L’aggiornamento della struttura commissariale: a luglio la più elevata erogazione di fondi dal sisma. Ma resta ancora molto da fare
Alle 3.36 del 24 agosto 2016, un terremoto di magnitudo 6.0 sconvolse il centro Italia, aprendo una sequenza sismica che durò fino ai primi mesi dell’anno successivo, con la scossa più forte (6.5) registrata nel Perugino il 30 ottobre.
L’evento drammatico di cui cade ora l’anniversario causò perdite non solo economiche, con danni per 28 miliardi di euro, ma anche in termini di vite umane.
A 7 anni di distanza, il sisma viene ancora ricordato come “terremoto di Amatrice”, perché fu proprio la cittadina in provincia di Rieti a pagare il conto più salato, con 237 vittime su un totale di 299, di cui altre 51 ad Arquata e 11 ad Accumoli.
Da allora, insieme alla macchina dei soccorsi, anche per dare ospitalità ai 41 mila sfollati (a oggi sono oltre 30 mila i cittadini, di 14.211 nuclei familiari, che usufruiscono di una forma di assistenza abitativa), è partita anche quella della ricostruzione. Che, nonostante sia passato un periodo di tempo piuttosto lungo, è ancora lontana dal completamento della sua opera.
“Molto è stato fatto e si sta facendo – ha ammesso il commissario straordinario alla Riparazione e alla ricostruzione sisma 2016, Guido Castelli – ma sappiamo che non basta. Moltissimo resta ancora da fare. In questi anni abbiamo registrato troppe false partenze e alcune gravi criticità esterne che hanno ritardato la ricostruzione”.
Cortellesi: “Ci vorranno degli anni per rivedere quello che c’era prima”
Considerazioni che vengono avvalorate dalle parole dell’attuale sindaco di Amatrice, Giorgio Cortellesi, riportate da “Il Fatto quotidiano”: “Sono passati 7 anni – afferma nell’intervista-video – ed è stato ricostruito poco, rispetto a quello che dovrebbe essere ricostruito, perché siamo al 30% dell’intera ricostruzione. Il disagio sociale è aumentato tantissimo, perché abbiamo l’80% delle case distrutte. È il periodo più difficile, perché quello che all’inizio sembrava si potesse realizzare in pochi anni non è stato possibile. Adesso sta partendo abbastanza forte la ricostruzione, però ancora ci vorranno degli anni per rivedere quello che c’era prima”.
Una speranza arriva però adesso proprio dai numeri della struttura commissariale.
Gli oltre 131 milioni di euro erogati a luglio da Cassa Depositi e Prestiti alle imprese che operano nella ricostruzione privata sono l’importo più elevato dall’agosto 2017, quando prese il via l’operatività del sistema. Inoltre, nei primi 6 mesi del 2023, con 611 milioni stanziati, i fondi erogati sono aumentati del 22% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Le erogazioni perfezionate a fine luglio sono arrivate così a 3,2 miliardi in 6 anni.
“Alle vittime e ai loro cari – conclude Castelli, che ha adottato circa 600 decreti, per 461 milioni di euro di valore, nei primi 7 mesi di mandato – dobbiamo la ricostruzione di questi luoghi e la creazione delle condizioni che consentano all’Appennino centrale non solo di tornare alla normalità”.
Delle 28.885 richieste di contributo, quelle che hanno ottenuto un decreto di concessione sono 17.478.