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Terremoto mondiale di 9 giorni? È stato l’eco di uno tsunami

Terremoto mondiale di 9 giorni? È  stato l’eco di uno tsunami
Immagini satellitari Planet Labs a confronto: 30 minuti prima e 7 minuti dopo la frana (@ingv.it)

Un team internazionale, con studiosi italiani di Ingv e Università di Padova e Catania, svela il mistero dell’insolito segnale sismico rilevato un anno fa

Un anno fa, verso la metà di settembre del 2023, i sismografi italiani registravano le forti scosse di terremoto al largo della costa marchigiana (4.1 gradi il giorno 13) e quella tra Toscana e Romagna (4.8 gradi il 18), oltre ai ripetuti movimenti tellurici dei Campi Flegrei. Eventi che, per quanto nell’immaginario popolare si pensi ancora il contrario, la scienza ci assicura essere tra loro del tutto indipendenti.
Proprio in quei giorni, però, si verificò un evento al quale gli esperti inizialmente faticarono a dare una spiegazione. Perché, insieme a queste scosse locali, per ben 9 giorni a partire dal 16 settembre, come in tutto il resto del mondo, anche le stazioni italiane rilevarono un insolito movimento sismico. Per il quale, adesso, gli studi hanno trovato la spiegazione, ricollegandolo a uno tsunami in Groenlandia.

L’eco dello tsunami nei sismografi di tutto il mondo

Fu una enorme frana causata dal crollo della cima di una montagna nel remoto fiordo di Dickson, nella parte nord-orientale della grande isola artica, a generare a sua volta un mega-tsunami alto 200 metri, che ha continuato a oscillare nel fiordo per 9 giorni, facendo registrare in tutto il mondo un segnale sismico mai osservato in precedenza.

È la conclusione a cui è arrivato il team internazionale composto da 68 scienziati di 40 istituzioni di 15 Paesi (tra cui, dall’Italia, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e le Università di Padova e Catania) in uno studio appena pubblicato sulla rivista scientifica “Science”, che conferma le conclusioni anche di quello del Centro tedesco di ricerca sulle geoscienze, pubblicato su “The Seismic Record”.
“Quando abbiamo iniziato questa avventura – racconta Kristian Svennevig del Geological Survey of Denmark and Greenland, primo autore dell’articolo – eravamo tutti piuttosto perplessi e nessuno di noi aveva la più pallida idea di cosa avesse causato quel segnale sismico così particolare: sapevamo solo che era in qualche modo associato alla frana”.

Un evento da record

“Abbiamo subito notato – spiega il ricercatore dell’Ingv Flavio Cannavò – che il segnale appariva completamente diverso dai segnali sismici che vengono registrati in caso di terremoto: conteneva, infatti, una singola frequenza di vibrazione, simile a un ronzio dal suono monotono”. A rendere eccezionale l’evento anche la durata dell’onda sismica, la più lunga mai registrata, per di più a livello globale.

terremoto
Foto di confronto con etichettatura delle caratteristiche principali della vetta e del ghiacciaio, scattate dal fiordo prima e dopo la frana (crediti: Søren Rysgaard, Danish Army – @ingv.it)

Analizzato dati sismici e infrasonici, misurazioni sul campo, dati della rete locale di sensori oceanografici, immagini dal vivo e da satellite e simulazioni numeriche di onde di tsunami, gli studiosi sono riusciti dunque a ricostruire la straordinaria sequenza di avvenimenti a cascata innescata dallo tsunami della Groenlandia del settembre dello scorso anno.

“Le analisi dei dati multidisciplinari – aggiunge Piero Poli dell’Università di Padova – hanno confermato che il mega-tsunami derivato dalla frana è stato uno dei più alti mai registrati nella storia recente, raggiungendo i 200 metri di onda all’interno del fiordo. A circa 70 chilometri di distanza le onde di tsunami hanno raggiunto i 4 metri di altezza, danneggiando una base di ricerca sull’isola di Ella Ø”.

Dai cambiamenti climatici alla frana, dallo tsunami alle onde sismiche

È stato quindi scoperto che la frana che ha dato inizio a tutto è stata causata dal crollo all’interno del fiordo di oltre 25 milioni di metri cubi di roccia e ghiaccio: una quantità sufficiente a riempire 10.000 piscine olimpioniche.
Un crollo che, a sua volta, è stato causato dall’assottigliamento nel corso dei decenni del ghiaccio alla base della montagna sovrastante il fiordo.

“È un’evidente espressione degli effetti dei cambiamenti climatici”, afferma Andrea Cannata, dell’Università di Catania.
“Si è trattato della prima frana e del primo tsunami dovuti allo scioglimento dei ghiacci osservati nella Groenlandia orientale, a dimostrazione del fatto che i cambiamenti climatici hanno già un forte impatto anche in quella zona”, fa notare Svennevig.
“Il movimento della massa di acqua – riprende Poli – è stato in grado di generare vibrazioni attraverso la Terra, con le onde che, irradiandosi dall’Artide all’Antartide, hanno generato un anomalo segnale sismico globale”.  Le simulazioni effettuate hanno infatti mostrato che, all’interno del fiordo, l’acqua si è mossa oscillando avanti e indietro ogni 90”: esattamente lo stesso periodo fatto registrare dalle onde sismiche.

Alberto Minazzi

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