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Truffe da Oscar ai danni degli automobilisti

Truffe da Oscar ai danni degli automobilisti

Due milioni di italiani vittime di truffe, nel 2023, mentre erano al volante. Ecco cosa è loro accaduto

A vederli, potrebbero concorrere all’Oscar per i migliori attori.
Perché sono determinati, convincenti, spericolati a volte nel buttarsi quasi sotto a un’auto in corsa senza bisogno di ricorrere a uno stuntman.
Fingono cadute più o meno gravi, a volte presentando anche graffi e ammaccature.
Sono così credibili che moltissimi italiani, benché di solito scaltri verso le truffe… ci cadono.
Secondo una recente inchiesta effettuata da Up Research e Bilendi per Facile.it e Consumerismo No Profit, sono ben 2 milioni gli italiani che, nel 2023, sono stati vittime delle truffe auto e di falsi incidenti.

I luoghi del crimine

250 mila solo in Lombardia, anche se il maggior numero di truffati si conta al Sud e nelle Isole.
Si tratta per lo più di giovani automobilisti che, proprio in virtù di essere neofiti della guida e del mondo assicurativo, risultano più fragili.
Partono da classi di merito basse e un incidente, sia pur lieve, potrebbe far schizzare il premio delle loro assicurazioni.
I truffatori trovano in questo timore terreno fertile per attivare le loro tecniche, potendo contare a fine giornata su un bel gruzzolo di contanti da spartire, magari tra commenti e risate sulle reazioni, di certo sbalordite, dei malcapitati.

Truffe studiate a tavolino

Essere in auto, sentire all’improvviso un botto, non rendersi conto di ciò che succede ed essere poi fermati da una persona agitata, che rivendica un danno o, peggio, dice che l’auto che conduciamo ha investito una persona d’altra parte rappresenta un’esperienza sconvolgente.
Che ha mandato nel panico, secondo l’indagine effettuata, più dell’8% degli under 35 incappati in queste truffe studiate a tavolino.
Sono soprattutto di tre tipi le azioni messe in campo.

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Dallo specchietto rotto al finto ferito

C’è la truffa dello specchietto, la più “leggera”, sia in termini economici che emotivi, anche se essere accostati da un’auto in corsa che chiede di fermarsi e poi sentirsi dire che si è responsabili di aver rotto lo specchietto di un’altra vettura che non ci si è accorti di aver avvicinato tanto lascia sicuramente basiti.
C’è la truffa del parcheggio, che mira, con successo (ci sono cadute il 47% delle donne contro il 41% degli uomini), soprattutto al femminile.
E poi c’è la truffa del pedone investito: la peggiore, perché fa leva su un forte senso di colpa ancor più istigato da un finto testimone che sottolinea come la situazione avrebbe potuto rivelarsi ben peggiore, magari facendo leva anche su una velocità anche appena sopra i limiti ma comunque penalizzante.

La soluzione

Come uscire da queste situazioni?
Il botto, causato in genere da una lattina o comunque da un oggetto lanciato da un complice, è un dato oggettivo, che l’automobilista ha udito. Lo specchietto rotto che viene mostrato o le ammaccature all’auto parcheggiata di fronte, anche.

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Figuriamoci se ad alzarsi davanti alla proprio auto è un uomo ferito
La soluzione, però, arriva immediata, proposta dagli stessi truffatori: basta accordarsi, pagare un risarcimento non troppo elevato in contanti, senza coinvolgere assicurazioni che poi andrebbero a rivedere le classi di merito o, ancor peggio, le forze dell’ordine.

Come non farsi fregare

Invece, consigliano le associazioni dei consumatori, sono proprio queste ultime che si deve dire di voler chiamare per accertare come siano andati i fatti.
Generalmente, basta nominare la polizia per far scappare i truffatori.
Dei due milioni di italiani che sono incappati in questi personaggi, il 54% l’ha fatto, ottenendo che auto danneggiate o finti feriti sparissero all’istante.
Gli altri hanno pagato. Rimettendoci un bel po’ di soldi.

Consuelo Terrin

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