Alla Biennale Arte 2019, successo di presenze per il Padiglione Venezia
80 mila. Tante sono state le persone provenienti da ogni parte del mondo che hanno visitato il Padiglione Venezia, allestito ai Giardini, in sei mesi di Esposizione.
Un numero importante che decreta il successo di una realizzazione originale. Sì perché si è trattato di un’interpretazione di Venezia che ha saputo catturare l’essenza della città. C’erano l’acqua, le nebbie che l’avvolgono in una magica atmosfera, i materiali che la caratterizzano dal legno al marmo, la corda, la pietra e il tessuto.
Un insieme capace di coinvolgere in una visione immersiva, in un dialogo intimo con le sue peculiarità.
«Sono davvero soddisfatta ed emozionata – dice la curatrice del Padiglione Giovanna Zabotti -, non mi aspettavo questo risultato. Venezia ancora oggi vive “tempi interessanti”, come dice il titolo della 58a Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale che si è da poco conclusa. Ha una forza attrattrice e stimolatrice per il mondo dell’arte senza eguali. Con il Padiglione Venezia ho realizzato un mio sogno personale. Per la realizzazione di questo progetto abbiamo coinvolto un centinaio di persone, un allestimento importante con 11 aziende partner».
Il Padiglione Venezia
La formula ideata da Giovanna Zabotti, un interessante lavoro di squadra assieme al direttore artistico Alessandro Gallo e il commissario Maurizio Carlin, è risultata di forte impatto e attrattiva. Gli artisti coinvolti hanno infatti garantito al pubblico una visione di Venezia a 360 gradi attraverso gli elementi che la caratterizzano.
Nel Padiglione Venezia Sidival Fila si è occupato di esplorare la spiritualità e la religione in laguna, mentre il celebre gruppo artistico Plastique Fantastique ha allestito una struttura gonfiabile adagiata sull’acqua, che si percorreva a piedi nudi, per riprodurre “l’esperienza Venezia”. Per rendere maggiormente veneziana l’immagine, lo scultore torinese Fabio Viale ha aggiunto “Le Bricole”. Nell’insieme anche l’esposizione olfattiva del maestro profumiere Lorenzo Dante Ferro, l’opera sonora del compositore greco Giorgos Koumendakis e Mirko Borsche.
Una sezione del Padiglione è stata affidata al regista e sceneggiatore Ferzan Ozpetek, vincitore con “Le fate ignoranti” di numerosi premi, tra cui 3 Globi d’oro e 4 Nastri d’argento. Ozpetek ha messo a disposizione la sua professionalità e sensibilità per realizzare “Venetika”, il video che ha caratterizzato la sezione finale del Padiglione con protagonista l’attrice Kasia Smutniak. «Per rendere “l’esperienza Venezia” il più intima e innovativa possibile – spiega Zabotti – la visita del Padiglione è stata fatta per un massimo di 8 persone alla volta in modo da creare un rapporto diretto con la città rappresentata nell’allestimento».
“Artefici del nostro tempo”
Soddisfazione anche per i giovani vincitori del concorso di idee lanciato dal Comune “Artefici del nostro tempo” che hanno esposto le loro opere assieme a quelle di artisti di fama internazionale. Un trampolino di lancio importante per loro, in attesa del secondo bando del concorso che si allargherà anche alla lavorazione del vetro e garantirà nuovi spazi espositivi come la galleria di Piazza San Marco della Fondazione Bevilacqua La Masa.
«E’ stata una scommessa vinta – sottolinea il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro – considerato il numero di visitatori. Il Padiglione Venezia ha garantito un valore aggiunto alla Città che abbiamo incrementato con il concorso “Artefici del nostro tempo” puntando sui giovani. La formula di ospitare le loro opere è piaciuta e la riproporremo per la prossima edizione. L’idea è anche quella di acquistare come Comune una delle loro opere da lasciare ai Musei Civici. Anche la “Giuditta” di Gustav Klimt è arrivata così a Cà Pesaro».