Chissà come sarà l’ultima notte del 2021.
Probabilmente con pochi amici fidati, negativi al Covid e pronti alla vita, quella vera, mentre forse davanti alla tv, in attesa del consueto conto alla rovescia, fuori i consueti fuochi d’artificio non ci saranno, come non ci saranno feste nelle piazze e nelle strade.
Una chiusura d’anno tra luna e stelle, per qualcuno in solitaria in quegli ospedali votati al Covid in cui un anno intero si comprime in pochi secondi.
Un anno in altalena, tra speranza e tanta buona volontà
Che anno, il 2021.
Sperato e accolto con il sospiro di sollievo del sopravvissuto e con la voglia di ricominciare.
Pareva che questa pandemia, questo virus, potessero rimanere di là, indietro; che quest’anno nuovo portasse vaccini e vita normale.
Così è stato, almeno per la prima parte: l’inoculazione di massa, iniziata già a fine dicembre del 2020, ha preso un volo quasi insperato.
108.385.663 milioni di dosi somministrate sembra un numero da piramide egizia, o da muraglia cinese.
Ma siamo ancora qua a prendere a pugni questo virus, a mani nude, a ricominciare da capo, col fiato sospeso fino al prossimo equinozio primaverile.
Lo scatto e la voglia di rivincita
Di vita normale ce n’è stata poca.
C’era del tempo da recuperare, da incastrare nei pochi mesi di caldo.
L’Italia ne ha messa, di voglia e di ripartenze: i Maneskin, da Sanremo all’Eurovision Song Contest, hanno lanciato un incantesimo su tutti gli Azzurri, e siamo sembrati i più forti d’Europa e del Mondo.
La nazionale di calcio di Roberto Mancini ha riportato un Europeo di calcio a casa dopo 53 anni.
Mai così tante medaglie
Alle Olimpiadi, Marcell Jacobs ha corso più forte di tutti; Gianmarco Tamberi ha saltato più in alto, e le medaglie non sono mai state così tante.
Non saremo mai Usa o Cina, ma abbiamo guardato negli occhi le nostre sorelle Francia, Germania, Inghilterra, e l’Europa ha guardato noi.
Tra un Matteo Berrettini che arriva in finale a Wimbledon e una nazionale di pallavolo che si porta a casa, anche lei, l’Europeo di categoria dopo 16 anni, l’Italia si è ritrovata da Cenerentola a modello da seguire.
Non solo nello sport o nelle eccellenze riconosciute della nostra nazione, nel 2021 definita dall’Economist “il Paese dell’anno“.
La politica ha consegnato al paese l’uomo forte nel momento decisivo: Mario Draghi, dalla BCE alla presidenza del Consiglio, dai soldi europei ai soldi europei.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è stato redatto ed è pronto a partire, e l’Istat ha previsto una crescita complessiva del Pil per il 2021 del 6,3%, con altrettanta ottimistica previsione per il 2022.
Da vagone a locomotiva: l’Italia tanto bistrattata, non tanto fuori quanto dentro i confini, ha dimostrato che può prendersi la rivincita che merita.
Il premio Nobel per la Fisica
Una rivincita che passa anche per la scienza e la Svezia.
Il 2021 ha visto insignire Giorgio Parisi del premio Nobel per la Fisica, grazie alla “scoperta dell’interazione fra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici dalla scala atomica a quella planetaria”.
Il Nobel a Parisi segue quello del 2007 a Mario Capecchi per la Medicina ed è il sesto fisico italiano a ricevere tale riconoscenza.
Una coincidenza che tale rimane, quella di vedere premiato uno studio sui “sistemi complessi” nel momento storico in cui il nostro, di sistema complesso sociale, ha delle grosse difficoltà, e non solo dal punto di vista sanitario. Anzi.
2021: un inizio travagliato
Già l’inizio di questo 2021 aveva fatto presagire quale sarebbe stato il leit motiv dei suoi mesi: il 6 gennaio un gruppo di persone riconducibili a Donald Trump, presidente uscente degli Usa, occupava il Campidoglio.
L’ordine veniva ristabilito dopo qualche ora, non senza morti e feriti, e il 20 gennaio il nuovo premier Joe Biden si insediava alla Casa Bianca. Da qui, gli scontri, dal movimento Black Lives Matter alle proteste che hanno diviso le genti tra pro e contro il vaccino, fino alla ripresa delle manifestazione per difendere l’ambiente.
Cop 26, Glasgow: ancora molto da fare
C’è da continuare a pedalare, infatti, e pure forte.
Se da un lato la battaglia al virus si combatte ad armi pari, resta la ben più importante guerra contro noi stessi e per il clima.
La COP26 di Glasgow, a due anni dalla deludente edizione di Madrid, non ha prodotto risultati significanti. Certo, Australia, Cina e India non hanno (più) negato il problema del surriscaldamento globale, ma i loro obiettivi non sono volti al 2030, anzi: il premier indiano Narendra Modi ha posposto qualsiasi azione al 2070, quando già oggi il riscaldamento globale viaggia a +3,2° e il tentativo è di contenerlo a 1,5°, e solo per limitarne i danni catastrofici che colpirebbero, in primis, le popolazioni più povere.
Verso il 2022
Che anno, il 2021.
Sembra che tutto abbia ruotato attorno al virus, invece il mondo ha continuato a ruotare attorno a se stesso.
Si va avanti e i 60 secondi di pensieri guardando le stelle arrivano presto alla loro naturale scadenza, prima che si realizzi se poi c’è una morale in questa storia chiamata 2021.
Se sarà il ritorno alla normalità a salvarci o se non sarà invece la costruzione di un mondo nuovo, un diverso modo di vivere.
Ma questo non sarà il 2021 a dircelo.
Gli ultimi botti del 2021
Se ne sta andando, tra terze dosi e la variante Omicron, le probabili nuove regole per la quarantena, l’ultimo SuperEnalotto del 27 dicembre, che ha portato oltre 500 mila italiani a cercare in rete i numeri vincenti nella speranza di chiudere l’anno in bellezza, il toto presidente per la vicina elezione del successore di Sergio Mattarella e un’umanità che si reinventa giorno per giorno, adattandosi al mutare dei tempi e preparandosi a salutare un nuovo anno, il 2022, chiedendo al cielo che sia un ancora migliore.
Damiano Martin
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Complimenti per l’articolo. Acuto, incisivo e coinvolgente