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36 domande per innamorarsi. Sarà vero?

36 domande per innamorarsi. Sarà vero?

Il test dello psicologo Aron pubblicato del 1997 torna ciclicamente d’attualità e fa ancora discutere: basta affrontare i temi giusti per far “scoccare la scintilla”?

Anche porre domande apparentemente ben lontane dall’obiettivo di far innamorare una persona di noi, come “Qual è l’ultima volta che hai cantato da solo? E per qualcun altro?” o “Pensi mai al modo in cui morirai?”, può essere una chiave per far scattare la cosiddetta “scintilla”. E gettare così le basi per un rapporto romantico o, quantomeno, per una profonda amicizia. In appena 45′.
Sia chiaro: non possiamo darvi nessuna certezza sul fatto che una lista di 3 gruppi di 12 domande ciascuno possa garantire l’esito sperato nell’approccio sentimentale a un’altra persona. E, del resto, la questione è ancora ampiamente dibattuta a quasi 27 anni di distanza dal 1997, quando lo psicologo Arthur Aron pubblicò un saggio sul tema, dal titolo “Creazione sperimentale di intimità interpersonale” sul “Personality and Social Psychology Bulletin”.

Visto che, però, provare non costa nulla, per chi fosse alla ricerca dell’anima gemella può essere utile conoscere le “36 domande per innamorarsi” utilizzate nell’esperimento di Aron e le modalità in cui testarle. E non è allora un caso che, recentemente, proprio questo tema abbia registrato una crescita di interesse sui social network, a partire da TikTok, dopo aver fornito lo spunto a serie tv (per esempio, una puntata di The Big Bang Theory), film e libri (Vicki Grant ha intitolato un romanzo proprio “36 domande per farti innamorare di me”).

Le “regole del gioco”

Prima di addentrarsi nel cuore del test proposto da Aron, ovvero le tanto discusse “36 domande”, vanno però chiariti i presupposti alla base del meccanismo che, secondo lo psicologo, dopo la verifica svolta su coppie di persone che non si conoscevano, le può portare in brevissimo tempo a innamorarsi o a costruire un’amicizia molto profonda anche con un altro individuo in precedenza mai visto o comunque sostanzialmente sconosciuto.
Dato l’approccio scientifico alla questione, l’idea fu quella di creare artificialmente il contesto in cui, portando il colloquio sui temi più adatti, le persone riescono a far abbassare gradualmente le difese istintive in chi si trova di fronte a loro. Le “domande giuste”, infatti, secondo lo psicologo potrebbero non funzionare se l’incontro non avviene in una stanza vuota, per evitare possibili distrazioni e creare artificialmente il clima di intimità e fiducia reciproca.
I partecipanti all’esperimento devono quindi sedersi uno di fronte all’altro, concentrandosi solo sulla voce dell’interlocutore durante tutta la durata del test. Che, specifica Aron, non deve superare i 45 minuti, a cui aggiungere altri 4 minuti nel corso dei quali deve essere data la possibilità alle persone di guardarsi semplicemente negli occhi senza fare altro. Inoltre è fondamentale rispettare l’ordine previsto per le domande.

Il primo gruppo delle 36 domande per innamorarsi

Le due domande su canto e morte citate all’inizio dell’articolo rientrano nel primo gruppo, esattamente come 5^ e 7^. Il “primo passo” andrebbe infatti compiuto chiedendo: “Se potessi scegliere tra qualsiasi persona al mondo, chi inviteresti a cena?”, proseguendo poi con “Vorresti essere famoso? Come?”, “Prima di fare una telefonata, fai le prove di quello che dirai? e “Definisci qual è il “giorno perfetto” per te?”.

