Un mazzo, tanti personaggi e tre storie che guardano a tre obiettivi: ludico, educativo e sociale
Un gioco “vecchio” di 500 anni, che resiste al passare del tempo e, grazie all’intuizione di artisti contemporanei, si rinnova nelle sue immagini e nella sua storia.
Dopo aver già confezionate le inedite Polesane, a un anno di distanza Alberto Cristini si ripete, consegnando alla città di Padova e ai suoi abitanti le nuove Carte Patavine: quaranta immagini che ripercorrono la storia millenaria del capoluogo veneto, affiancate dai tradizionali semi del mazzo da quaranta carte (spade, bastoni, coppe e denari) il cui gioco per antonomasia è la briscola.
Le nuove Carte Patavine sono state presentate martedì 26 settembre nella sede della provincia di Padova, a palazzo Santo Stefano in piazza Antenore, alla presenza del vice presidente vicario Vincenzo Gottardi, alla rappresentanza di LegaCoop Veneto e alla presidente dell’associazione MammeInsieme di Monselice, Sonia Venturin, la cui cooperativa sociale – dedita a servizi domiciliari per adulti con difficoltà fisiche e psicologiche – collabora con Alberto Cristini per la creazione e la prossima diffusione delle nuove carte a ispirazione padovana.
Come la storia può entrare nella cultura popolare
La creazione di questo nuovo mazzo, come ha ricordato Cristini, già creatore di Kaloriamo, Coloriamiamo e Switch – tutti giochi di carte creati per insegnare l’alimentazione, i colori e le linguedurante la conferenza stampa – è il naturale proseguimento del suo interesse nella pittura e nei giochi, soprattutto per ragazzi.
Lo scopo ludico delle Patavine si accompagna a quello storico: assegnando alle carte più importanti un personaggio o un simbolo di Padova, centro urbano o provincia, l’artista vuole trasmettere e insegnare la storia della città a chi giocherà con questo mazzo, facendo sì che questa non venga relegata ai soli libri di storia ma rientri nella cultura popolare.
Uno scopo anche sociale
Un intento questo rivolto a tutti, ma soprattutto alle generazioni più anziane, maggiormente avvezze al gioco delle carte; per loro infatti, si accompagna anche un obiettivo sociale.
“Per contribuire alla diffusione delle Carte Patavine – ha spiegato Claudio Massara, amico e collaboratore di Alberto Cristini e la cooperativa MammeInsieme – verranno organizzati dei tornei tra i vari comuni della provincia, dove prima di giocare verranno spiegate ai giocatori le carte e i loro simboli. La novità di questo nuovo mazzo andrà a stimolare la memoria e le facoltà intellettive dei giocatori, abituati alle carte Trevigiane, contribuendo alla prevenzione della decadenza cognitiva nei soggetti più a rischio (soprattutto di età avanzata)”.
Vecchi giochi, nuovi giochi
Per dare respiro al progetto, creatori e collaboratori delle Carte Patavine si appoggeranno a grandi sponsor territoriali (nel settore energetico e della grande distribuzione) e alle amministrazioni, nonché comitati pro-loco locali, qualora mostrassero interesse nell’iniziativa.
Alcuni comuni hanno già iniziato a muoversi, con l’idea di portare nelle proprie piazze – così come già fatto a Lendinara (RO) lo scorso anno – il gioco della briscola verticale, ovvero con giocatori e carte a grandezza d’uomo, indossate per l’occasione da figuranti (così come avviene a Marostica per gli scacchi).
Assi, fanti e re: la storia nelle carte
“Rispetto alle Polesane – spiega Alberto Cristini – le Patavine hanno seguito più una logica estetica, dove ho scelto simboli e personaggi padovani in base alla ‘necessità artistica’.
L’asso di coppe è un omaggio all’uva dei Colli Euganei, mentre quello di bastoni alla Rocca di Monselice. I fanti sono personaggi storici famosi come Tito Livio (spade), Andrea Palladio (coppe), Giotto (denari) e Galileo Galilei (bastoni), mentre i re ricordano grandi sovrani veneti: il doge veneziano, l’Antenore fondatore, Federico II e Ezzelino III da Romano”. Nel caso delle Carte Patavine la ricerca storica è stata più semplice, verificata postuma grazie alla collaborazione con lo storico Marco Chinaglia.
Tre storie in un mazzo
Le Carte Patavine hanno appena iniziato il loro viaggio, che continuerà nella presentazione ad Abano Terme del 1 ottobre e durante la Fiera delle Parole, ancora a Padova, il prossimo 5 ottobre a Palazzo Moroni, sede del Comune. Un viaggio che intreccia più storie, su un mazzo di quaranta carte: quella ultra-millenaria di Padova, quella secolare della briscola come gioco popolare per antonomasia e la nuova storia delle Carte Patavine, che unisce le due e aggiunge un obiettivo sociale di aiuto e prevenzione.
Damiano Martin