Con la ripresa del turismo, aumentate anche le iniziative per ridurre la quantità di cibo gettata
Il turismo in Italia è ufficialmente ripartito. Soprattutto nelle principali destinazioni, da Roma a Venezia, Firenze e Milano, l’aumento dei flussi di visitatori si può però tradurre anche in una serie di conseguenze negative. Tra cui l’aumento di spreco di cibo.
“Se si considera che nel nostro Paese si getta via una media di 183 grammi di cibo al giorno (67 kg all’anno), è possibile stimare il potenziale spreco aggiuntivo legato al turismo previsto per il 2023 in oltre 30.000 tonnellate” è il calcolo di Mirco Cerisola, italian country director di Too Good To Go che non a caso ha scelto lo slogan: “lo spreco alimentare non va in vacanza”.
La app, ideata in Danimarca nel 2015 proprio per combattere il fenomeno degli sprechi di cibo, in particolare attraverso la vendita delle eccedenze alimentari invendute a un prezzo pari a un terzo di quello originario, si è infatti posta per quest’estate l’obiettivo di aumentare le “bag” vendute, a partire dalle grandi realtà turistiche.
Spreco alimentare a Venezia e nelle grandi città turistiche
Too Good To Go è arrivata ufficialmente a Venezia giusto prima dell’inizio della pandemia: a gennaio al mercato agricolo di Mestre e subito dopo, in occasione del Carnevale, anche nel resto della città, con l’adesione dei primi negozi, saliti già attorno a un’ottantina solo nel primo anno. E per l’estate 2023 sono state coinvolte nel progetto, grazie alla partnership avviata con Grandi Stazioni Retail, anche le stazioni ferroviarie di Santa Lucia e Mestre, insieme all’altra veneta di Verona Porta Nuova.
Obiettivi ambiziosi
Il calcolo dei pasti salvati nella realtà lagunare nei primi mesi dell’anno ammonta a circa 20 mila, che hanno tra l’altro permesso di ridurre di circa 50 mila kg le emissioni di anidride carbonica in atmosfera. Nell’estate 2022, le bag vendute nella sola città di Venezia avevano superato le 4 mila unità: l’obiettivo fissato per l’estate 2023 è di chiudere con oltre 6 mila, per contenere un dispendio di cibo potenzialmente vicino alle 13.400 tonnellate.E sono ancor più ambiziosi i progetti su Roma e Firenze, che da sole si stima potrebbero sprecare fino a 15 mila tonnellate di cibo per l’aumento del turismo. Il trend, del resto, è in crescita anche qui: prima dell’estate, Roma si sono salvati 335 mila pasti (pari a 837.500 kg di CO2), a Firenze oltre 45 mila (per 112.500 kg di CO2).
L’Italia e gli sprechi alimentari
Da inizio anno, grazie alle bag di Too Food To Go sono stati salvati oltre 3,1 milioni di pasti, con una riduzione di emissioni per oltre 7,75 milioni di kg di anidride carbonica.
Il sito ufficiale della app sottolinea che sono 7,8 i milioni di persone che si sono registrati e l’hanno scaricata, con 21.767 negozi attivi sulla piattaforma. Sono 17 i Paesi, in Europa e Nord America, in cui sono avviate partnership commerciali. E questo ha permesso, in 7 anni di attività, di salvare oltre 250 milioni di pasti.
La riduzione dello spreco alimentare in Agenda 2030
Il tema dello spreco alimentare è del resto globale, come conferma l’obiettivo inserito nell’Agenda Onu per lo Sviluppo sostenibile di dimezzarlo entro il 2030.
Nel Mondo, oltre 1/3 del cibo, 2,5 miliardi di tonnellate, viene sprecato. E, in occasione della giornata nazionale di prevenzione del 5 febbraio, il Wwf ha fatto il punto sul fenomeno in Italia.
Nel 2022, lo spreco nelle case italiane è calato del -12%, ma è stato pur sempre pari a poco più di 27 kg l’anno a persona, a partire da frutta e pane, che incidono per 1 kg ciascuno. Un fenomeno che ha anche un’incidenza economica, quantificata in 6,5 miliardi di euro per le famiglie.
Anche lungo la filiera, dai campi all’industria, dalla distribuzione alle case, sono stati sprecati oltre 4 milioni di tonnellate di cibo, pari a 9 miliardi di euro. “Se si riducessero le perdite o gli sprechi alimentari – sottolinea il Wwf – si potrebbe garantire più cibo per tutti, ridurre le emissioni di gas serra (lo spreco è responsabile del 10% di “inutili” emissioni di gas serra) e allentare la pressione sulle risorse naturali”.
Non a caso, secondo Project Drawdown la lotta allo spreco alimentare è il metodo più efficace per limitare l’aumento della temperatura a soli 2°C entro il 2100.
Alberto Minazzi