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160 anni d'Italia. Le tre grandi pagine della nostra storia

160 anni d'Italia. Le tre grandi pagine della nostra storia
Altare della Patria

Il 17 marzo 1861 a Torino, Vittorio Emanuele II proclamò la fondazione del Regno d’Italia diventandone il primo sovrano. In quel momento lo stato italiano non era ancora completo: mancavano Roma, liberata nel 1870 e il Veneto, unito con la Terza guerra d’indipendenza nel 1866.
Ma l’Italia celebra oggi i 160 anni dalla sua unificazione.
Vista la situazione sanitaria, non ci saranno grandi manifestazioni di piazza. Vivrà comunque il ricordo di quel 17 marzo 1871, quando uno dei padri della Patria, Massimo d’Azeglio, disse: «Fatta l’Italia bisogna fare gli italiani».
Una massima che per anni restò lettera morta a causa dei tanti problemi che attanagliavano lo Stato appena nato: il brigantaggio, la povertà, la fame, la conseguente ondata migratoria. Ciononostante, l’Italia è stata fatta e con essa anche gli italiani.
Che da allora, hanno scritto almeno tre grandi pagine delle storia.

Il diario italiano: Caporetto

La prima sul Piave e sul Monte Grappa, tra la fine del 1917 e il 1918.
L’onta di Caporetto era stata appena consumata; la Prima Guerra Mondiale sembrava volgere a una sconfitta dolorosa. Ma per la prima volta il popolo italiano tenne testa a un nemico agguerrito e pronto a mettere fine all’esistenza della neonata nazione italiana. Per la prima volta uomini e donne che parlavano dialetti diversi si trovarono a parlare un’unica lingua e a scrivere una delle pagine più gloriose del Paese.
Dopo la battaglia d’arresto, tra la metà di novembre e l’inizio del dicembre 1917 e dopo la battaglia del Solstizio del giugno 1918, i “Ragazzi del ‘99” vinsero a Vittorio Veneto: l’Italia completò la propria unità nazionale con Trento, Trieste e l’Istria a un costo di vite umane elevato e di molti problemi sociali da risolvere.

Piave 160 anni Italia
Piave 160 anni Italia

La Repubblica

La seconda pagina del diario italiano fu scritta il 2 giugno 1946.
L’Italia era appena uscita dalla Seconda guerra mondiale e dal fascismo. Restavano da regolare i conti con Casa Savoia, che aveva assecondato la dittatura di Mussolini, approvato le vergognose leggi razziali del 1938 e non si era opposta alla guerra a fianco di Hitler. Dopo tanti drammi, ma con il riscatto della Liberazione, gli italiani furono chiamati a decidere se continuare a seguire la Monarchia o entrare nella nuova fase repubblicana. Quel 2 giugno 1946 uomini e, per la prima volta, le donne che ne avevano conquistato il diritto sul campo di battaglia, parteciparono al voto al Referendum istituzionale.

donne al voto
donne al voto

Vinse la Repubblica e, nel giro di poco più di un anno, l’Assemblea Costituente emanò una delle costituzioni più avanzate del mondo. Nacque uno stato occidentale, proiettato al progresso e che si identificava nei valori della pace, della solidarietà e del lavoro.

Da quel 1946 sono successe tante cose: il boom economico e le crisi sociali; gli Anni di Piombo, Ustica, l’attentato di Bologna e le stragi di mafia; Tangentopoli e la crisi economica del 2008; Nassirya e le missioni a tutela della pace all’estero. Ma anche Pertini, il presidente partigiano, che esultò al gol di Tardelli al Santiago Bernabeu con la Nazionale di Bearzot, che vinse il suo terzo titolo mondiale di calcio al Mundial di Spagna; i prestigiosi premi internazionali assegnati ai nostri artisti e registi nel mondo; l’Italia nello spazio e i grandi passi nel campo della tecnologia.

La pandemia

La terza pagina della loro storia di unità gli italiani la stanno scrivendo oggi. Come 100 anni fa i nostri nonni erano in trincea, anche noi siamo chiamati a fare la nostra parte. Il nemico è invisibile: il Covid-19 ci sta chiamando a rinunciare alle conquiste ottenute e a rivedere il nostro stile di vita. Molte imprese hanno chiuso, altre lo stanno facendo. Il 160° anniversario dell’unità nazionale arriva quando la penisola si trova nel mezzo della terza ondata della pandemia ed è fiaccata da nuove restrizioni. Ma il tunnel che sembrava interminabile, grazie ai medici e a tutti gli operatori sanitari e non, coinvolti in questa mostruosa battaglia contro il virus, grazie ai vaccini e alla collaborazione di tutti, sembra portarci verso la luce.

coronavirus distanziamento
coronavirus distanziamento

Fuori dal tunnel

Sarà allora la vittoria di tutti: di chi è stato colpito dalla malattia e di chi è stato costretto a restare chiuso in casa per oltre un anno rinunciando all’abbraccio di un figlio e di un nipote. Sarà la vittoria di chi ha rispettato le regole di distanziamento sociale e che ha messo le mascherine. Sarà la vittoria di chi si vaccinerà non solo per amor proprio, ma anche del vicino di casa, di banco e della postazione in ufficio. Stiamo scrivendo tutti una pagina di storia d’Italia. Siamo caduti ma ci stiamo rialzando. Con la missione di dare una mano a chi è rimasto indietro e ha perso tutto a causa della pandemia.

Ivan B. Zabeo

 

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