L’anno del salto rappresentato anche da un doodle di Google da una rana. L’anno bisestile esiste da circa duemila anni
Siamo nell’anno “funesto”.
Quello che capita di norma ogni 4 e che così fu definito dal Savonarola nel 1400 ritenendo, probabilmente su una base statistica, che l’anno bisestile fosse un anno sfortunato per i raccolti e per le greggi.
Di sicuro lo è stato tra Novecento e Duemila per alcuni eventi accaduti: non solo i due terremoti di enormi proporzioni (quelli di Messina del 1908 e del Friuli nel 1976) ma anche lo tsunami del 2004 e, per ultimo, dell’epidemia Covid iniziata nel 2020.
Come far tornare i conti tra anno solare e anno astronomico
Non sempre il 29 febbraio appare ogni quattro anni.
Gli anni che iniziano un nuovo secolo, per esempio, sono bisestili solo se le loro ultime due cifre si possono dividere per 4, esclusi i multipli di 100 che non siano anche multipli di 400.
Il motivo è semplice: l’anno bisestile, quindi l’introduzione di un ulteriore giorno, appunto il 29 febbraio, serve a colmare uno scarto nel calcolo tra anno solare, il tempo cioè che la Terra impiega per ruotare attorno al Sole (365 giorni e 6 ore) e l’anno astronomico.
In sostanza, il 29 febbraio somma tutte le 6 ore in più dei 4 anni precedenti.
Una soluzione che è stata introdotta nell’8 a.C. e che fu escogitata dai matematici chiamati alcuni anni prima di essere ucciso da Giulio Cesare, che ne fece la novità del calendario giuliano.
Ogni 400 anni ci sono tre anni bisestili in meno
Restava però un problema, perché anche in questo caso c’era uno scarto di alcuni minuti tra l’anno astronomico e quello solare.
E’ per questa ragione che gli anni precedenti l’inizio di un nuovo secolo sono bisestili solo se si possono dividere per 400.
Il che significa anche che, ogni 400 anni ci sono 3 anni bisestili in meno.
Se la cosa sembra complicata, di sicuro lo era ancor più in epoca romana prima che l’anno bisestile fosse introdotto.
L’anno del salto, come lo chiamano gli anglosassoni e come ricorda oggi Google, che al 29 febbraio ha dedicato un doodle con una rana tra salta tra due ciotoli in cui si leggono i numeri 28 e 1, ha sostituito quello che i romani chiamavano “il mese intercalare”, gestito dal Pontefice Massimo che, pressoché un anno sì e uno no, aggiungeva una ventina di giorni all’anno in corso.