Circa duemila imprenditori all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone per l’Assemblea annuale. Standing ovation per Mattarella. Presente anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni
L’inno nazionale, la banda dei vigili del fuoco, la proiezione di un cortometraggio dedicato in segno di ringraziamento per la loro “lunga storia di dedizione e di amore per l’Italia” la standing ovation per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al termine del suo discorso.
Si è aperta così l’Assemblea nazionale annuale di Confindustria che, all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Roma, ha visto arrivare anche il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e numerosi esponenti del governo.
In platea, circa duemila imprenditori provenienti da tutta Italia.
Bonomi: “Evitare gli incidenti valorizzando una logica partecipativa”
A introdurre i lavori, il presidente di Confindustria Carlo Bonomi che, in questi tristi giorni segnati da ben quattro morti sul lavoro, non ha mancato di sottolineare come “la tutela della sicurezza sul lavoro presupponga regole chiare e semplici e si fondi sulla prevenzione“.
Regole ribadite dai contratti collettivi, che prevedono, ha sottolineato, “piena applicazione della normativa di salute e sicurezza. La nostra visione – l’unica che per noi ha senso – è che sia necessario evitare gli incidenti valorizzando una logica partecipativa – ha concluso – una logica che unisca nelle azioni e nelle relative responsabilità, non che divida e contrapponga, eredità di vecchi antagonismi di classe”.
Una logica estesa anche a un altro tema all’ordine del giorno: quello del salario minimo, che secondo Confindustria non rappresenta la soluzione del lavoro povero.
“La Costituzione – ha ricordato – ci obbliga a riconoscere al lavoratore un salario giusto” e questa funzione “è affidata alla contrattazione”.
L’appello alla politica
L’appello, dunque, al mondo della politica, invitato a non “progettare interventi sulla forma di Stato e sulla forma di governo maturati e ispirati da una dialettica divisiva” ma dalla medesima “volontà di leale collaborazione che ispirò i lavori dei padri costituenti”. E infine l’appello allo stesso presidente Mattarella affinché continui a essere il garante della Costituzione: “Siamo certi che Lei continuerà a far sentire la sua voce ferma e ispirata a tutela dei principi della nostra Democrazia – ha concluso Bonomi- a sostegno delle scelte internazionali fatte liberamente dall’Italia, per l’osservanza e per l’attuazione dei diritti dei cittadini, a partire dai più fragili”.
Il discorso del presidente Mattarella
Ricordando come “prima di ogni altro fattore, a muovere il progresso sia il capitale sociale di cui un Paese dispone”, il capo dello Stato ha sottolineato che questo capitale non può essere impoverito rilevando anche che “un’economia in salute contribuisce al bene del sistema democratico e della libertà, alla coesione della nostra comunità”.
E se il legame tra economia e democrazia, con le sue regole, è già presente nella nostra Costituzione, è proprio in un momento storico come questo, ha detto Mattarella, che si deve “richiamare quel legame, per quanto possa a molti apparire scontato. “La democrazia si incarna nei mille luoghi di lavoro e studio. Nel lavoro e nella riflessione dei corpi sociali intermedi della Repubblica. Nel riconoscimento dei diritti sociali, nella libertà d’intraprendere dei cittadini. È una responsabilità – ha detto ancora il presidente – che interpella anche il mondo delle imprese: troppi giovani cercano lavoro all’estero, per la povertà delle offerte retributive disponibili. Non è il capitalismo di rapina quello a cui guarda la Costituzione nel momento in cui definisce le regole del gioco – ha ricordato – Il principio non è quello della concentrazione delle ricchezze ma della loro diffusione”, secondo “il modello che ha fatto crescere l’Italia e l’Europa”.
“Le aziende – ha sottolineato Mattarella – sono al centro di un sistema di valori, non solo economici“, sono “veicoli di crescita, innovazione, formazione, cultura, integrazione, moltiplicazione di influenza, fattore di soft-power”, veri e propri “agenti di libertà”
E devono per questo essere sostenute dal potere pubblico, che deve fare la sua parte assicurando “qualità nei servizi, efficacia, efficienza e chiarezza del sistema normativo, garantendo sicurezza contro le forme assunte dalla criminalità ed efficacia sanzionatoria verso comportamenti scorretti”.
Consuelo Terrin