Un bilancio degli ultimi 12 mesi, tra due guerre, problemi irrisolti e speranze per il futuro
È fine dicembre. Anche il Natale 2023 è passato: rimangono solo le ultime ore prima di approdare, (più o meno) sani e salvi, nel 2024.
È il solito limbo, teso tra le ultime scartoffie lavorative, un meritato riposo (che si barcamena tra il caminetto di case e ferie inusuali) e i propositi per il nuovo anno.
E come si fanno i propositi, se non si pensa all’anno appena passato?
Il pensiero vaga, chiedendosi chi abbia avuto l’idea di dividere il tempo in anni, per ritrovarsi poi con la consueta tentazione di mettere sulla bilancia 12 mesi e manciate di eventi, per ricordarsi chi siamo e dove stiamo andando.
La rivolta della natura e un’intelligenza sempre più artificiale
Il 2023, in una frase: da un lato matrigna Natura, i terremoti e gli eventi climatici estremi, e dall’altro padre AI – l’intelligenza artificiale – che ha fatto il suo esordio iniziando a ribaltare le regole del gioco (e non solo del lavoro). E in mezzo l’essere umano, che si fa guerra tra sé e sé mentre tenta, nel frattempo, di barcamenarsi tra il serio e il faceto.
Con un pizzico di humor, ogni tanto: così fece il suo esordio il 2023, mettendo alle soglie della storia il presidente brasiliano uscente Jair Bolsonaro, non dopo aver tentato un colpo di stato in salsa trumpiana (con i medesimi effetti).
Le guerre e i mutati equilibri internazionali
La politica internazionale, nel suo insieme, ha esacerbato le relazioni e le situazioni critiche: la guerra russo-ucraina continua ad imperversare, mentre Zelensky setaccia il mondo alla ricerca di aiuti e Putin risolve le sue problematiche interne (si veda alla voce “Prigozhin” e “Navalny”).
Nel frattempo, la Finlandia lo scorso maggio è entrata nella Nato. A ciò, la geopolitica ha portato a una nuova esasperazione nel conflitto tra Azerbaijan e Armenia nel Nagorno-Karabakh, mentre dal 7 ottobre scorso Hamas ha provocato una nuova, ufficiale guerra contro Israele, portando al massacro 20.000 palestinesi ed esasperando le relazioni e le opinioni mondiali.
I temi ambientali e la fine dell’emergenza-Covid
La complessità, in questo 2023, è esplosa in molte delle sue contraddizioni.
Nell’anno della Cop28 organizzata in un paese carbon-friendly come gli Emirati Arabi Uniti si è giunti infine a menzionare i combustibili fossili nel rapporto finale, istituendo inoltre un fondo “Loss&Damage” per i paesi a rischio climatico.
USA e Cina hanno raggiunto degli accordi climatici a Sunnylands per incrementare le rinnovabili, mentre la questione Taiwan rimane irrisolta.
La pandemia Covid-19 continua, ma dalla scorsa primavera l’Oms ha decretato la fine dell’emergenza globale, consegnando l’argomento ai libri di storia (almeno sulla carta).
Politica e sport spingono l’Italia da protagonista verso il 2024
E dell’Italia, cosa rimane in questo 2023?
Sul piano internazionale una discreta stabilità politica data dal primo anno di governo Meloni, al netto di conquiste e fallimenti, come non si conosceva da vent’anni a questa parte, e un nuovo fenomeno pronto a conquistare il suo primo Slam.
Il tennista Jannik Sinner ha incantato durante le Atp Finals di Torino, accreditandosi per il prossimo anno (e magari, perché no, per i prossimi 15…) come uno degli sportivi di riferimento del nostro Paese, che ha trascinato alla conquista di una storica Coppa Davis.
Senza dimenticare il bi-campione del mondo di motociclismo Pecco Bagnaia, italiano su moto italiana, che ha bissato il successo del 2022.
Gli addii del 2023
L’Italia dà la sensazione di essere un Paese vivo, nonostante tutto, e che possa essere in grado di lasciarsi alle spalle il burrascoso passato degli ultimi trent’anni.
Molti dei volti che ci hanno accompagnato nel Novecento ci hanno lasciati: uno su tutti, Silvio Berlusconi, nel bene e nel male un personaggio talmente forte da entrare nella cultura italiana.
Anche Maurizio Costanzo ha abbandonato i nostri salotti, lasciando un vuoto televisivo non indifferente, così come siamo rimasti scossi dalle premature dipartite di Gianluca Vialli e di Michela Murgia, la scrittrice sarda che nel suo lascito ha soffiato sulle speranze di un mondo più giusto e di una forza essenziale, anche di fronte alla morte.
L’eredità del 2023 al 2024
È (stato) una matassa ingarbugliata, questo 2023, e più ci si pensa più risulta difficile tirarne fuori un capo per srotolare una morale, magari spiccia, magari banale. Corsi e ricorsi, fatti ed eventi che sembrano non avere una chiusura e rimangano in attesa del prossimo anno, un 2024 che si prospetta già pieno di cose, tanto da sembrare difficile ce ne possano stare di ulteriori, impreviste e non preventivate.
Si ripartirà da qui: da Sam Altman che ritorna in OpenAi, e i vari competitor a rincorrere questa intelligenza “in provetta” e circuiti, e una crisi climatica ben lungi dall’essere vagamente risolvibile. E in mezzo, ancora l’essere umano, con i suoi bagagli di errori e incomprensioni. Una buona fine, in attesa di un buon principio.
Damiano Martin