In effetti, già alla 6^ domanda (“Se potessi vivere fino a 90 anni e per gli ultimi 60 anni avere o il corpo o la mente di un trentenne, quale dei due sceglieresti?” si inizia a entrare più nell’intimità. Così come in quelle che completano il primo gruppo, alternando tematiche generali sulla propria realtà di vita alle prime che cominciano ad addentrarsi in questioni “di coppia”, come: “Tre cose che tu e il tuo partner avete in comune”.

innamorarsi

Ecco dunque uno sguardo al passato: “Qual è la cosa nella tua vita di cui sei più grato?”; “Se potessi cambiare qualcosa nel modo in cui sei stato allevato, quale sarebbe?”; “Racconta la storia della tua vita al tuo partner in 4 minuti nel modo più dettagliato possibile”. Ma anche, con la 12^ domanda, la prima riflessione di prospettiva: “Se potessi svegliarti domani con una particolare qualità, quale sceglieresti?”.

L’iter verso la 36^ domanda prosegue: il secondo gruppo

Sulla stessa linea, la domanda che apre il secondo gruppo: “Se una palla di cristallo potesse dirti la verità su te stesso, sulla tua vita o sul futuro o su qualsiasi altra cosa, che sceglieresti?”. Poi, due quesiti dal chiaro retrogusto psicologico: “C’è qualcosa che hai a lungo sognato di fare? Perché non l’hai fatta?” e Qual è il più gran risultato della tua vita?”.
Avvicinandosi alla metà del percorso, le barriere, evidentemente, cominciano a scendere e si può così chiedere: “Per te cosa conta di più in un’amicizia?”.
Il tema si ripropone al 20° quesito (Cosa significa l’amicizia per te?) e diventa ancor più intimo al 21° (Che ruolo gioca l’amore nella tua vita?) in mezzo a riflessioni personali come “Qual è il tuo ricordo più caro?”, “E il più terribile?” o “Se sapessi che nel giro di un anno morirai cosa cambieresti nella tua vita?”.
E se il rapporto di coppia contraddistingue la 22^ domanda (Condividi con il tuo partner almeno cinque qualità positive reciproche), il gruppo si chiude con un doppio sguardo al passato: “Quanto è stata affettuosa la tua famiglia? Ritieni che la tua infanzia sia stata in media più felice delle altre?”; “Che rapporto hai con tua madre?”.

Terzo gruppo: il rush finale per innamorarsi

L’ultima fase del test partono subito andando al cuore dell’obiettivo: “Tu e il tuo partner fate tre affermazioni vere con il «noi». Per esempio: “Siamo entrambi in questa stanza e sentiamo…””; “Completa questa frase: “Vorrei aver avuto qualcuno con cui condividere…”; “Se tu diventassi amico del tuo partner quale segreto dovrebbe sapere di te?”; “Dì al partner cosa ti piace di lui”; “Dividi con il partner un momento imbarazzante nella tua vita”.
Infine, dopo una piccola parentesi molto intima (“Quand’è stata l’ultima volta che hai pianto davanti a qualcuno? E da solo?”), ecco “Sottolinea al tuo partner qualcosa che ti piace particolarmente di lui”. E se c’è in effetti feeling, riteniamo da profani, raggiunto un simile livello di intimità se la scintilla può scoccare, lo farà.
Anche se il test prosegue. Perché, come detto, non è necessario che l’esito positivo dei 45′ debba essere rappresentato da un rapporto di coppia.
E allora ci si chiede: “Che cosa è troppo serio per scherzarci su?”, “Se tu dovessi morire questa sera, qual è la cosa che rimpiangi di più di non aver detto a qualcuno?”, “La tua casa brucia, hai tempo per salvare solo un oggetto, cosa sceglieresti e perché?”, “Fra tutte le persone della tua famiglia, la morte di chi ti colpirebbe di più?”, prima di concludere con “Condividi un problema personale con il tuo partner e chiedigli aiuto per risolverlo”.
“Sarà scoccato l’amore?” è allora la domanda, la 37^ (non contenuta nel test…), che, con un sorriso, viene da porci a questo punto.

Alberto Minazzi

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