducato delle origini (IX secolo) perché costituisce uno dei luoghi simbolo per ricostruire gli insediamenti tra VIII e XIII secolo e comprendere lo sviluppo della stessa città di Venezia.
“Il Monastero insieme a San Zaccaria e Santo Stefano di Altino – continua il Professor Sauro Gelichi – è uno dei più significativi esempi altomedievale. Dagli scavi in corso, oltre alla nuova chiesa facente parte del complesso del Monastero, stanno emergendo altre strutture, come ad esempio un’area che si pensa potesse ospitare le cucine, materiali romani di costruzione, colonnine di marmo. La storia di Venezia dunque, anche se non viene spontaneo spostare l’attenzione su un comune distante dal capoluogo passa anche attraverso Sant’Ilario”.
Del Monastero nulla rimane a vista. Nel XIX sec, in seguito a scavi archeologici fu ritrovata una Basilica medievale a tre navate, frammenti di mosaici pavimentali e una serie di sarcofagi e lapidi tombali. Le specifiche attuali indagini geofisiche stanno restituendo un quadro significativo sulla presenza di strutture archeologiche ancora sepolte che arricchiranno nuove pagine di storia.
Silvia Bolognini