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Nasce a Pompei il Children’s Museum

Nasce a Pompei il Children’s Museum

Per la prima volta un’area archeologica apre uno spazio dedicato alle giovani generazioni

Far conoscere e scoprire attraverso il gioco. Con questo obiettivo il parco Archeologico di Pompei apre ai più piccoli con il Children’s Museum, un’area tutta dedicata alle loro curiosità.

E’ il primo spazio specifico per bambini e ragazzi (e le loro famiglie) all’interno di un’area archeologica. Potranno così apprendere divertendosi la storia di Pompei, del Vesuvio e dell’epoca romana come anche vivere esperienze di divulgazione scientifica sulla natura e l’ambiente e fare esperienze teatrali e musicali sviluppando una connessione con il nostro patrimonio culturale.

Per l’inaugurazione ufficiale del nuovo museo bisognerà attendere i primi mesi del 2025, ma già dalla prima domenica di luglio di quest’anno sono previste attività itineranti nel parco con un ricco calendario di appuntamenti consultabile dal 24 giugno nel portale www.pompeichildrensmuseum.it

Il via ai lavori, Cavallo-Enzo il custode dell’area

Il Children’s Museum è ospitato nell’ottocentesca Casina Rosellino, interamente restaurata, all’interno del parco Archeologico, nella Regio II, insula 5 delimitata a nord ovest dal tratto finale di via dell’Abbondanza e a nord-est dalle mura.

Un luogo dove protagonisti saranno i più piccoli e la loro creatività e voglia di scoprire e dove operatori e divulgatori specializzati daranno vita a varie esperienze per stimolare le loro curiosità attraverso i giochi dei bambini dell’epoca pompeiana e la vita dei ragazzi della loro età nel 79 d.C.

Children's Museum Pompei

Il nuovo Museo è frutto di un partenariato del Parco Archeologico con il Consorzio Aion (Artem e Le Nuvole) e del Gruppo Pleiadi, un insieme di imprese e associazioni culturali specializzate nella formazione, didattica e intrattenimento dell’infanzia e dell’adolescenza.

Per dare il via ai lavori di realizzazione del Museo, un centinaio di bambini ha partecipato a percorsi didattici in diversi luoghi del Parco che si sono conclusi a Casina Rosellino con la piantumazione di un noce, i cui frutti erano utilizzati dai bambini di epoca romana nei loro giochi per le strade della città antica.

Questo momento è stato anche l’occasione per conoscere il custode dell’area, l’imponente e magnetico cavallo rosso pompeiano, opera dell’artista Mimmo Paladino, realizzato con il supporto della fonderia Di Girolamo di Napoli, che i bambini hanno deciso di chiamare Cavallo Enzo.

Cavallo Enzo, opera di Mimmo Paladino

Un Museo a misura di bambini per imparare divertendosi

All’esterno dell’area del Children’s Museum, nell’ampio giardino di 1.800 mq è previsto l’allestimento di 25 installazioni interattive, un’aula didattica, un teatro e i servizi di accoglienza con bookshop.

All’interno della casina Rosellino invece troveranno posto una piccola sala per la formazione, il punto di partenza di vari itinerari e laboratori. Questi si svilupperanno nel Parco con itinerari e laboratori nelle domus, negli edifici pubblici e nelle aree verdi e negli altri siti della Grande Pompei quali Oplonti, Villa regina e Antiquarium a Boscoreale, le ville san Marco e Arianna con la Reggia di Quisisana a Castellamare di Stabia.

Ci sarà anche l’ArcheoFabLab, un laboratorio dove tutti potranno mettersi in gioco e cimentarsi in tecniche di lavoro storiche e innovative. Oltre alla tradizionale attività di laboratori e didattica, il Children’s Museum sarà il centro di numerose attività di collaborazione con le realtà del territorio, con particolare attenzione al mondo della disabilità.

Come ha sottolineato il direttore del parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, presentando il progetto un museo o un parco archeologico che vuole essere un’istituzione grande e seria deve pensare a un’offerta per i più piccoli, che vanno accolti con lo stesso rispetto e attenzione degli adulti. Il Children’s Museum nasce infatti con l’idea di pensare sempre più a iniziative che sappiano coinvolgere bambini e ragazzi e appassionarli all’arte e alla storia.

Silvia Bolognini

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