Il 2021 è l’anno di Dante Alighieri. E dura da oltre un anno, con l’avvio delle celebrazioni effettuato dal Presidente della Repubblica il 5 settembre 2020, la lunga e variegata serie di appuntamenti, tra cui spicca il “DanteDì” del 25 marzo, per ricordare i 700 anni dalla sua morte.
È però il 14 settembre la data precisa della dipartita del sommo poeta. Data avvicinandosi alla quale si è fatto ancor più fitto il calendario delle iniziative. A partire dall’omaggio di domenica della città di Ravenna, dove il grande fiorentino si spense a 56 anni, nell’anno 1321.
L’omaggio di Ravenna a Dante
La città romagnola ha organizzato il 12 settembre una giornata di eventi commemorativi in cui si sono fusi poesia, teatro e musica. Presenti oltre 60 sindaci italiani che si sono ritrovati in mattinata in piazza San Francesco, onorando il ricordo del Poeta attraverso l’esposizione del gonfalone della propria città.
Due attori, Lino Guanciale e Sandro Lombardi, hanno quindi omaggiato Dante con le letture pubbliche in piazza di due canti della Divina Commedia, rispettivamente il XXVI dell’Inferno e il V del Purgatorio, accompagnati dagli interventi musicali dei cori polifonico e di voci bianche Ludus Vocalis.
A celebrare la messa di Dante, nella Basilica di San Francesco, con la tradizionale offerta dell’olio per la lampada votiva alla tomba del letterato da parte della città di Firenze, è stato il cardinale Gianfranco Ravasi, studioso del Dante teologo, che ha tenuto sul tema una lectio magistralis nel pomeriggio. In chiusura di serata, il concerto diretto dal maestro Riccardo Muti nei Giardini pubblici.
Un’opera inedita per ricordare il Sommo Poeta
Tra le altre iniziative di questi giorni, c’è anche quella dell’ente non-profit Cramum, che racconta in anteprima l’opera inedita “Batea” dell’artista Fulvio Morella, ispirata proprio alla rappresentazione dell’inferno dantesco realizzata su pergamena da Botticelli nel Quattrocento.
L’opera, che sarà a breve esposta al Gaggenau Design Elementi di Milano, attualizza la Divina Commedia ai tempi del Covid19 evidenziando come “la pandemia e l’allontanamento forzato dagli altri e dalle nostre abitudini ci abbiano mostrato chiaramente come in fondo siamo tutti persi in gironi infernali alla ricerca e rincorsa di ciò che non abbiamo. La conseguenza è che spesso non riusciamo a distinguere ciò che vale – l’oro – da ciò che solamente luccica – la pirite“.
“Batea” riproduce in legno e alluminio lo strumento utilizzato dai cercatori d’oro nei corsi d’acqua.
Grazie alle particolari scanalature di cui è dotato, consente la separazione delle pagliuzze d’oro dai frammenti di pirite, metallo solo apparentemente simile e molto meno prezioso.
Rifacendosi alla botticelliana “Voragine infernale” conservata alla Biblioteca Apostolica Vaticana, l’autore ha quindi accostato i rimandi di forma e contenuto della batea alla rappresentazione dei gironi infernali danteschi.
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