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Acqua in bottiglia: il lusso che non ti aspetti

Acqua in bottiglia: il lusso che non ti aspetti

Per il contenuto o la confezione, in alcuni casi il prezzo al litro può arrivare a parecchie migliaia di euro a bottiglia. Ecco i più clamorosi

Quando si ricorda che l’acqua è un bene prezioso, ovviamente ci si riferisce alla sua non illimitata disponibilità e al suo legame imprescindibile con la vita sulla terra.
In realtà, in alcuni casi, la considerazione è valida anche nel senso più comune di “lusso”.
Perché c’è più della semplice formula “H2O” che ne descrive la composizione chimica, quando si parla di alcune bottiglie d’acqua dal prezzo che non può non sorprendere. E se è la bottiglia a determinare le quotazioni da record, in molti casi bastano le particolarità dell’acqua per far schizzare il costo.

Un universo tutto da scoprire, almeno per la curiosità. Sempre fermo restando che, riguardo alle bottiglie d’acqua che acquistiamo al supermercato, non necessariamente prezzo e qualità vanno di pari passo. E soprattutto senza dimenticare di rivalutare i pregi della super-economica acqua di rubinetto.

Le bottiglie da decine di migliaia di euro

Nella classifica delle bottiglie d’acqua più costose, dal 2018 il primo posto è stato strappato dalla Beverly Hills 90H20 Luxury Collection Diamond Edition: 100 mila euro per un litro di acqua delle montagne della Sierra Nevada, arricchita con potassio, magnesio, calcio e altri sali minerali.
Sono 9 gli esemplari esistenti, creati da un gioielliere californiano, caratterizzati dal tappo in oro bianco 14 carati con 250 diamanti neri e 600 bianchi.

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In precedenza, la leadership era dell’Acqua di Cristallo Tributo a Modigliani da 750 ml, battuta all’asta in Messico nel 2010 per 60 mila dollari. Il contenuto è sicuramente particolare, perché si tratta di una miscela di acque selezionate provenienti dalle isole Fiji, dalla Francia e dai ghiacciai finlandesi, con l’aggiunta di 5 mg di polvere d’oro. A incidere, però, è soprattutto il contenitore, placcato in oro massiccio 24 carati, progettato dal designer Fernando Altamirano, che ha riprodotto una statua dell’artista livornese.

Il Giappone e le acque più care

Se è tutto sommato facile capire il prezzo di queste bottiglie speciali, sorprendono però molto di più le valutazioni di altre acque.
A partire dalla Supernariwa, che, sfruttando la passione dei giapponesi per le acque minerali di lusso, può arrivare a costare fino a 9 mila euro il litro.
Si tratta di un’acqua proveniente da una sorgente creata milioni di anni fa nella roccia da una tempesta di meteoriti e dall’eruzione di un vulcano marino. E, pur senza conferme scientifiche, si ritiene che rallenti l’invecchiamento e protegga dalle malattie.

L’acqua venduta in ampolle da pochi ml

Il mercato del Sol Levante è quello di riferimento anche per la Kona Nigari, fino a 420 euro per 750 ml.
La sua sorgente, situata a oltre un km di profondità nei pressi delle isole Hawaii, è ricavata meccanicamente dalla desalinizzazione dell’acqua marina, ma è completamente priva di inquinanti e ricca di sali minerali.
Avrebbe capacità dimagranti, antistress, aiuterebbe la digestione e il mantenimento di una pelle tonica. Ma attenzione: va consumata diluita in acqua “normale”, tant’è che si vende in ampolle da pochi ml.

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Altra acqua giapponese, al costo di circa 250 euro per 75 cl, è la Fillico del monte Rokko, nella provincia di Kobe. Usata per la produzione dei sakè più pregiati, in considerazione delle particolari proprietà organolettiche, si distingue soprattutto per le lussuose bottiglie: simili a pezzi di scacchi, decorate con cristalli Swarovski incastonati e con tappi placcati in oro e argento dalla forma della corona dell’imperatore Federico II.

Tra vip e sold out

Non sono certamente alla portata di tutte le tasche anche altre acque leggermente meno care.
Al di là degli Swarovski, della lavorazione manuale e del tappo in sughero, a imitazione delle bottiglie di vino, o dei 9 livelli di purificazione, a spiegare i 36 euro mediamente richiesti per una bottiglia da 75 cl (ma sui siti specializzati la versione da 72 cl si trova esaurita anche a 75 euro) della Bling H20 è soprattutto la moda.
Negli Usa è infatti considerata uno status symbol: l’acqua dei vip di Hollywood.
Sembrano più giustificati, perché legati a particolari caratteristiche organolettiche, i prezzi di altre acque.
Come la Svalbardi Polar Iceberg Water, prelevata dal ghiacciaio delle omonime isole norvegesi.
Il sito ufficiale, in cui si sottolinea che “ogni bottiglia venduta evita lo scioglimento di 100 kg di calotta glaciale del Polo Nord”, evidenzia però la definitiva chiusura. Probabilmente anche per il “sold out” di praticamente tutti i prodotti, proposti a cifre dai 99,95 euro per singola bottiglia da 750 ml.

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Le altre acque “speciali”

Tra le acque che si distinguono per la loro composizione o origine (oltre che per il prezzo) si possono ricordare anche l’acqua Veen, finlandese, considerata la più pura al mondo (15 mg/l di nitrati) e in vendita a poco meno di 70 euro per una confezione da 12 bottiglie da 66 cl o la canadese 10 Thousand B.C., la cui sorgente, legata a un ghiacciaio di oltre 10 mila anni, è accessibile solo dal mare, in vendita a circa 15 euro per 75 cl.
Ma l’elenco è decisamente lungo e riguarda tutto il pianeta: dalla foresta Amazzonica, dove l’acqua viene ricavata per condensa dal vapore acqueo dell’aria, al Regno Unito, con la Royal Deeside, acqua preferita dalla famiglia reale inglese; dall’isola di Viti Levu, nelle Fiji, con l’estrazione ermetica dell’acqua dalla camera di roccia e immediato imbottigliamento per mantenerne le caratteristiche di assenza di inquinamento, alla Tasmania, con la raccolta diretta della pioggia, imbottigliata in vetro.
I prezzi? Qualche decina di euro al litro.

L’acqua minerale italiana: Recoaro al top

Gli italiani sono tra i principali amanti dell’acqua in bottiglia: secondi al mondo, dopo il Messico, con 208 litri annui pro capite.
Per bere della buona acqua, in ogni caso, non è necessario svenarsi.
Lo testimoniano i test che ogni anno Altroconsumo effettua sui principali marchi in commercio, stilando poi la classifica delle migliori acque minerali in vendita. Una graduatoria che, quest’anno, vede il sorpasso in vetta con la veneta Recoaro che scalza dal consolidato primo posto la sarda Smeraldina. Tutti prodotti da poche decine di centesimi al litro.

Alberto Minazzi

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