Ancora qualche ora, caro lettore, e potremo finalmente salutare il 2020.
O magari stai leggendo questo articolo dall’altra parte della barricata e guardi già all’anno VentiVenti come parte della Storia, quella con la S maiuscola, possibilmente da dimenticare.
Sono stati 366 giorni difficili: dalle tensioni in Iran a Kobe Bryant, notizie spazzate via dalla prima pandemia globale dai tempi della spagnola, a quel continuo alone di “morte e distruzione” che ci ha privato di idoli e figure di riferimento (Maradona su tutti), fino al contributo di Madre Terra, la quale ha ritenuto necessario rispondere all’appello delle disgrazie con un paio di scosse telluriche.
Il lato positivo nascosto
Ma non tutto è nero e dimenticabile come si potrebbe pensare.
Il lato positivo di questo 2020 esiste, nascosto tra le pagine dei giornali, di Internet, e negli occhi di chi riesce, nonostante tutto, a vederlo.
Per esempio: sta finendo. Il 2020 è, finalmente, finito.
Tira un bel sospiro di sollievo, lettore. Rimetti sulla gruccia quel cappottone d’ansia che hai indossato negli ultimi mesi. Si ricomincia dal Via!, ognuno con la propria dotazione di mascherina, gel sanificante e coprifuoco ma con la prospettiva che da qui si risale: la primavera non è così lontana, e il vaccino nemmeno.
Il vaccino
Già, il vaccino. Checché se ne voglia, il virus che ci ha rinchiuso in casa da marzo è figlio dell’anno precedente (grazie, 2019) ma è il vaccino a essere nato in questa annata.
Il 2020 passerà alla storia come l’anno in cui le case farmaceutiche e i laboratori di tutto il mondo hanno lavorato per trovare la cura a tempi di record e ci sono riusciti.
Tra finanziamenti a pioggia, iter burocratici accorciati e sforzo comune, la campagna vaccinale è già in atto.
I poteri forti hanno fatto la loro parte, ora tocca ai poteri deboli difendere sé stessi e gli altri.
Un trapianto per guarire dall’Hiv
Ma la cura contro il Sars-CoV-2 non è l’unico, enorme traguardo medico raggiunto nel 2020.
Ce ne sono altri due. Il primo riguarda l’ex-“paziente di Londra”, Adam Castillejo. Adam è stata la seconda persona al mondo a guarire dall’Hiv, grazie al trapianto di midollo da parte di un donatore resistente alla malattia. Una cura efficace ed “estrema” per chi non risponde adeguatamente alle pillole e che apre nuovi studi sulla cura al virus auto-immune.
Il secondo motivo è dello scorso 25 agosto, quando il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato l’Africa libera dalla poliomielite. Un altro grande risultato sul fronte della collaborazione e dei vaccini, che non consente però di abbassare la guardia. Il virus rimane attivo in Pakistan e Afghanistan.
Via la plastica dall’ ambiente
E a proposito di microrganismi, ti dice niente la parola PETasi?
Si tratta di un enzima lavorato nel 2018 in Giappone per decomporre la plastica il 20% più velocemente.
La scorsa primavera, all’università di Portsmouth (Inghilterra), questo enzima è stato ulteriormente ingegnerizzato e ora riesce a smaltire il PET in poche ore. Un balzo avanti enorme nel riciclo chimico della plastica, che potrebbe significare minor inquinamento ambientale.
Elefanti liberi in Thailandia
Un ambiente che di certo ha beneficiato dei nostri lockdown. Le minori emissioni di Co2 sono state un banco di prova e studio per la prossima sfida che ci aspetta, il climate change.
Nel frattempo, la Natura ha ripreso i propri spazi, invadendo anche quelli urbani.
Qualcuno ha preso decisioni rivoluzionarie e non più economico-centriche: in Thailandia, per esempio, si alterneranno le aperture dei parchi nazionali per consentire la visione a occhio nudo dell’Himalaya e gli elefanti verranno lasciati in libertà.
Qualche specie in via d’estinzione ha ripopolato i propri habitat e anche nella nostra laguna il fratino, causa spopolamento delle spiagge, ha ripreso a nidificare nella sabbia lagunare.
Il MOSE funziona
A proposito di laguna e Venezia. Nel nostro piccolo mondo veneto anche noi abbiamo da festeggiare.
Al netto di pro e contro, polemiche e sentenze, il 2020 ha visto la sperimentazione del Mose, la diga mobile artificiale con il compito di salvare la città lagunare dall’Acqua Alta.
Considerando l’unicità di Venezia nel mondo e del suo essere “museo a cielo aperto”, ci sembra un’ottima notizia a livello globale.
Torneremo
Perché torneremo, prima o poi. Torneremo a viaggiare in questo 2021.
Torneremo al contatto fisico, un po’ come hanno fatto lo scorso febbraio le persone sorde che sono riuscite a “sentire” la 5° di Beethoven riprodotta dalla Danubia Orchestra Obuda di Budapest toccando i loro strumenti. Torneremo a vivere, perché lo dobbiamo a chi è rimasto nel 2020.
Insieme, perché se ci ha insegnato qualcosa il 2020 è che da soli, chiusi in casa, è tutto un po’ più triste.
Caro lettore, non auguriamoci un buon 2021: mettiamoci le gambe in spalla e rendiamolo tale.