L’ultimo discorso sullo stato dell’Unione della presidente della Commissione: “300 giorni per finire il lavoro”
Si avvicina il fine mandato per la Commissione Europea.
E nel suo rush finale in vista delle elezioni di inizio giugno 2024, la presidente Ursula von der Leyen annuncia i prossimi step per “finire i lavori che i cittadini ci hanno affidato”.
Tra quelli più importanti elencati nel corso del suo discorso sullo stato dell’Unione di fronte al Parlamento europeo in seduta plenaria a Strasburgo, l’affidamento di un rapporto sulla competitività europea a “una delle più grandi menti economiche” d’Europa : l’italiano Mario Draghi.
Le tre grandi sfide e la richiesta a Draghi
La richiesta avanzata da von der Leyen all’ex premier italiano, ma anche ex presidente della Banca Centrale Europea ed ex governatore della Banca d’Italia, è quella di preparare un’analisi utile ad affrontare le “grandi sfide economiche per il prossimo anno”. E cioè, insieme all’inflazione, “lavoro e contesto imprenditoriale”, rispettivamente nel senso di “carenza di manodopera e competenze e semplificazione degli affari per le nostre aziende”.
Tre sfide per l’Unione
“Queste tre sfide – ha proseguito nel suo discorso – arrivano in un momento in cui chiediamo anche all’industria di guidare la transizione pulita. Dobbiamo quindi guardare più avanti e definire come rimanere competitivi mentre lo facciamo”.
Ursula von der Leyen, insomma, intende continuare fino in fondo il suo incarico a fianco di un Parlamento europeo che ha ringraziato “per il suo ruolo guida nel realizzare una delle trasformazioni più ambiziose che questa Unione abbia mai intrapreso”.
I 300 giorni del futuro dell’Europa
Proprio in quanto ultimo dell’attuale presidenza, il discorso sullo stato dell’Unione è stato dunque al tempo stesso sia programmatico, in particolare per il breve periodo, sia una sorta di bilancio anticipato.
“Quando mi sono presentata di fronte a voi con il mio programma per un’Europa verde, digitale e geopolitica – ha ricordato von der Leyen – so che alcuni avevano dei dubbi. E questo prima che il mondo venisse sconvolto da una pandemia globale e da una brutale guerra sul suolo europeo. Ma guardate dove si trova l’Europa oggi”.
Tante partite aperte per costuire un “continente unito nella libertà e nella pace”
Di partite aperte, del resto, ce ne sono molte, come è stato ricordato nel discorso. Come quella che passa attraverso il sostegno all’Ucraina, il cui “futuro è nella nostra Unione”, per la presidente, così come quello dei Balcani occidentali, della Moldova e, perché no, della Georgia. O l’ambizioso Green Deal europeo, la transizione digitale, la sfida del NextGenerationEU, il contrasto alla violenza sulle donne, la gestione dei migranti, la difesa dei cittadini europei. “Ascolteremo la loro voce” ha assicurato la presidente. “È il momento di mostrare loro che possiamo costruire un continente unito nella libertà e nella pace”.
Europa: una storia da scrivere
“Questo è il momento per l’Europa di rispondere alla chiamata della storia”, ha concluso Ursula von der Leyen. Che non a caso ha citato, la scrittrice ucraina Victoria Amelina, deceduta a causa del bombardamento di un ristorante di Kramatorsk da parte dell’esercito russo.
“Riteneva – ha ricordato – che sia nostro dovere collettivo scrivere una nuova storia per l’Europa. Questa è la situazione in cui si trova oggi l’Europa. Il futuro del nostro continente dipende dalle scelte che facciamo oggi. Dai passi che compiamo per completare la nostra Unione”.
Alberto Minazzi